venerdì 9 febbraio 2018

Vaccini? La politica non è la scienza...


La politica non è la scienza, è l'arte di risolvere i problemi dei cittadini

La politica  non debba usare i metodi dello stampo nazista o dei regimi totalitarie, cioè sostituire la scienza.
La politica è quella che non strumentalizza i temi sensibili come quelli dei vaccini, per esempio, per non creare il caos nell'opinione pubblica.

 La SCIENZA non è la verità, è la ricerca della verità.

 La POLITICA non è la scienza ma è l'arte di risolvere i problemi dei cittadini. Enrico Berlinguer insegna: "Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora, ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi."

Sostituire la politica con i lavori dei tecnici possa solo allontanare i cittadini della politica. Come diceva Oscar Wilde : "Adoro i partiti politici: sono gli unici luoghi rimasti dove la gente non parla di politica."

 Ci vuole Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica a 5 stelle.

 Che cosa è la politica nel sistema sanitario?

 La risposta è semplice: non parlare dei numeri dei vaccini, del SI' o del NO ma unire le straordinarie capacità scientifiche, l'energia morale, l'amore per la verità per migliorare lo stato attuale del sistema sanitario




Dott.ssa Penka Ilcheva

martedì 6 maggio 2014

Perché la lista Tsipras nasce dall'alto?


Perché la lista Tsipras nasce dall'alto?

Perché il gruppo che presenta Barbara Spinelli hanno scelto proprio Tsipras?
E’ vero che la signora Barbara Spinelli presenta la candidatura di Tsipras ma è anche vero che il suo compagno Tommaso Padoa-Schioppa (morto dicembre 2010) è stato uno dei consiglieri economici del primo ministro greco, George Papanreou (dal 3 agosto 2010), prima del fallimento dela Grecia.  L’amore per la Grecia monetaria si trasforma nell’amore della sinistra europea o un amore NUOVO contro i Movimenti popolari anti casta che stanno cercando i colpevoli per la rottura dell’armonia tra cittadini e gli istituzioni?
Stupisce che gli intellettuali, sensibili da anni alla democrazia, dedichino al tema opposizione poca energia. Anche loro pare concentrarsi sui “sintomi”, più che sulla stessa crisi. E la sinistra “più istituzionale”,  nel ricordo che nella realtà politica. A quanto pare, il modello creato dall'alto, è un modello che cita un partito greco (Syriza), che è pieno con le contradizioni, descritto nei giornali esteri, come un ritorno al passato comunista da idealizzare, restaurare, recuperare e indicare alle nuove generazioni come meta da raggiungere. Spesso si usa lo slogan: "Il passato è nostro futuro". E dove rimane il presente? Cosi ci addormentavano per tanti anni nel vecchio sistema comunista dell'est.  Belle parole, con i toni bassi e sempre moderati: per crearci i sogni mai raggiungibili solo per noi??? Non è  un atteggiamento tipico della destra ideologia, "travestita" come sinistra, per restare nell'ambito della tipologia classica dei due habitus mentali"?; come avevano scritto tanti storici, spiegando la sinistra occidentale negli anni passati e specialmente quella sinistra classica negli anni '50 ,'60 e '70?  In questo senso è una generazione che ha fallito davanti gli occhi dei suoi figli! Io sono una madre e mi sento colpevole nei confronti delle nuove generazioni, che hanno tutto il ragione per metterci sotto processo. Abbiamo monopolizzato l’idea della trasgressione senza riuscire a costruire un mondo “vivibile e alternativo”, come hanno già scritto i responsabili intellettuali. Appoggiare qualcuno di sinistra è da capire, ma avere dei comportamenti di sinistra è ancora poco chiaro. Bertinotti e Vendola nella lista Tsipras!? Ma stiamo scherzando! Hanno “rovinato” la sinistra italiana e vanno a cercarla all’estero, alla sertakis! Tsipras è uno di loro. Urla contro le università private mentre il suo figlio frequenta l'asilo privato di prestigio a costo ALTISSIMO! Tsipras non rinuncia i privilegi! Non posso fidarmi di lui! Anche perché solo i parlamentari del M5S hanno rinunciato ai vantaggi della politica. Il greco non lo sa. L'ha detto lui, che non conosce il M5S ma lo critica. La campagna elettorale è stata lanciata nel giornale "La Repubblica" e dalla Gruber sulla TV7,  della stessa Barbara Spinelli. Non tutti possano permetterselo??? Per la lista Tsipras si scrivono tanti articoli sui giornali e oggi si lamentano dall'oscurità ? Allora, o non si leggono i giornali o qualche problema c'è?  Alla faccia della tolleranza! Perché si usa la parola “sinistra” senza uscire dalla “vita piccolo borghese che si è creato”? "Essere aristocratici dà sempre una bella immagine, a condizione che essa venga ammirata dalla parte del salotto e non da quella della cucina", ricordava il mio maestro linguista K.Katerinov. Nessuno è quello che sembra! Adesso sto per capirlo! Perciò mi fido nell’esempio dei parlamentari del M5S: hanno tagliato lo stipendio alla metà, hanno rinunciato il finanziamento pubblico; mantengono la coerenza con gli elettori; lottano e combattono per le proposte fatte da loro ma bloccate nelle commissioni parlamentari; organizzano incontri settimanali (ogni sabato e domenica) con i cittadini sul territorio e discutono i temi interessanti che spesso diventano i disegni di leggi.Nella vita  mia, non ho mai votato così tanto come con il M5S! Ero felicissima quando uno dei miei tre candidati votati, scelti tra 600 per la mia zona, é riuscito ad entrare nella lista per le europee! Un ragazzo semplice, che arriva del territorio: competente, umano e  pulito! Più di così?!  Come si comportano i giornali e la TV statale con il M5s? Fatemi vedere gli articoli e trasmissioni TV dedicati all'opposizione o alla novità politica in Italia. I mass media studiano, stimano, aiutano, ci informano per il M5S o lo attaccano? Ditemi voi? Io non ho bisogno delle interpretazioni giornalistici ma dell'informazione dei fatti PROVATI! Oggi, i giovani sono COLTI, anche se fanno gli operai! La parola libera e lo sguardo dell'immagine, fa parte della vita reale o quella virtuale. L'istruzione e educazione sono importanti ma non bastano; ci vuole l'informazione. Il M5S fanno semplicemente l'opposizione mai fatta per tutti questi vent'anni! Giustamente chiedono le risposte concrete delle responsabilità per la crisi attuale e lottano contro i privilegi della casta! Appena tocchino i nomi e scatta la guerra dei giornali e TV pagati dallo Stato. Il M5S hanno raccolto il grido del popolo per lo scandalo delle disuguaglianze sociali, e hanno fatto un progetto politico. Insieme con gli elettori hanno costruito il Movimento della partecipazione diretta: attraverso la rete e sul territorio. La direzione destra o sinistra, senza la coerenza agli elettori, rimane solo la freccia che porta sulla strada senza l’uscita. Il conflitto della sinistra è bella teoria, il conflitto degli interessi è brutta realtà. "A che serve all'uomo guadagnare il mondo intero, ma in cambio, distruggere la sua anima"(Vangelo di Marco, capitolo 08/36)

martedì 29 aprile 2014

La forma linguistica degli slogan politici di Renzi?

La forma linguistica degli slogan politici di Renzi?

Dott.ssa Penka Ilcheva
Il linguaggio politico chiuso negli slogan è una forma senza contenuti?

 Che cosa c'è dietro? E se ci fossero i sondaggi quale sarebbe il ruolo degli slogan e programmi dei partiti?



Guardiamo insieme e pensiamo singolarmente: ognuno con la sua testa:


      1. Nelll'anno 2013 Renzi ha vinto le primarie del PD con lo slogan:

"Non esiste più ne sinistra ne destra."

25 ottobre 2013
Il consigliere economico nelle primarie di Renzi dice: ''Renzi di destra o sinistra? Sono etichette''

Guardate uno dei mille titoli simili usciti nei giornali, dopo le primarie di Renzi, dove si legge l'entusiasmo Renziano : «Non c'è destra o sinistra, ci sono le scelte”  


  2. Oggi, prima delle elezioni europee, lo slogan di Renzi cambia a 360 gradi.

" Chi non vota sinistra è di destra"

Guardate il titolo del giornale "Il Sole 24" che dovrebbe essere neutrale:


"Renzi: sinistra che non cambia diventa destra, nel 2015 intervento su pensioni sotto mille euro" 

Uno slogan con il destinatario ben preciso: la promessa parla da sola.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-04-12/europee-via-renzi--campagna-elettorale-pd-112109.shtml?uuid=ABkV3RAB





Mettiamo in ordine le promesse dei due, secondo me, i più grandi annunciatori nella politica italiana:
Cerchiamo la novità? Eccola: è l'unica: l'IMU è sparito. Non funziona più!
Tutto il resto si ripete, ma questa volta il modo è diverso: Berlusconi e Renzi  si fanno tra loro  l'opposizione,  "in piena sintonia", per non dire l'opposizione "finta"???
Renzi promette l'80 euro a chi ha già un lavoro.
Berlusconi promette l'aiuto per la cura e protezione dei cani.
Chi lavora possa permettersi anche un cane, un disoccupato no.
Per un mese non ha funzionato!
Qualche giorno fa arriva lo slogan di destra e di sinistra, tutto uguale: l'aumento alle pensioni minime.


Berlusconi promette la pensione minima del 800 euro.
Renzi promette l'intervento nel 2015 su pensioni sotto mille euro.


Lo sfondo alle promesse di Renzi e Berlusconi sono le promesse soldi: l'umu sì e l'imu no???

La politica ricca con la forma linguistica "sloganistica" vince o convince?











giovedì 6 febbraio 2014


Matteo Renzi: Il linguaggio politico è lo specchio delle idee politiche

Dott.ssa Penka Ilcheva

Ecco il discorso politico di Renzi descritto dai giornali e la TV, come una cosa GRANDISSIMA!  La mia curiosità non finisce mai! E’ vero che questo discorso è bello? E’ vero che ci sono le idee nuove? E’ vero che è un discorso mai fatto? Per capire ho letto tre volte tutto il discorso.  Vi avviso: è una fatica grande! Credetemi,  il problema non è mio;) E’ facile criticare uno che usa lingua italiana come seconda, mentre chi critica conosce solo una lingua!  E poi, come posso comprendere più facile “La distinzione” di Pierre Bourdieu che il discorso di Renzi? Chi ha letto il libro citato sa cosa vuol dire questo. C’è qualcosa che non va! Non ho le pretese linguistiche ma la voglia di capire le idee di Renzi annunciate? Leggendo il discorso suo, mi perdevo nel labirinto immenso. Altro che labirinto antico greco, cretese;)  Affrontare le parole senza un senso o con lo stile poco chiaro non è una cosa facile!  E se è vero che uno lavora come parla?  Ho scoperto uno stile tutto particolare: per esempio, la parola “semplicità” si usa decine di volte e tutto finisce là. Pure la parola rimane isolata. Mi domando: avere le idee o ripetere la parola “semplicità”?  Diventa una “semplicità semplificata” o cerchi di  complicare la “complessità complessa”?;)))))))

PS: Con i caratteri in grassetto ho inserito le mie domande e commenti che mi venivano spontaneamente nel corso della lettura! Buon proseguimento!


 

27 gennaio 2014              

Idee | Matteo Renzi

 La copertina della mozione congressuale 2013 di Matteo Renzi

Essendo il tempo il bene più prezioso che ci sia dato, perché il meno recuperabile, l’idea del tempo eventualmente perduto provoca in noi una costante inquietudine. Perduto sarebbe il tempo in cui non avessimo vissuto da uomini, non avessimo fatto delle esperienze, non avessimo imparato, operato, goduto, sofferto. Tempo perduto è il tempo non pieno, il tempo vuoto. (Dietrich Bonhoeffer)”

Il vostro tempo è già finito!  Anche lei ha fatto solo la politica e per tanti anni…

“Chi fa un uso pessimo del tempo che gli è stato messo a disposizione spesso è tra coloro che si lamentano di avere poco tempo", Jean de la Bruyere

PREMESSA

 La fotografia di queste ore ci consegna l’immagine di un’Italia stanca, impaurita, rassegnata. Sembra che il nostro tempo migliore sia alle spalle e che cambiare sia uno sforzo più impossibile che difficile. Non è così.

E come è?

Chi crede nella politica, nel valore e nella dignità della politica, sa che non è così, non può essere così. Ci meritiamo di più.

Chi e quanto di più?  Ha due stipendi e vuole ancora?

E tocca a noi cambiare verso.

Voi chi? Che litigate ogni volta per ogni cosa?

 

Dobbiamo affrontare la paura con il coraggio, la stanchezza con l’entusiasmo, la rassegnazione con la tenacia. E dobbiamo sapere che la crisi che stiamo vivendo, crisi economica, finanziaria, occupazionale, certo, ma anche crisi di un modello di valori che va finalmente cambiato, è la più grande opportunità che noi abbiamo per restituire il futuro all’Italia. Questa crisi non va sprecata, noi non vogliamo sprecarla. È una crisi destinata a cambiare il senso di parole come benessere, lavoro, appartenenza. La sinistra vince solo quando costruisce il futuro, non quando si chiude sul presente.

Dobbiamo, dobbiamo e dobbiamo?  Fino a quando?  Per 20 anni tutti i partiti dicevano la stessa cosa! Mica è una novità?! (la crisi del luglio 1964, discorsi di Bettino Craxi)

 Nel 2013 il centrosinistra ha perso l’occasione più straordinaria per iniziare a cambiare l’Italia, perdendo elezioni politiche che sembravano già vinte. Inutile recriminare ormai.

Abbiamo bisogno di una lettura sincera, però, delle cause di quella sconfitta. O di quella non vittoria, come la chiama qualcuno. Abbiamo bisogno cioè di capire dove abbiamo sbagliato, non per attribuire giudizi o dare pagelle: più banalmente perché non succeda di nuovo.

Dai, dai, fatelo!  Ci vuole un po’ di pulizia? Tu come sei messo con la giustizia?  Sei condannato o no?

 Vogliamo cambiare verso a questo anno cambiando radicalmente non solo il gruppo dirigente che ha prodotto questa sconfitta, ma anche – e soprattutto – le idee che non hanno funzionato, le scelte che hanno fallito, i metodi che ci hanno impedito di parlare a tutti.

Quale gruppo dirigente? I nomi, per favore! Quale sconfitta? Quali idee non hanno funzionato e perché? Quali scelte hanno fallito e perché?  Questo è grave se è vero?!  

Quali metodi vi hanno impedito di parlare a tutti?  Parlare o fare? Spiegati bene!  Ci vuole un quadro descrittivo per il metodo del lavoro politico! Se si sotto linea un problema ci vuole anche una spiegazione. Se no, come si possono prendere  le decisioni nuove?

 E vogliamo costruire un PD che sia in grado di concretizzare la speranza.

 “…concretizzare la speranza”?  Concretizzare un’emozione è un lavoro troppo specialistico? Domanda il suo psicologo?!  Se no, per me rimane un ricordo dei discorsi  politici del sistema comunista nei paesi dell’Est  o  come una  preghiera ”Una fede da concretizzare”, ( 03/12/2011, don Luciano Mendez).        

Il PDL è in tutt’altre faccende affaccendato…

Doveva dirlo al suo interlocutore condannato! Perché l’hai incontrato se il suo partito “ è in tutt’altre faccende affaccendato”?

 i CinqueStelle hanno scelto di rifiutare qualsiasi collaborazione.

Un capo del partito possa  fare le bugie!?  Non è vero che ilM5S rifiuta “qualsiasi collaborazione” e lei lo sa! Le offerte e gli inviti si fanno in modo ufficiale e se il problema tocca La Costituzione le domande  e proposte si fanno nelle  commissione parlamentare. 

 

“purtroppo o per fortuna, solo il PD può in questo momento cambiare l’Italia. Il congresso e le primarie che ci aspettano sono dunque l’occasione più bella per restituire fiducia all’Italia. Avvertiamo il peso e l’onore di tutto questo.

Ma è sicuro che solo il PD possa cambiare l’Italia? Per 20 anni non è mai successo! Come mai?  Lei personalmente dove c’era per tutti questi anni? Che cosa ha fatto per cambiare il suo partito? “Avvertiamo” davvero “il peso e l’onore di tutto questo!”

 Vogliamo vivere questo tempo ispirati dalla curiosità, non dalla nostalgia.

 Sì alla “curiosità” e no alla “nostalgia”!? Che significa? Spiegati meglio! 

 

E abbiamo bisogno di discutere, di confrontarci, anche di litigare. Ma sulle idee, non sulle simpatie personali. Sulle proposte, non sui pregiudizi. Per questo invitiamo a leggere questo documento. A dialogare, a criticare, a proporre.

Il caso Cuperlo : si dice una cosa e poi si fa un’altra.

coinvolgere quante più persone possibile nelle primarie dell’8 dicembre. Perché tutti quelli che dicono che questo congresso ha un risultato già scontato vogliono allontanare la nostra arma più preziosa: la partecipazione.

Le parole non si debbano lasciare nei salotti TV!

1 – NOI POSSIAMO CAMBIARE VERSO AL PD

Come?  Adesso siete il contrario?

  1. Il PD ha perso iscritti e voti

E’ vero! E non è per la prima volta! Nelle prime primarie hai perso lei! Nelle seconde ha perso la sinistra!

 Gli iscritti al PD sono 250 mila, ma erano oltre ottocentomila nel 2009. Avevamo detto di dimezzare i parlamentari, non di dimezzare gli iscritti.

Che cosa di concreto ha fatto lei  per il suo partito? Come aveva aiutato negli anni precedenti ai dirigenti del suo partito per raggiungere questo resultato? Tanto oggi dice che si possa fare il doppio lavoro: del Sindaco e del funzionario politico! Nei tempi precedenti non faceva parte della dirigenza ma aveva possibilità di aiutare,  come per esempio,  fanno oggi il M5S.

I dirigenti centrali che spiegavano come fosse meglio un partito pesante rispetto a quello leggero hanno finito con il lasciarci un partito gassoso… che ha visto l’evaporazione degli iscritti.

Seguendo i suoi discorsi politici mi sembra che lei sia bravo caricatore gassoso e fumoso;( Ogni discorso e vuoto dei contenuti e ogni tema è spezzata dai manifesti generalizzati. Niente di concreto, di nuovo e di chiaro. Lei sta perdendo senza accorgersi!  Nella politica non esiste  la velocità olimpica!  Dirigere nella politica non c’entra nulla con l’Armata rossa!

 Li abbiamo lasciati andare, li abbiamo lasciati soli.

Ma perché? Lei dove è stato?  Se oggi vuole dimostrarci che è così bravo,  perché non è uscito dal BOSCO prima?

  E intanto abbiamo perso oltre due milioni di voti. I 12 milioni di voti del 2008 sembrano il miraggio di una stagione lontana. Dobbiamo tornare a credere che la dimensione del PD sia quella di un partito grande, ampio, vincente. Può vincere solo un partito che sa convincere e coinvolgere. Noi non l’abbiamo fatto. Gli italiani ci hanno visto come una parte del problema, non come la soluzione.

Convincere e coinvolgere? Comincia da se stesso: rinunci uno dei due stipendi che prende! 

Se no, lei conferma l’opinione pubblica, incluso la mia, che siete una grande parte del problema!

 

2. Gli italiani vogliono cambiare. Più di votare Beppe Grillo che devono fare?

 Gli italiani vogliono cambiare, ma cambiare davvero. Hanno votato persino Beppe Grillo per farcelo capire.

Un dirigente serio di un Partito, al congresso politico,  non descriverebbe mai un personaggio come Grillo in questo modo!  Tutto il mondo segue Grillo e lo apprezza per la sua lotta continua per la trasparenza dell’informazione!  Nove milioni hanno votato perché sono informati e sanno chi è Beppe Grillo!  

 

E oggi che l’esperienza dei Cinque Stelle mostra tutti i limiti tipici della demagogia e del populismo, a noi il compito di recuperarne i consensi: chiedere più trasparenza alla politica non è antipolitica, ma buona politica.

Tutti i suoi discorsi, incluso questo, sono le frase generalizzate, demagogiche e populistiche! Criticare l’unica opposizione nel Parlamento, senza i fatti concreti, significa un fallimento e una debolezza (sua)! Per me Lei ha già perso! Un politico giovane non facesse un discorso come questo! Impari, legga i discorsi dei giovani parlamentari del M5S! Usi come loro la concretezza, chiarezza e fatti DOCUMENTATI! Allora sì che si coinvolge!  Rinunci lo stipendio del Sindaco per favore!

 Prima lo diremo con forza e coerenza noi, prima sgonfieremo la forza del Movimento 5 Stelle che con i suoi 8 milioni di consensi costituisce la forza più rilevante fuori dal bipolarismo tradizionale. Per cambiare, però, dobbiamo iniziare a casa nostra, nel metodo e nel merito.

Bipolarismo tradizionale!  Allora lei non vuole il cambiamento! Basta con la demagogia!  E se il suo partito rimane nella  minoranza? Attenzione, con i discorsi come questo, la direzione  è questa...ma come si possano togliere i partiti e movimenti che hanno più di 8 %  i votanti!? La scelta(voto) di un amministratore non c’entra nulla con la scelta(voto) di un parlamentare!  

 

Si vince recuperando consensi in tutte le direzioni: centrodestra, Grillo, astensioni

Ma come in tutte le direzioni? Guidando sull’autostrada  non si segue  la  corsia! Se fai i giri di qua e giri di là l’incidente  è garantito! Ma  che consensi sono questi? I consensi in tutti i sensi! Che ridere:J

 Vuoi anche i voti del centrodestra? Sì. E vuoi i voti di Grillo? Assolutamente sì. Non è uno scandalo, è logica: se non si ottengono i voti di coloro che non hanno votato il Partito democratico alle precedenti elezioni, si perde.

L’unica cosa che dipende da noi! Tranquillo! Dopo i suoi discorsi e nulla concretezza, più convinti che mai per il voto del M5S!

 Tra di noi abbiamo spesso dato l’idea di essere interessati a parlare soprattutto a chi c’era già: non basta più, se mai è bastato. Non parliamo solo ai gloriosi reduci di lunghe stagioni del passato. Vogliamo parlare a chi c’era, e coinvolgerlo. Ma anche a chi non c’era, a chi ci sarà, a chi ci potrebbe essere se solo fossimo capaci di generare apertura e di lasciarci ispirati dalla curiosità.

E vai! La sua stagione politica è abbastanza LUNGA! LunghinaJ Basta con questa curiosità! Che c’entra adesso la curiosità? O almeno per una volta spiegaci meglio: la curiosità per che cosa?  Come?

Il PD deve accogliere le speranze tradite di chi ha creduto in un progetto – diverso dal nostro, certo – e che poi ha fallito:

Per quale progetto?  Se è quello del suo partito Margherita,  mi viene subito in mente il caso Lusi! 

 le speranze delle persone non hanno bollini, non hanno etichette.

I cittadini non hanno bisogno dalle parolone gonfiate o di etichette: fino ad adesso ogni frase del discorso suo è un manifesto puro!  

Hanno bisogno di risposte.

Esatto! Ma perché lei non si è preparato per questo evento importante con le risposte e proposte concrete?

 l PD deve essere spalancato alla curiosità, non rinchiuso nelle proprie certezze.

Ancora! La speranza! Che tautologia! Ma per dare la speranza oggi ci vuole l’onestà politica e trasparenza;  gli esempi  positivi dei politici: ma è così difficile di rinunciare il finanziamento pubblico del partito?  A lei non basta solo uno  stipendio ?

 Siamo stati bravi a farci del male. Abbiamo respinto ai seggi persone, uomini e donne che, armati della propria passione, erano usciti di casa per esprimere un voto, una scelta per noi.  Abbiamo escluso chi voleva partecipare. Cosa c’è di più sbagliato, se non arroccare un partito? Nel voto, nelle idee.

 Dobbiamo fare l’esatto contrario, andare casa per casa …

(“Scopri perché i Testimoni di Geova bussano alla tua porta. È questo che Gesù ha detto ai cristiani di fare?”, sulla rete)

a convincere, far uscire la nostra gente di casa e riportarla a partecipare, a scegliere insieme, a stabilire relazioni, a parlare di politica, a costruire l’idea che il partito ha del mondo. I tanti, non i pochi.

Questa è bella e lunga ma senza un sensoJ

4. Il PD deve essere un luogo bello per la formazione politica

Solo per questo?  Allora è un’Accademia? Nuovo CEPU? J Nei paesi dell’Est c’erano e dopo l’anno 1989 le hanno chiuse.

 Cambiare verso significa riconoscerci bisognosi di imparare sempre. Specie noi addetti ai lavori: un partito che non faccia formazione politica è un partito di plastica, finto, inutile. Formare alla politica è una cosa bella, perché la politica è dignità con buona pace di chi ci insulta per questo.

Chi  insulta per questo?   La bellezza la lasciamo alla natura  e facciamo la politica con l’ONESTA’ ! La bella politica è quella onesta! . Ma  è così difficile per voi parlare per l’onestà POLITICA?  La speranza la lasciate per noi e voi abbracciate l’onestà politica! Poi parliamo per i compromessi. Basta con inciuci! Non siamo fessi!

Costruire chi siamo, cosa vogliamo per il nostro Paese e qual è il nostro sguardo sul mondo.

Doveva scriverlo lei: perché non si è mai capito chi siete; perché parlate una cosa e votate l’altra? Perché non si è mai capito che cosa volete? Perché per 20 anni non avete fatto, per esempio,  una legge elettorale  NORMALE?

 Perché mentre il partito era impegnato a guardarsi l’ombelico si è dimenticato di formare il suo stesso futuro.

Caro Renzi,  lei dove è stato per questi anni? Perché non aveva scritto almeno qualcosa al livello nazionale sui giornali? Perché per questi 20 anni non ha fatto qualcosa di concreto per farci sapere che le cose nel suo partito non andavano bene?  Raccontaci per il suo partito Margherita?  Informaci con qualcosa di concreto! Dimostra la sua lotta in passato? O meglio: se si era addormentato e si é svegliato  appena , lo dica per favore, non debba vergognarsi!  Meglio dirci la verità che raccontarci le palle, con tutto il rispetto!

 Chi si affaccia alla politica non può essere lasciato solo o considerato terra di conquista.

Chi si è affacciato alla politica? Chi è lasciato da solo e perché?  Quale “terra di conquista”?   Alla faccia della chiarezza! Non mi dica che sono straniera e ho problemi con la lingua! La mia risposta è già pronta! Perciò attenzione con la palla! Pensaci bene! E’ utile per la politica! Mi creda!

 Il PD deve parlargli di persona. Deve dargli del tu e offrire un percorso di cambiamento alla nuova classe dirigente.

Ma come?  Consultarsi con Giuliano Amato, ex Presidente dell'Istituto dell’ Enciclopedia Italiana Treccani ( fino all’anno 2013 aveva pure questa carica). Non tutti siano  d'accordo con l'abolizione del Lei?  Se anche questa è una metafora allora il suo discorso non è politico ma metaforico?!

 Allo stesso modo chi sta in Parlamento come nel consiglio comunale del municipio più piccolo ha bisogno di essere aiutato a studiare: come si scrive un’interrogazione e una delibera, certo.

Ma di che cosa sta parlando? Nella sua comune non facevate i concorsi pubblici?  Ma lei sta dicendo che i comuni non sono competenti?  E se il problema è altro? Ha mai sentito parlare per la semplificazione del linguaggio amministrativo?  Ha mai sentito parlare per la trasparenza dei concorsi pubblici nell’amministrazione comunale, provinciale o regionale?

 

Ma anche come si va in tv e per dire cosa, come si sta sui social network, come si interviene in pubblico.

La comunicazione in politica è la cosa importante ma non una comunicazione con lo stile del bar;  le chiedo scusa ma il suo stile non è quello di un politico! Il suo stile si avvicina di quello di Giorgio Mastrota,  il noto venditore televisivo. Grillo per 20 anni coinvolge con la satira politica e convince con i fatti PROVATI. Il resultato conferma la sua capacità: è riuscito a fondare il M5S.  I giovani parlamentari  hanno conquistato gli italiani con  la strategia della  trasparenza  dell’informazione e la tattica dell’onestà politica. 

 E come si studiano – sui libri e non solo – i fenomeni che stanno modificando ontologicamente la nostra società. Viviamo un tempo di trasformazioni impressionanti: tutti e ciascuno abbiamo bisogno di studiare di più, per capire di più. Tutti abbiamo bisogno di rimetterci in gioco. Tutti dobbiamo farlo

Perché? C’è qualcuno dei politici che non lo fa? E se di sì restituisca lo stipendio!

 

5. Il PD e le categorie su cui siamo forti. Il pubblico impiego, le pensioni, la scuola

A sì? Allora perché tagliare il deficit riducendo gli investimenti nell’innovazione e nell’istruzione?  Quello che lei ha fatto a Firenze non è niente di particolare per quelli sodi che prende lei e tutti i consiglieri comunali!  

 Siamo il primo partito nel pubblico impiego e nei pensionati. Il secondo partito tra gli studenti. Addirittura il terzo tra operai, disoccupati, professionisti, imprenditori. Vogliamo essere il primo partito in tutte queste categorie.

Poveri pensionati hanno pagato 2 euro per votare! Vergognoso! Chiedere i soldi nella giornata del voto! Alla faccia della democrazia e della novità politica!

Ma per farlo dobbiamo cancellare il conservatorismo di chi vorrebbe fare sempre le stesse cose.

Per l’onestà personale poteva dire che anche come leiL

Vivacchiare non serve a nulla e a nessuno. Neanche a mantenere il target su cui il Partito democratico è forte: pensionati e dipendenti pubblici. Non serve perché è sbagliato. Perché il mondo è cambiato e sono cambiati i bisogni anche di chi fino ad oggi ha scelto di votare per noi credendo in un progetto che, se non si rinnova, non è più un progetto.

Quale progetto?  Quali idee?  ”In dieci anni il bilancio del ministero dei Beni culturali è stato tagliato del 36,4 per cento, oltre un terzo”

 Quando eravamo piccoli un insegnante o una maestra di asilo, una professoressa o un docente sentivano su di loro il calore e l’affetto di una comunità che ne riconosceva il ruolo civile.

Per favore, non raccontarci per l’educazione scolastica! Ho pretesi perché ho insegnato per tanti anni  e cerco di imparare prima di insegnare.   Se si alzasse Pierre Bourdieu rispondesse alla sua “emozione” demagogica con un sondaggio chiaro e concreto per la realtà sociale non per la  critica sociale del gusto. 

 

 Intendiamoci, gli stipendi erano bassi anche allora. Non è solo una questione economica, ma proprio di autorevolezza sociale. Entrando in un bar, dialogando in una sezione, discutendo al campo sportivo o al circolo, in parrocchia o in piazza, l’insegnante era comunque visto come un punto di riferimento. Perché sapevi che a lui o lei ogni mattina tornavi a consegnare il bene più prezioso: l’educazione alla libertà di tuo figlio. Oggi non è più così: purtroppo.

Come è oggi?   Raccontaci i fatti che confermano la sua constatazione! Perché non racconta che “nel Parlamento italiano la percentuale di laureati è scesa dal 91,4 per cento della prima legislatura al 64’8 della quindicesima . Una flessione di 27 punti percentuali, in controtendenza con le altre democrazie: negli Stati Uniti i laureati al Congresso superano il 94 per cento.”  Perché per tutti questi anni Lei non ha discusso nel suo partito per questo? Forse la legge Gelmini non passava?!

 Gli insegnanti sono stati sostanzialmente messi ai margini, anche dal nostro partito. Abbiamo permesso che si facessero riforme nella scuola, sulla scuola, con la scuola senza coinvolgere chi vive la scuola tutti i giorni. Non si tratta solo di un autogol tattico, visto che comunque il 43% degli insegnanti vota PD. Si tratta di un errore strategico: abbiamo fatto le riforme della scuola sulla testa di chi vive la scuola, generando frustrazione e respingendo la speranza di chi voleva e poteva darci una mano.

Ancora la speranza! Basta!  Dica almeno una cosa concreta! E’ giusto dare i soldi alle  scuole private quando non ci sono i soldi per le scuole pubbliche?

 Il PD che noi vogliamo costruire cambierà verso alla scuola italiana, partendo dagli insegnanti, togliendo alibi a chi si sente lasciato ai margini, offrendo ascolto alle buone idee, parlando di educazione nei luoghi in cui si prova a viverla tutti i giorni, non solo nelle polverose stanze delle burocrazie centrali.

Che sta dicendo? Quale polvere? Ma che c’entra questo? 

 Casa per casa, comune per comune, scuola per scuola, da gennaio 2014 i nostri insegnanti, i nostri assessori alla scuola, i nostri circoli, i nostri ragazzi saranno chiamati alla più grande campagna di ascolto mai lanciata da un partito a livello europeo, sul doppio binario di una piattaforma tecnologica dedicata e di un rapporto personale, vis a vis.

Alla scuola non serve la politica! Alla scuola serve la carta igienica per i bambini!  La scuola non ha bisogno del  calore del suo discorso ma dal calore del riscaldamento J

Chiameremo il Governo, il Ministro, i suoi collaboratori a confrontarsi sulle proposte e sulle idee. E daremo risposte alle proposte degli insegnanti, non lasciandoli soli a subire le riforme, ma chiedendo loro di collaborare a costruire il domani della scuola.

Perché  avete tagliato tanto all’istruzione per tutti questi anni? Perché non chieda la responsabilità del suo partito per quello che dice?!

 È solo un esempio, sia chiaro, di quello che faremo. Perché non consideriamo il nostro elettorato più forte conquistato per sempre. Al tempo della società liquida un partito politico deve conquistarsi il consenso ogni giorno.

Ma che sta dicendo? Bho!

 

6. La proposta sul lavoro

 I nostri convegni, i nostri discorsi, le nostre mozioni danno spesso grande spazio alla parola “lavoro”. Ci piace discuterne. Ci rassicura sapere che la priorità è il lavoro. Ci emoziona pensare che la Costituzione – che pure vedeva la presenza di culture ben diverse tra loro – abbia messo il lavoro al primo posto, in cima agli articoli. Ne parliamo tanto, ma dobbiamo fare di più. Perché il lavoro è considerato un’emergenza solo a parole.

E poi? Che cosa vuole dirci? Questo lo sa anche la mia nipotina! Non ha niente di dirci per il lavoro? Abbiamo capito che avete parlato e avete usato spesso la parola “lavoro”.  E subito dopo ci dice che dovete fare di più!  Che cosa dovete fare di più? Di parlare di più o di usare di più la parola ”lavoro”?  Perché il lavoro debba essere l’emergenza? Questo è il nostro diritto! Ma di che cosa stiamo parlando?

 

 Ma oggi dobbiamo avere il coraggio di dire che, a parte il pubblico impiego,

Il pubblico impiego è tutto “vostro” e tutto detto bene? Vuole dirci questo?

 noi non riusciamo a incrociare le preferenze di chi lavora e nemmeno di chi sognerebbe un lavoro come i nostri concittadini disoccupati.

Che cosa ha fatto con i centri d’impiego a Firenze? Quanti posti siete riusciti a creare? E se no, perché non ha fatto qualcosa per cambiare questa struttura?  Aspettavate che il M5S decidesse il problema, come spesso ci dimostrano: con i numeri e con i documenti.

È imbarazzante sapere che il partito della sinistra italiana,

“sinistra italiana”? E’ sicuro?

 autore di alcuni tra i convegni più interessanti sull’operaismo, è il terzo partito tra gli operai. Le fabbriche non ci votano, ne siamo consapevoli?

Siete sicuri? Dove sono rimasti le fabbriche? Ci sono ancora? Siete sicuri?

I disoccupati non affidano a noi la speranza di stare meglio, ci è chiaro? Chi crea posti di lavoro, investendo sulle aziende e non sulla finanza, non si fida ancora di noi, lo sappiamo?

Lei lo sa? E se di sì, spiegaci come stanno le cose?

 Ecco perché dobbiamo cambiare verso.

Perché, per che cosa? Il verso di ragione? Lei  vuole persuadere? Quali sono gli interessi del cittadino?

Anche al modo di affrontare l’emergenza lavoro, in un Paese in cui qualcuno aveva proposto di creare un milione di posti di lavoro, ma alla fine di quella storia il milione di posti di lavoro è in meno, non in più.

Perché l’ha incontrato? Perché deve incontrare un capo del partito condannato? Perché deve incontrare un partito dove non sia un altro dirigente politico che possa mettere la faccia?

 Se toccherà a noi guidare il PD proponiamo di cambiare verso a questa discussione in modo molto netto.

Chi siete questi “noi”?  

Vanno cambiati i centri per l’impiego, in un Paese dove si continua a trovare lavoro più perché si conosce qualcuno che perché si conosce qualcosa: la raccomandazione più che il merito. E qualcosa vorrà pur dire se i centri per l’impiego in Italia danno lavoro a 3 utenti su 100 contro quelli svedesi che arrivano a 41 su 100 o quelli inglesi che raggiungono la cifra di 33 su 100.

Perché non ha cominciato a farlo nella sua comune? Perché non ha cambiato questa struttura? Perché non ha presentato un suo progetto diverso nel suo partito o nei ministeri che si occupavano per anni con questi centri? Aspettava il M5S?

Abbiamo bisogno di una rivoluzione nel sistema della formazione professionale, che troppo spesso risolve più i bisogni dei formatori che di chi cerca lavoro: e dobbiamo avere il coraggio di dire che sono state scritte pagine indecorose da alcune amministrazioni locali – persino vicine al nostro partito – nella gestione della formazione professionale.

Poteva citare almeno un’amministrazione locale!

Dobbiamo semplificare le regole del gioco: sono troppe duemila norme, con dodici riviste di diritto del lavoro, con un numero di sindacati e sindacalisti che non ha eguali in nessun paese occidentale.

A Firenze sono già cambiate le cose?  Il consiglio comunale aveva già approvato le norme diverse per il cambiamento del sistema lavoro?  Possa giungere a saldare le esperienze del suo mandato, consegnando al suo partito i modelli già realizzati? Se ci  sono, ovviamente? O aspettava il M5S?

La funzione insostituibile del sindacato va difesa dagli eccessi e garantita attraverso la legge sulla rappresentanza e una rigorosa certificazione dei bilanci di ogni organizzazione sindacale, così come la dignità della politica va difesa dagli sprechi di alcuni politici e della casta.

Quali politici? Se non si discute con i nomi e cognomi al vostro congresso, dove si fa?  Lei non fa parte della casta? E’ d’accordo con le due cariche e con i due stipendi?  Perché  non segue la volontà di rinnovamento delle nuove generazioni  dando l’esempio personale e politico! Perché non rinunci uno dei due stipendi che prende?  La speranza sì ma anche togliere i privilegi nella politica!

Le associazioni degli imprenditori e dei datori di lavoro – che tante indicazioni danno in occasioni delle proprie assemblee annuali – debbono essere chiamate a una precisa rendicontazione dei vari contributi che ricevono le aziende socie: diminuire i contributi a pioggia che ricevono alcune aziende per abbassare le tasse a tutte le aziende.

Lei aveva già informato il suo partito per il lavoro delle associazioni  degli imprenditori e dei datori di lavoro a Firenze?  Quali sono i resultati e possa citare il miglioramento in base dei contributi che ricevevano le aziende socie? 

Attenzione ai nuovi settori: Internet ha creato 700.000 posti di lavoro negli ultimi 15 anni, ma sembra ancora un settore riservato agli addetti ai lavori. E un piano per il lavoro da presentare al Paese prima del prossimo Primo Maggio per raccontare che idee abbiamo noi del lavoro, dalla possibilità di assunzioni a tempo indeterminato per i giovani con sgravio fiscale nelle aziende per i primi tre anni fino all’investimento necessario per chi si trova senza lavoro all’improvviso a cinquant’anni.

Che sta dicendo? Basta applicare l’art. 36 della Costituzione:  “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

7. Il PD come partito di amministratori, di circoli, di parlamentari

 Sono tre le basi del nostro PD. I circoli, aperti, entusiasti, appassionati. Fatti dai militanti che meritano la nostra attenzione, la nostra gratitudine, il nostro rispetto. Che ci mettono la faccia sempre, anche quando costa fatica. Che fanno iniziative e feste, approfondimenti e volantinaggi. Che conoscono ancora il gusto di attaccare i manifesti e non meritano di essere costretti a serate batticuore come nelle ultime elezioni. I circoli però non devono essere solo il luogo dove trovare braccia quando c’è da lavorare, devono essere la sede naturale del confronto con i cittadini.

 “ I circoli, aperti, entusiasti, appassionati “. Chiedo scusa, mi trovo nell'imbarazzo totale: un circolo possa provare le emozioni?  Ma non è un luogo per le slot machine? Chi paga le spese di tutti questi circoli ?

Gli amministratori. Che sono abituati a decidere, che non possono permettersi di tentennare in un tempo in cui la parola d’ordine sembra essere sempre rinviare, che sanno assumersi le proprie responsabilità. E che spesso sono lasciati soli.

Parla per se stesso?  Si spiega meglio? Non è facile dividere le doppie cariche che ha;(

I fiorentini raccontano anche questo: “ Il sindaco Renzi senza un regolare concorso ha assunto ben 100 persone a chiamata diretta. Anche questa operazione ha un costo per noi cittadini: ben 25/ 30 milioni di euro che si sommano alle ‘spese di rappresentanza’ pari a 20 milioni e ai 9 milioni dati ai giornali e tv locali. Se arrotondiamo per eccesso tutta questa storia ci è costata 60 milioni di euro.” E’ vero?, fonte: infiltrato.it

E poi i parlamentari, che devono avere sempre di più la consapevolezza di essere maggioranza in Parlamento. Il PD deve dettare l’agenda, non subirla: e questo anche nel tempo delle grandi intese, a maggior ragione dopo. Negli ultimi 20 anni abbiamo subito l’agenda degli altri: cambiamo verso!

Nomi e cognomi!? Chi sono i responsabili per l’incapacità politica governativa e opposizionale per tutti questi 20 anni?

 Nel PD che faremo conteranno di più i territori e di meno i dipartimenti centrali. Rottameremo innanzitutto le correnti, perché le buone idee non sono monopolio di qualcuno e non ci possiamo permettere un segretario che sia semplicemente punto di equilibrio tra gruppi diversi.

Vuole fare Berlusconi bis nel suo partito?  Lei rifiuta il suo ruolo di equilibrio tra gruppi diversi nel partito?  Vuole comandare o dirigere? Quale è la differenza tra un dirigente POLITICO e un dirigente amministrativo? 

 Il partito è di amministratori, di circoli, di parlamentari: di tutti insomma.

No, questo non è un partito, è un Movimento! PD è un partito o un Movimento?

Poi ha bisogno, al centro come in periferia, di avere dei punti di riferimento.

Lei sta dicendo che per 20 anni nel PD ( centro e periferia) non esistevano i punti di riferimento?

Qualcuno tra noi ritiene che la parola leader sia una parolaccia.

Chi ha detto questo? Nome e cognome?!

Ogni squadra ha un capitano. Se gioca bene il capitano, gioca meglio la squadra; se gioca bene la squadra, è più semplice il lavoro del capitano. La foga con cui una parte del nostro mondo cerca di distruggere i propri capitani è incomprensibile e dannosa: non abbiamo perso perché avevamo leader troppo forti, ma perché gli italiani non hanno considerato sufficientemente forti i nostri leader. Che è una cosa ben diversa.

E’ forte questa! Capisco la sua volontà di fare un bravo comunicatore. Non c’è niente di male. Lei si dimentica della tradizione del suo partito e delle memorie di queste tradizioni! Costruire una grande forza politica come la descrive lei, è già da  20 anni nel Parlamento!  Il “capitano”  troppo forte è una strategia già sperimentata ,  una specie di “eredità anticipata”  o la riconversione del capitale sociale della famiglia con un ricco matrimonio, o ancora, il fatto di indirizzarsi verso mercati meno tesi, in cui la produttività del capitale economico, culturale e sociale è maggiore (come, un tempo, nelle colonie o la chiesa, in cui l’accesso non era subordinato al possesso di capitale economico, e neppure al possesso di capitale culturale)

 

8. Custodi del bipolarismo

 Chiediamo soprattutto a questo congresso di pronunciarci sul modello di partito che vogliamo offrire agli italiani. Noi crediamo nel bipolarismo e nell’alternanza. Pensiamo che le larghe intese siano una faticosa eccezione, non la regola. Vogliamo un bipolarismo gentile ma netto. Gentile nel senso che non sopportiamo più la violenza verbale riservata agli avversari nei talk-show e sui giornali (talvolta non solo agli avversari:

Lei  invasa  i salotti TV? Non le sembra che parla una cosa e fa l’latra?

 garantiamo che noi rispetteremo sempre i nostri compagni di strada e competitor interni, non ci sono ‘fascistoidi’ nel nostro partito!). Gli stessi che si scontrano all’arma bianca nei talk poi votano lo stesso governo alla Camera dei Deputati. Maggiore gentilezza dunque, ma nettezza inequivocabile sul sistema di governo.

Non ho capito nulla? Aiutoooo! Nomi e cognomi?

La legge elettorale che proponiamo ai cittadini nelle primarie dell’8 dicembre è una legge che sia chiara, che faccia sapere subito chi ha vinto e chi ha perso, che garantisca a chi ha vinto di poter fare, a chi ha perso di controllare e soprattutto ai cittadini di giudicare. Una legge elettorale che tolga gli alibi a chi governa “non mi hanno fatto lavorare” e che restituisca ai cittadini il sacrosanto diritto di scegliere a chi affidare i propri sogni, le proprie speranze, i propri progetti. Pensiamo che il PD abbia il dovere di fare la prima mossa sulla legge elettorale partendo dalla Camera di Deputati dove già adesso ci sono i numeri per modificare il sistema autorevolmente ribattezzato “Porcellum” dagli stessi ideatori della norma.

Ma lei si rende conto che non è stato mai eletto in parlamento?  Berlusconi è stato cacciato in  quanto delinquente o no? E voi due dovresti decidere  a nome di milioni di italiani in che modo votare? Ma di che cosa stiamo parlando?

9. Comunicazione e trasparenza

 Un partito che sappia comunicare bene. Perché la parola comunicazione non deve fare paura.

Chi è spaventato? Nome e cognome per favore!

 Chi non comunica è perduto.

Quanti perduti ci sono ? Complicare è facile, semplificare è difficile.

Saper usare la comunicazione è una priorità per la madre che insegna a parlare al bambino,

Solo la madre?

 per l’innamorato che vuole esprimere il proprio sentimento alla persona che ama,

E gli occhi? Che ne dice per il linguaggio degli occhi?;)

per il lavoratore che deve confrontarsi con i colleghi,

Dirigere in modo non autoritario!

 per i nonni che vogliono entrare in rapporto con i nipoti.

Il rapporto nonno e nipote è vincente! Tranquillo! Basta che il politico non fa lo psicologo!!!

 

Senza comunicazione non c’è vita.

Comunicare l'un l'altro, scambiarsi informazioni è natura! A me non basta che un politico parla troppo ma CHE COSA parla?  A nessuno non piacciono i discorsi  estremamente formali con molte informazioni dettagliate dove ognuno si possa perdere, ma questo non significa che il discorso deve saltare sulla strada tecnica e quella estetica!  Dove è lo spazio sociale? 

In questi anni abbiamo finto di pensare che la comunicazione fosse patrimonio della destra e che chi tra noi parlava di comunicazione in realtà fosse un potenziale traditore, un infiltrato del nemico.

Chi si è comportato in questo modo? Qualcuno del suo partito? Nomi e cognomi!

Recuperare una dimensione pulita e semplice di comunicazione partendo da un più accorto uso degli strumenti di proprietà del PD e dialogando con le realtà editoriali ad esso collegati sarà una nostra priorità. Inizieremo con l’obiettivo di spendere meno in comunicazione rispetto agli ultimi anni.

Parlare poco ma usare il linguaggio chiaro e corretto! Le parole giuste valgono molto e costano poco!

 Spendere meno, ma spendere meglio. E rendicontare tutto, ogni centesimo, attraverso la totale trasparenza delle spese.

Per 20 anni chi non ha fatto questo? Perché lei non chiede un rende conto a ognuno dei parlamentari?

Se inizieremo noi, poi saranno costretti a farlo tutti.

Basta seguire l’esempio positivo del M5S! Per loro la trasparenza è fondamentale. 

Inizieremo dai soldi raccolti con le primarie che a differenza del passato dovranno avere una destinazione e un utilizzo chiaro. Tutta la rendicontazione la metteremo su Internet, accessibile a tutti.

La situazione nella città di Firenze com’è?  Quando possa continuare la sua indifferenza dell’opinione pubblica per la sua condanna? E’ vero questo?  :

“ Matteo Renzi in città sta avendo un calo dei consensi. Oltre il centro, il resto della città è in malora, c’è degrado e violenza e lui, a parte l’inaugurazione di qualche fontanino o giù di lì, non fa molto. Firenze ha bisogno di essere amministrata 24 ore su 24: il sindaco della città non può andare via per tre mesi in giro per l’Italia perché impegnato nelle primarie e continuare a riscuotere denaro pubblico. Se lo fa deve dimettersi per correttezza e trasparenza. Per fino il suo assessore Fantoni preoccupato dei conti del Comune ha deciso di dimettersi dalla giunta accusando Renzi di usare Firenze per far carriera. E pensi che alla fine ha chiamato noi dipendenti comunali dei “fantozzi”, fonte: infiltrato.it

Il PD non è l’obiettivo, è lo strumento. Noi non vogliamo chiudere le sedi del PD, anzi vogliamo spalancarle. Vogliamo cambiare l’Italia e il PD è lo strumento per questo.

Che sta dicendo? Vuole una nuova forma partito? Un partito che garantisce il “buon” governo, guidato da lei?  Si spiega meglio, per favore! Troppe volte nei suoi discorsi lei confonde l’obiettivo con lo strumento!  Diventare segretario del PD è stato un obiettivo o uno strumento per lei?  Fare il sindaco è un obiettivo o uno strumento!  Lei non è un po’timido intellettualmente nel campo delle scienze politiche dell’amministrazione e del Sistema dei partiti e dei sindacati nell'età contemporanea, con tutto il rispetto?

2 – IL PD DEVE CAMBIARE VERSO ALL’ITALIA

  1. Tutti devono cambiare

Lei usa terza persona plurale? Come mai?

 Abbiamo il coraggio di dirci la verità.

E’ una domanda? Lei ha coraggio di rispondere a  Alessandro Maiorano  che dice:”  Renzi ha speso 60 milioni di soldi pubblici tra cene, viaggi e prebende”.

I numeri sono impietosi, drammatici. L’Italia è ferma da vent’anni, non cresce, perde posizioni. Il prodotto interno lordo non può essere l’unico indicatore dello stato di salute di una comunità, lo sappiamo. Ma dai disoccupati ai consumi interni il segno meno è davanti a tutte le graduatorie, export escluso. Occorre cambiare verso, dunque.

Anche i bambini nella scuola elementare stanno studiando questo!  E allora? Pratichiamo il Pop come oggetto della filosofia? “ La moda, la pubblicità, i telefilm, i fumetti, il calcio…li travestiamo con la stessa dignità dei classici del pensiero?   Da dove arriva la sua battaglia delle idee? Dal pensiero critico politico o dal pensiero sociale del gusto: dalla fiction al fashion, dalla filosofia dell’avvenire alla chiacchierata in bar? 

Perché il paradosso è che l’Italia ha risorse per farcela. Fossimo un altro Paese,

“altro Paese”?  Forse?

probabilmente, dovremmo gestire la crisi e abbassare il livello delle nostre ambizioni.

Per 20 anni chi non l’ha fatto? Perché?  Se ci sono, cita  troppo  ambiziosi nel PD!

 

 Ma il felice paradosso è che noi abbiamo le possibilità e le potenzialità per uscirne rafforzati.

Lei intende “Il paradosso di Easterlin” o c.d. “paradosso della felicità” (California)?  Collegando la felicità con il reddito, secondo   R.Eastrelin,” la felicità umana aumenta fino ad un certo punto, poi comincia a diminuire, seguendo una curva ad U rovesciata.” Le chiedo scusa per la domanda,  lei è più felice quando prende due stipendi  o sente già  il rovesciamento???

 

 

Ci manca la volontà politica di operare un netto cambiamento. All’Italia non bastano piccoli aggiustamenti, ma serve una rivoluzione radicale.

Mi suona molto conosciuto!  E’ Marx, “La rivoluzione radicale nasce dalla lotta di classe”? Ha ha ha!

Quale sarebbe l’altra classe che sia considerata responsabile di tuti i mali della società  stessa(italiana)?

 

Il PD deve essere il partito della svolta, non quello che perpetua lo status quo, dove continuano a fare e disfare i soliti noti. Usciremo dalla crisi solo se metteremo finalmente mano alle riforme strutturali di cui tutti parlano da decenni e che invece stiamo ancora aspettando.

Lei non fa parte di tutti quelli che parlano da decenni?

 L’Italia non può più aspettare perché ha già perso vent’anni e sta pagando il fallimento di un’intera classe dirigente.

Lei gode di grande successo come il sindaco di Firenze?

 “ Un uomo è come una frazione il cui numeratore è quello che è, e il cui denominatore quello che pensa di sé. Più grande è il denominatore, minore la frazione.”( Lev Tolstoj )

Cambiare tutto non sarà facile, cambiare tutti qualcosa però sarà un dovere. Il nostro dovere.

Cambiare tutti? Chi? Come? Lei come si cambierà?  Secondo me meglio non cambiare mai e cambiare tutti i giorni!

Chi dice: vanno bene le cose così come sono, va bene il partito così com’è, può non votare per noi.

Perché gli italiani continuano a votare un uomo corrotto?

 

2. Semplicità

 Davanti alla complessità della crisi fa bella figura chi dimostra di saper elaborare complicati concetti, profonde discussioni, dettagliate analisi. Sono temi che ci stanno a cuore e che è bello sviscerare. Compito di un partito politico, però, è saper offrire risposte semplici. Non semplicistiche, non semplificate: semplicemente semplici.

Avete sentito? “semplicemente semplici”… che complessità della semplicità!

L’Italia deve riscoprire la semplicità. Ovunque. In un sistema fiscale incomprensibile persino per gli addetti ai lavori. In un sistema amministrativo dove orientarsi è impossibile persino per i più scafati capi di gabinetto. In un sistema normativo dove abbiamo una produzione legislativa che affolla le aule di tribunale per i ricorsi. Semplicità, chiarezza, trasparenza. Sono concetti abusati nel dibattito, poco usati nella pratica. La rivoluzione digitale e l’accessibilità alla rete possono essere una parte della soluzione, solo a condizione di modificare la mentalità dei dirigenti pubblici. Mettere online tutte le spese dello Stato e di tutte le amministrazioni locali consente un controllo costante dell’opinione pubblica. Per essere credibili, però, dobbiamo iniziare da noi stessi. Dai nostri comuni, dalle nostre amministrazioni.

Faccia pure anche lei!

 Inseguire la semplicità significa che il PD proporrà progetti di riforma sul fisco, sulla giustizia e sulla pubblica amministrazione, discussi in tempi certi con i circoli, con gli amministratori, con i parlamentari e aperti alla discussione tramite vecchi canali e nuove tecnologie. Partendo dal presupposto di uno Stato che cerca di lasciare liberi i cittadini. Di rispettare i tempi delle persone, per esempio non chiedendo più di produrre un documento di cui sia in possesso un’altra amministrazione pubblica. E consentendo alle aziende straniere di poter investire in Italia, perché oggi la confusione normativa, burocratica, fiscale e i ritardi biblici della giustizia costituiscono il primo ostacolo a investimenti stranieri e quindi alla creazione di nuovi posti di lavoro. In un mondo globale, il problema non è se l’imprenditore è italiano o straniero, ma se crea valore alle aziende oppure no, se crea posti di lavoro oppure no. L’italianità da difendere non è il passaporto dell’azionista, ma la qualità dei prodotti, l’investimento e l’occupazione.

Avete capito: “semplicemente semplici”! Mi ricorda questo: “ semplicemente complicato complicare semplici complicità!”(sulla rete). Sospetto che la differenza stia proprio nel fatto che mentre Lei vorrebbe un discorso semplice nel senso del contrario di complicato, una teoria della linguistica è semplice nel senso che ha ridotto il complesso ( le regole della comunicazione).  Parla di meno per favore e così faccia meno danni al PD!

 Non vogliamo essere il partito delle tasse. Non dobbiamo più consentire a nessuno di definirci il partito delle tasse. Perché non lo siamo.

Sì? Quale è la verità? Che cosa sta facendo il Governo del suo partito? Lei è già responsabile per i lavori governativi! Se cade il Governo, lei ha pensato di dimettersi? 

E perché chi lo dice in questi anni non ha ridotto la pressione fiscale. Strumenti veri per combattere l’evasione fiscale, aiutare le aziende rendendo l’Agenzia delle Entrate non il nemico ma il partner, che prova ad aiutarti prima che a sanzionare, investire sulle fatturazioni digitali ma anche sul pagamento oltre il contante che ancora rappresenta una nicchia di mercato troppo piccola, anche per l’eccessivo costo imposto dal sistema bancario.

In Italia ci sono le condizioni per la realizzazione dell’agenda digitale? La criminalità informatica è aumentata o no? Non esiste il rischio di un calo della fiducia nelle reti? Ci sono gli investimenti nelle reti o mancano?  E’ sufficiente l’impegno del suo Governo (del suo partito) nella ricerca e nell’innovazione?  Il Governo e il suo partito è riuscito a rispondere in tempo  ai problemi  della società italiana?

 

3. Contro i nostri tabù

 Vogliamo utilizzare il Congresso per discutere sul serio, sfatando alcuni tabù anche nel nostro campo. Tutto ciò che otterremo dal recupero dell’evasione fiscale dovrà essere utilizzato soltanto per riduzione delle tasse, non producendo ulteriore spesa.  Tutto ciò che otterremo dalla dismissione di patrimonio dovrà essere utilizzato soltanto per ridurre il debito, non producendo ulteriore spesa. Il PD non sarà mai subalterno al mercato, che deve regolare

Vorrei una legge sulla responsabilità giuridica dei partiti per le spese fatte con i soldi pubblici  per 20 anni;(  Il partito non possa chiedere la responsabilità pe il fallimento politico!

. Ma proprio per questo la politica non può interferire con operazioni economiche e finanziarie che devono essere garantite da leggi chiare e non modificabili in corso d’opera. Proprio perché non siamo subalterni non ci interessano le avventure dei capitani coraggiosi o dei patrioti che nel corso dell’ultimo ventennio hanno alimentato un modello di capitalismo all’italiana più basato sulle relazioni che sui capitali. E vogliamo dire parole chiare sulle banche, che devono fare le banche e prestare a chi ha idee e bisogno, non a chi specula in nome di “operazioni di sistema”. In Italia le banche sono ovunque, nelle proprietà dei giornali come nella gestione delle aziende, tranne dove devono stare davvero: a dare una mano alle famiglie, alle piccole imprese, agli artigiani, al cuore pulsante dell’economia italiana. Ogni grande operazione – voluta dalla politica o difesa dalla politica – che fallisce o va in sofferenza, riduce in modo esponenziale la possibilità di dare credito a chi ne avrebbe bisogno, a chi potrebbe investire, a chi potrebbe crescere con le proprie gambe e non con il sostegno di amici degli amici.

Poche regole chiare per consentire ai players dell’economia di giocare a carte scoperte, tutti con le stesse opportunità. Garantire l’uguaglianza, insomma. Senza che nessuno sia più uguale degli altri.

Quali sono i rapporti suoi con: Vaticano, Rai, banche e la diplomazia?

4. Il partito dei diritti…

Il PD che noi vogliamo è il partito dei diritti. La nostra Italia è uno spazio accogliente per tutti, costruisce sul talento di ciascuno, consente a ognuno di perseguire il proprio progetto di vita. Costruire una società veramente rispettosa e inclusiva è un’operazione possibile e vantaggiosa per la società intera. C’è uno spazio nel quale la libertà di ogni persona di compiere le proprie scelte, anche le più intime e fondamentali decisioni della vita, può convivere in armonia con la libertà di ciascuno di vivere liberamente le proprie convinzioni. E’ in quello spazio che è possibile costruire un Paese avanzato sul tema dei diritti civili, senza alcuna paura di cancellare la nostra identità e le nostre radici culturali. L’espansione dei diritti delle persone non può essere un’operazione a somma zero, in cui qualcuno vince e qualcuno perde: deve essere al contrario un modo per far crescere l’intero Paese. L’altra faccia della medaglia dello sviluppo economico, infatti, è rappresentato da quello civile. L’Italia deve costruire una cultura dell’inclusione. La scuola, le famiglie, i media, le associazioni – ma questo è un compito che spetta individualmente anche a ciascuno di noi – devono diventare parte della costruzione di un paese più rispettoso, più inclusivo, più incline a comprendere che le differenze sono una ricchezza, una straordinaria opportunità per il nostro Paese. Negli ultimi mesi si sono fatti essenziali passi avanti: il Parlamento ha approvato un fondamentale provvedimento di legge volto a contrastare le violenza contro le donne e si è avviato alla Camera il percorso che condurrà a una legge contro l’omofobia e la transfobia. Passi importanti, ma non sufficienti. Le norme penali non possono essere l’unico strumento per limitare questi fenomeni inaccettabili: ciò che dobbiamo costruire è l’educazione di tutti a un rapporto più gentile tra le persone.

Questa parte del suo discorso è politico, secondo lei? Lei è capace di riconoscere il proprio limite radicale del partito democratico?  Il caso Cuperlo come lo definisce?

 

5. …e il partito dei doveri

 Ma proprio perché ci candidiamo a essere il partito dei diritti vogliamo essere anche il partito dei doveri. Della legalità, che è un valore sempre, per tutti non solo contro uno. Essere il partito della legalità significa combattere una battaglia non solo verbale contro una criminalità organizzata che uccide meno di prima e in modo meno evidente ma che è sempre più presente nel tessuto economico, nelle botteghe delle città, nelle aziende del nord costrette all’usura e poi a vendere, nel commercio di cocaina. Ricordare i martiri dello Stato è dovere civile per ciascuno di noi. Ma combattere la criminalità con strumenti efficaci e moderni è il vero modo per non disperderne la testimonianza, per non ignorarne il martirio. Essere il partito della legalità significa chiedere una riforma della giustizia civile, amministrativa, penale. E affrontare la scandalosa questione delle condizioni di vita nelle carceri, passando dalla porta giusta: la riforma della Bossi-Fini e della Giovanardi, la riforma della custodia cautelare dove autentiche vergogne per il Paese vengono messe in evidenza dai media (e meno male almeno in questi casi accade) solo quando ci sono personalità importanti, l’implementazione di sistemi alternativi alla detenzione. Pensare di affrontare il problema dello svuotamento delle carceri con un provvedimento di clemenza sette anni dopo l’ultimo indulto trasformerebbe questo strumento eccezionale in una sorta di condono mascherato, risolvendo l’emergenza carceraria soltanto per qualche mese e senza garantire ai territori e ai comuni di impostare progetti di reinserimento per evitare la recidiva.

 Garantire l’uguaglianza è un imperativo della nostra carta costituzionale. Ma spesso la Costituzione si cita in piazza e si dimentica nella quotidianità. Si difende la Costituzione, solo se si attacca la rendita. Pensiamo che l’uguaglianza sostanziale di cui all’articolo 3 sia attuabile solo se rimuoviamo gli ostacoli. Ma l’uguaglianza non significa ugualitarismo. Non significa uccidere il merito: significa che chiunque può giocarsela.

 Chi oggi dice che non si può toccare la spesa pubblica si pone dalla parte di chi vuole conservare l’esistente, cioè un sistema ingiusto e inefficiente. Modificare la spesa pubblica, garantendo più diritti a chi non ne ha, è un’assoluta priorità per il nostro welfare tutto incentrato sulla difesa di alcune categorie e non di altre. Possibile non chiedere un contributo di solidarietà a chi riceve pensioni d’oro? Possibile non modificare il sistema degli assegni sociali, dando di più a chi più bisogno, ed eliminando le contraddizioni del meccanismo attualmente vigente?

“Davvero il rispetto dei diritti è il banco di prova dell'incontro tra le diverse correnti del nostro umanesimo?” I correnti nel nostro umanesimo sì e per i correnti nel nostro partito no?! 

 

6. Territorio

 Il PD che vogliamo è un partito che sa ripartire dai territori e riesce a disseppellire i tesori sepolti dalla pessima gestione dei nostri beni comuni. Se vogliamo creare lavoro e benessere, dobbiamo riuscire a far incontrare il meglio delle nostre vocazioni – la bellezza delle città e del paesaggio, il ricco e dinamico sistema di imprese locali, lo spirito di impresa e la sfida della creatività che ha fatto grande il Made in Italy. L’Italia è il 72° paese come estensione, come numero di abitanti siamo meno dell’1%, lo 0,89% della popolazione mondiale. Nonostante questo nel mondo ‘è una grande attenzione verso l’Italia, c’è voglia di Italia. Voglia di visitare l’Italia, voglia di mangiare italiano, voglia di vestire italiano. Ci sono imprenditori bravissimi che sono riusciti a portare l’Italia nel mondo e far crescere il desiderio di Italia. Noi dobbiamo solo aiutarli a non essere penalizzati, dobbiamo aiutarli se nel mondo si affermano prodotti alimentari che di italiano hanno solo il nome. Per il turismo non ha senso che ogni regione si muova autonomamente, così si attrae meno e si spende di più. A questo proposito occorre aprire una discussione sulla riforma del titolo V° della Costituzione, che ha dato troppi poteri alle Regioni. La promozione del territorio è importante, mentre la tutela ambientale è fondamentale. 5 miliardi è in media il costo annuo dei disastri ambientali, un costo che potrebbe essere drasticamente ridotto se decidessimo di investire in prevenzione. Basta scaricare le responsabilità e ridurre i territori a discariche del disimpegno della politica. Basta con l’Italia peggiore che fa il giro del mondo mostrando un insopportabile degrado con i casi Ilva a Taranto, per i veleni sotterrati dalla camorra in Campania, per l’acqua che non arriva in casa e i fiumi inquinati perchè mancano fognature e depuratori, per i rifiuti ammassati per strada o trasferiti via mare in altri Paesi che è come ignorare il tema e rinviare le scelte che sono un dovere della politica e della pubblica amministrazione.

Perché attacca “in modo volgare, violento e offensivo un’oncologa che critica i termovalorizzatori con dati alla mano.” ? Le chiedo ancora una volta la scusa, ma lei legge queste ricerche scientifiche? Noi  cittadini abbiamo bisogno di essere informati. Le emozioni le lasciamo a casa.

 

7. Sud come opportunità

 Per il sud dobbiamo farci promotori di una strategia fondata su investimenti mirati, non a pioggia, e concentrata sui fattori di lungo termine della crescita: infrastrutture materiali e immateriali, istruzione, ricerca, efficace controllo del territorio contro l’illegalità diffusa e la criminalità organizzata, apertura dei mercati chiusi, superamento del carattere categoriale del Welfare , concentrando gli interventi sulle famiglie povere con minori.

 Insomma: non soluzioni alla ricerca di un problema-come è accaduto con la Banca del sud di Berlusconi e Tremonti, ma sistematica strategia di riduzione degli ostacoli che ostruiscono la strada della crescita. Sapendo che il divario di sviluppo  accumulato dal Sud rispetto al Nord è così ampio e le potenzialità inespresse così grandi-da consentirci di affermare che il successo di questa strategia-esplicitamente rivolta a cambiare la struttura stessa degli incentivi che sono alla base dell’attività economica, nel suo rapporto con la politica-potrà favorire un ritmo di crescita, al Sud, significativamente più elevato rispetto a quello del Centro-Nord.

Il suo partito che cosa ha fatto per il sud?  Il nord del paese cosa ha fatto per il sud?

 

8. Terzo settore, anzi primo

 Ci sono cinque milioni di italiani che ogni giorno fanno qualcosa per gli altri tramite l’associazionismo, il volontariato, il no profit.

 Lo chiamano terzo settore, ma in realtà è il primo. Perché dà il senso dei valori in cui crediamo: è il mondo del volontariato generoso, delle cooperative sociali, dell’assistenza solida e solidale. Occupa 1 milione di lavoratori, ma soprattutto aiuta il paese a non cadere nel vittimismo. Il PD che faremo starà a fianco di questo mondo con entusiasmo e rispetto.

Basta la carità! Ci vuole la giustizia!

 

3 – L’ITALIA PUO’ CAMBIARE VERSO ALL’EUROPA

1. Ce lo chiede l’Europa?

 Non è in crisi l’Italia.

Che cosa? Allora confermi quello che dice Letta?

O meglio, non è in crisi solo l’Italia.

Dovremo stare  sereni ? I bar sono pieni ancora?

È in crisi l’Europa che si scopre a fatica non più cuore economico del mondo.

E che è? Il fegato bruciato?

 Il sogno e la visione dei padri costituenti dell’Europa di fare del nostro continente sempre più un luogo di pace ha visto una progressiva realizzazione. I nostri nonni affrontavano i francesi e i tedeschi sui campi di guerra, noi abbiamo la fortuna di essere divenuti la generazione Erasmus.

Che c’entra adesso l’Europa con Erasmus? Per 20 anni avete tagliato il deficit riducendo gli investimenti nell’istruzione? Bho!

Mai prima di oggi si era registrata una stagione di pace cosi intensa e bella.

Dove? Come? Io vorrei solo la PACE! L’intensità e la bellezza  le lasciamo per altre cose!  Se c’è “bella pace” come è quella brutta?

Ci sono state delle pagine vergognose che non vogliamo dimenticare mai, da Srebrenica al mercato di Sarajevo. Ma l’Europa come occasione per garantire la pace nei confini interni ha funzionato. È arrivato il momento di dire con forza che quel sogno così bello e rilevante non può bastare più. E il ritornello “Ce lo chiede l’Europa” ci ha stancato. Le cose che dobbiamo fare le vogliamo fare per noi, non per i burocrati di Bruxelles.

Quali burocrati? I nomi e cognomi?

Ci interessa adesso che la politica italiana inizi a dire cosa chiediamo noi all’Europa. E vogliamo che il PD sia protagonista – non solo alle Europee – di una campagna per raccontare che tipo di idea di Europa abbiamo in testa e di una battaglia per realizzare un’Europa dei cittadini e non solo dei tecnici.

 Nella seconda metà del 2014 l’Italia guiderà il semestre europeo. Si tratta di un appuntamento molto atteso, che il PD dovrà riempire dei propri contenuti. Basta con il “ce lo chiede l’Europa”, iniziamo a dire cosa chiediamo noi all’Europa. La sfida è istituzionale, sociale, economica.

La sfida politica dove si è persa?

2.Verso gli Stati Uniti d’Europa

E l’autonomia degli Stati?

 Si può procedere nella direzione degli Stati Uniti d’Europa solo a condizione di investire di più su un’idea di identità europea. Non ci piace l’Europa che ci dice tutto sulle normative per impacchettare i prodotti tipici ma ci volta le spalle sulla questione immigrazione. Immaginiamo un’Europa che gradualmente proceda verso l’unificazione federale, che punti all’esercito europeo, a una diplomazia comune partendo dalla scuola di diplomazia unitaria.

 E per essere coerenti con questo lungo percorso immaginiamo che le Elezioni Europee – verso le quali ci avviciniamo in un rapporto di sempre maggiore integrazione con il Partito Socialista Europeo – non siano un test per capire lo stato di salute dei partiti in Italia o magari l’occasione per vedere se c’è spazio per qualche nuovo partitino. Sarebbe un’occasione persa, sarebbe un errore imperdonabile. Proviamo a segnare la differenza: più potere per il Parlamento europeo, risorse certe ed autonome per il bilancio UE, elezione diretta del Presidente Europeo e poteri esecutivi per la Commissione, la progressiva equiparazione della Banca Centrale Europea a vero e proprio custode della moneta unica, sul modello della Federal Reserve negli Stati Uniti. L’Europa ha bisogno di essere governata dai rappresentanti dei cittadini non da un’oscura burocrazia. Perché non basta l’unione monetaria: il futuro è l’unione politica.

L’orientamento del Pd nei confronti del Fiscal Compact?

3. Una sfida

 Il PD deve chiedere che i giovani europei possano sperimentare un servizio civile continentale, che le normative sul lavoro vadano progressivamente integrandosi, che gli scambi studenteschi e universitari siano ulteriormente implementati. Il PD deve chiedere che ci sia una voce unitaria nella politica estera, un’attenzione non saltuaria alle emergenze umanitarie, alle guerre civili, ai conflitti dimenticati. Il PD deve chiedere all’Europa di considerare il Mediterraneo davvero il Mare Nostrum e dialogare con le sponde africane con un linguaggio nuovo di cooperazione ma anche di potenziale sviluppo, come è accaduto negli anni Novanta con l’Adriatico durante la crisi umanitaria in Albania, Paese che adesso speriamo di accogliere quanto prima nell’Unione Europea. Solo che ti serve la politica. Non puoi lasciare tutti i problemi sulle spalle dei sindaci coraggiosi o dei volontari della Caritas. Ecco perché occorre la politica.

“deve, deve, deve, deve e deve”?  Perché sempre  si  parla “deve” e mai fatto? Che significa  “ecco perchè occorre la politica?” Fino ad oggi non occorreva? Bho!

 

4. No alla tecnocrazia

 Se l’Italia fa l’Italia, se l’Italia fa il suo mestiere, l’Europa trae giovamento. E rottamiamo anche l’idea di Istituzioni che si pongono soltanto come guardiano dei conti altrui.

L’Italia “sa” per “fa”? O “fa” per “sa”?  “Rottamiamo l’idea”?  Come? Come si fa rottamare l’idea?

 Le politiche di euro-austerity hanno dimostrato il fiato corto e si sono rivelate inidonee e a rilanciare la ripresa.

Solo “le polemiche” o le azioni e resultati?  I dati con nomi  numeri, per favore!

Il PD deve cambiare verso a questa discussione assicurando l’impegno italiano per rimettere a posto i conti.

Che significa “l’impegno italiano”? Per citare uno dovrebbe esistere l’altro per paragonarlo, no?

 Non rimettiamo a posto i conti perché ce lo chiedono le cancellerie europee: rimettiamo a posto i conti perchè ce lo chiede la serietà verso il destino dei nostri figli e dei nostri nipoti.

Solo il futuro lo richiede?  Chi non ha risposto a questa necessità  e perché? I nomi, per favore! A Firenze i conti pubblici sono a posto? Esiste  la differenza tra lavoro politico e quello amministrativo?  Non si sente nell’imbarazzo  con le due cariche e due stipendi  come i dirigenti degli ex  partiti comunista  nei paesi dell’Est negli anni novanta?

 Ma il PD che cambia verso all’Italia

Prego? “ cambia verso all’Italia”? Dove era girato il partito di prima?

ha tutti i titoli per chiedere all’Europa di modificare il proprio approccio tecnocratico, che non risolve i problemi di crescita.

“crescita”? E la crisi? Sono già fatte le richieste per chiarire o intende il futuro?

Per competere nel mercato globale, l’Europa ha bisogno di noi.

Ma non siamo noi l’Europa? Non siamo noi i fondatori? Chi non ha capito questo e perché?

 L’Europa non può essere semplicemente il guardiano dei conti, l’Europa non è può essere un estratto conto.

Perché no?  Se noi siamo l’Europa è giusto che facciamo i conti ma con gli scontrini? Ci sono?

L’Europa è un organismo complesso, fatto di persone, storie di vita, istituzioni locali, culture e territori.

Davvero?  Se l’Europa è organismo, l’Unione che cosa è?   Se l’Europa è “istituzioni locali” quali sono gli istituzioni europei? 

 Non basta fissare qualche percentuale per governare questo organismo complesso, serve conoscere il suo passato e definire il suo futuro.

Che cosa? Bho!

 I conti non sono un fine a sè, sono un mezzo; un mezzo per definire saldamente il futuro di una comunità.

Che centra adesso il conto e l’umanità? Il mezzo e lo strumento?  Un pasticcio della terminologia  usata senza l’ordine e chiarezza!

Sacrosanto è lo sforzo al risanamento pubblico e alla riduzione del peso del debito.

Riduzione “del peso” o del debito?

 Ma una nuova Europa non può non accorgersi che la cura può uccidere il malato, che con la recessione in casa serve un grande piano espansivo di investimenti che faccia ripartire il mercato interno e l’economia.

Perché il vicino di casa deve curare mio marito quando il dovere di farlo è mio?!

 

5. Superare il tre per cento

 Superare l’austerity come religione e i conti come fine è il primo passo per costruire una Europa politica che sappia scegliere e non solo amministrare.

Usare il Mac non basta! Cercare la semplicità significa proprio contrario: percorrere la strada della tecnica e quella estetica!  Amministrare si deve e come! Credere si deve e come! Fidare si deve  a chi ti sta VICVINO!  “L’austerity” messa accanto alla “religione” suona  come “ amare” senza i vocali;)

Cambiare l’Europa è una sfida che possiamo vincere. Per farlo, però, abbiamo bisogno anzitutto di cambiare verso all’Italia. Solo cambiando, l’Italia può acquistare la forza e la credibilità necessarie per chiedere all’Europa di cambiare le sue regole e perfino i suoi paletti.

O dio mio!  Crozza, vieni qui, aiutooo! “cambiare” per “vincere” (SOLO?) ; “ per farlo bisogna cambiare verso l’Italia” MA COME  e da dove tornare,  girare?); “solo cambiando, l’Italia può acquistare la forza e la credibilità”( CHE COSA e perché solo quella cosa?); “per chiedere  all’Europa di cambiare le sue regole”(SOLO LORO regole, e nostre?) e “per fino i suoi paletti” (Quali e perché “perfino” ?)

A partire dal parametro del 3% nel rapporto deficit/pil; un parametro anacronistico. Siamo noi che dobbiamo chiedere all’Europa di cambiare, ma prima di farlo, iniziamo a realizzare in casa le riforme che rinviamo da troppo tempo. Il 3%, infatti, deriva matematicamente da un obiettivo (stabilizzare il debito alla media Ue dell’epoca, il 60%) e da un’ipotesi/speranza (che il Pil crescesse in media del 3% l’anno). Entrambe le cose nel 1992 erano vere e realistiche. E ora non lo sono più: la media del debito nell’area euro è il 90%, e il tasso di crescita medio è molto più basso del 3% (anche a causa delle economie emergenti). In più il 3% soffre problemi di credibilità…quando nel 2003 l’hanno violato Francia e Germania, si è preferito sospendere il Patto di Stabilità piuttosto che applicare la sanzione. Significa un “tana libera tutti”? No, specialmente per un paese come il nostro che ha un debito (132% del Pil) superiore sia alla media Ue del 1992 che a quella di oggi. Significa invece disegnare un nuovo e credibile sistema di vincoli che sia al passo coi tempi, che permetta di risanare i bilanci realisticamente (senza uccidere il malato) e che possa essere rispettato da tutti.

Esatto! I nomi e cognomi!  Perché non è fatto? Quanti suicidi? Ci sono i responsabili?

 Se iniziamo a cambiare verso all’Italia, poi abbiamo le carte in regole per chiedere che cambi verso l’Europa.

“Verso all’Italia”, “verso l’Europa”?  Per 20 anni dove eravate?  Come si possa cambiare il verso senza capire chi ha rotto la rotonda, il ponte , la strada? Chi garantisce che il senso non è l’unico?  Chi garantisce che la strada sia senza l’uscita? Chi garantisce che la strada (senza i segnali precisi e concordati) è quella giusta?

  CONCLUSIONI

Per realizzare un progetto così ampio,

Quale progetto?

per vincere una sfida così difficile

Quale sfida?

 avremo bisogno di tanto coraggio

Adesso avete paura? Vi manca questo coraggio?

ma non basterà il nostro coraggio.

Perché?

 Avremo bisogno di studiare tanto, ma non basterà il nostro studio.

Non avete ancora studiato? E se manca come possa bastare?

 Avremo bisogno di libertà, ma non basterà la nostra libertà.

Vi manca la libertà? Perché non dovrebbe bastare? Quanto dovrebbe essere? Esiste un limite adesso? Se si, chi l’ha creato? I nomi!

Perché avremo bisogno anche e soprattutto di tutto il nostro entusiasmo.

A…a…a! “entusiasmo”! Avevo dimenticato che qualcuno punta sulle emozioni prima del sociale? Bho!

 Fare politica oggi è un rischio.

Perché rischio?

 Una scommessa. Un azzardo, forse.

Scommessa? Azzardo? Forse? La condizionale o la domanda retorica sono la tendina della rovina, usati nei pensieri politici poco chiari! La storia della Stampa italiana del dopoguerra 1943-1972ci da tanti  esempi!  Il gioco dell’azzardo è di sinistra? Non credo! Bho!

Sarebbe più comodo ritirarsi da parte, aspettando che passi lo scontento, la rabbia, la stanchezza.

Come vuole! Ma come l’inizio prova rinunciare almeno uno stipendio, quello del sindaco, per esempio!  Così aumenta la  sua comodità, diminuisce  la sua stanchezza e non ci saranno gli scontenti per l’esistenza delle doppie cariche al pagamento. No?

 Ma pensiamo che tocchi a noi cambiare l’Italia, senza lamentarsi di chi non vuol farlo e mettendosi in gioco.

Pensare che tocca voi? Ma  non state  governando voi? Per 20 anni avete governato anche voi. Il gioco continua…i capi sono cambiati ma i giocatori sono sempre gli stessi! I giovani PD hanno cambiato il look ma è rimasto il pudore e dolore del passato. La debolezza è confermata con la facilità di offendersi.

Perché questo accada, non basta avere buone idee, bisogna avere la voglia e la forza di concretizzarle coinvolgendo gli italiani, suscitandone speranze, alimentandone i sogni.

La vita e dura? In Italia ci sono disoccupati? In Italia ci sono i poveri? Più di questa concretezza EVIDENTE? Bho!  Per 20 anni gli italiani hanno visto troppo balli, pacchi e pentole TV!  E’ difficile accendere le speranze con un nuovo cuoco che è andato pure in America per imparare i gesti!!!  Ma è finita la pasta italiana! Tutto made in Cina. E allora?  Ci servono le idee NUOVE dalle persone nuove e come!

 Ecco perché abbiamo bisogno di entusiasmo, di speranza, di fiducia. Ecco perché tutto quello che abbiamo scritto sta in piedi

“lo scritto sta in piedi”? E l’azione dove è?  Sostantivare l’azione è peggiore del blocco sovietico!

solo con lo sforzo personale di chi non si arrende, di chi non si rassegna, di chi ha voglia ancora di alzarsi e di provarci. Non è possibile cambiare verso senza liberare tutto l’entusiasmo che abbiamo.

Il vostro entusiasmo? Con le tasche piene?  Con i privilegi?  Votare “entusiasmatico” con 2 euro per il capo carismatico? Grazie!

Per cambiare verso propone per la guida del PD, proponiamo Matteo Renzi, 38 anni, sindaco di Firenze dal 2009.

Allora non è nuovo? Anche prima faceva la politica, raccontava lui!

 Matteo è molto conosciuto per i suoi slogan,

Si! Molto slogan! Troppo! Solo slogan! Visti anche nei salotti TV! Sempre per il futuro!  Anche se, diciamo la verità, Renzi ancora non abbia raggiunto la quantità degli  slogan di Stalin;) La qualità è da discutere;)

ma il suo slogan migliore è la concretezza delle cose realizzate da amministratore.

La concretezza delle cose o le cose realizzate?

 Tra le sue iniziative in Comune: ha abbassato le tasse riducendo l’addizionale Irpef,

Quando, come? Numeri, per favore! E’ importante!

raddoppiato spazi e utenti delle biblioteche, approvato il primo piano strutturale a mattoni zero di una grande città italiano, pedonalizzato 12 ettari di centro storico attraverso quattro diverse operazioni, ridotto del 90% le liste d’attesa degli asili nido, aumentato gli investimenti su sociale, e scuola nonostante la crisi, dimezzato il numero degli assessori della giunta, dove le donne sono in maggioranza rispetto agli uomini, venduto le auto blu, portato la differenziata dal 36 a più del 50%, salvato il teatro della pergola e inaugurato il teatro dell’opera. abbassato del 13% il costo del personale del comune che in 4 anni è passato da 199 milioni l’anno a 174 milioni e molto altro che potrete trovare su www.matteorenzi.it.Niente di speciale, sia chiaro: ha fatto solo il proprio dovere. Lo pagano per questo. Ma il piccolo elenco è dedicato a chi dice che gli amministratori del PD sanno solo parlare.

Attenzione, al congresso si racconta per i politici nei settori diversi? Dove sono i dati? Tutto questo lo fanno quasi tutti i sindaci. Ci mancherebbe altro? Anche i piccoli comuni lavorano e hanno costruito non solo i pisti ciclabili!

Invece fare è possibile. Basta cambiare verso.

Possibile? Non è ancora reale? Quanto tempo possa continuare il possibile?



Voi avete capito le idee di Renzi? . Io no!  Credetemi, non è un problema mio;(

rso politico di Renzi descritto dai giornali e la TV, come una cosa GRANDISSIMA!  La mia curiosità non finisce mai! E’ vero che questo discorso è bello? E’ vero che ci sono le idee nuove? E’ vero che è un discorso mai fatto? Per capire ho letto tre volte tutto il discorso.  Vi avviso: è una fatica grande! Credetemi,  il problema non è mio;) E’ facile criticare uno che usa lingua italiana come seconda, mentre chi critica conosce solo una lingua!  E poi, come posso comprendere più facile “La distinzione” di Pierre Bourdieu che il discorso di Renzi? Chi ha letto il libro chi cito sa cosa vuol dire questo. C’è qualcosa che non va! Non ho le pretese linguistiche ma la voglia di capire le idee di Renzi annunciate? Leggendo il discorso suo, mi perdevo nel labirinto immenso. Altro che labirinto antico greco, cretese;)  Affrontare le parole senza un senso o con lo stile poco chiaro non è una cosa facile!  E se è vero che uno lavora come parla?  Ho scoperto uno stile tutto particolare: per esempio, la parola “semplicità” si usa decine di volte e tutto finisce là. Pure la parola rimane isolata. Mi domando: avere le idee o ripetere la parola “semplicità”?  Diventa una “semplicità semplificata” o cerchi di  complicare la “complessità complessa”?;)))))))


PS: Con i caratteri in grassetto ho inserito le mie domande e commenti che mi venivano spontaneamente nel corso della lettura!
 
27 gennaio 2014              
Idee | Matteo Renzi
 La copertina della mozione congressuale 2013 di Matteo Renzi
Essendo il tempo il bene più prezioso che ci sia dato, perché il meno recuperabile, l’idea del tempo eventualmente perduto provoca in noi una costante inquietudine. Perduto sarebbe il tempo in cui non avessimo vissuto da uomini, non avessimo fatto delle esperienze, non avessimo imparato, operato, goduto, sofferto. Tempo perduto è il tempo non pieno, il tempo vuoto. (Dietrich Bonhoeffer)”
Il vostro tempo è già finito!  Anche lei ha fatto solo la politica e per tanti anni…
“Chi fa un uso pessimo del tempo che gli è stato messo a disposizione spesso è tra coloro che si lamentano di avere poco tempo", Jean de la Bruyere
PREMESSA
 La fotografia di queste ore ci consegna l’immagine di un’Italia stanca, impaurita, rassegnata. Sembra che il nostro tempo migliore sia alle spalle e che cambiare sia uno sforzo più impossibile che difficile. Non è così.
E come è?
Chi crede nella politica, nel valore e nella dignità della politica, sa che non è così, non può essere così. Ci meritiamo di più.
Chi e quanto di più?  Ha due stipendi e vuole ancora?
E tocca a noi cambiare verso.
Voi chi? Che litigate ogni volta per ogni cosa?
 
Dobbiamo affrontare la paura con il coraggio, la stanchezza con l’entusiasmo, la rassegnazione con la tenacia. E dobbiamo sapere che la crisi che stiamo vivendo, crisi economica, finanziaria, occupazionale, certo, ma anche crisi di un modello di valori che va finalmente cambiato, è la più grande opportunità che noi abbiamo per restituire il futuro all’Italia. Questa crisi non va sprecata, noi non vogliamo sprecarla. È una crisi destinata a cambiare il senso di parole come benessere, lavoro, appartenenza. La sinistra vince solo quando costruisce il futuro, non quando si chiude sul presente.
Dobbiamo, dobbiamo e dobbiamo?  Fino a quando?  Per 20 anni tutti i partiti dicevano la stessa cosa! Mica è una novità?! (la crisi del luglio 1964, discorsi di Bettino Craxi)
 Nel 2013 il centrosinistra ha perso l’occasione più straordinaria per iniziare a cambiare l’Italia, perdendo elezioni politiche che sembravano già vinte. Inutile recriminare ormai.
Abbiamo bisogno di una lettura sincera, però, delle cause di quella sconfitta. O di quella non vittoria, come la chiama qualcuno. Abbiamo bisogno cioè di capire dove abbiamo sbagliato, non per attribuire giudizi o dare pagelle: più banalmente perché non succeda di nuovo.
Dai, dai, fatelo!  Ci vuole un po’ di pulizia? Tu come sei messo con la giustizia?  Sei condannato o no?
 Vogliamo cambiare verso a questo anno cambiando radicalmente non solo il gruppo dirigente che ha prodotto questa sconfitta, ma anche – e soprattutto – le idee che non hanno funzionato, le scelte che hanno fallito, i metodi che ci hanno impedito di parlare a tutti.
Quale gruppo dirigente? I nomi, per favore! Quale sconfitta? Quali idee non hanno funzionato e perché? Quali scelte hanno fallito e perché?  Questo è grave se è vero?!  
Quali metodi vi hanno impedito di parlare a tutti?  Parlare o fare? Spiegati bene!  Ci vuole un quadro descrittivo per il metodo del lavoro politico! Se si sotto linea un problema ci vuole anche una spiegazione. Se no, come si possono prendere  le decisioni nuove?
 E vogliamo costruire un PD che sia in grado di concretizzare la speranza.
 “…concretizzare la speranza”?  Concretizzare un’emozione è un lavoro troppo specialistico? Domanda il suo psicologo?!  Se no, per me rimane un ricordo dei discorsi  politici del sistema comunista nei paesi dell’Est  o  come una  preghiera ”Una fede da concretizzare”, ( 03/12/2011, don Luciano Mendez).        
Il PDL è in tutt’altre faccende affaccendato…
Doveva dirlo al suo interlocutore condannato! Perché l’hai incontrato se il suo partito “ è in tutt’altre faccende affaccendato”?
 i CinqueStelle hanno scelto di rifiutare qualsiasi collaborazione.
Un capo del partito possa  fare le bugie!?  Non è vero che ilM5S rifiuta “qualsiasi collaborazione” e lei lo sa! Le offerte e gli inviti si fanno in modo ufficiale e se il problema tocca La Costituzione le domande  e proposte si fanno nelle  commissione parlamentare. 
 
“purtroppo o per fortuna, solo il PD può in questo momento cambiare l’Italia. Il congresso e le primarie che ci aspettano sono dunque l’occasione più bella per restituire fiducia all’Italia. Avvertiamo il peso e l’onore di tutto questo.
Ma è sicuro che solo il PD possa cambiare l’Italia? Per 20 anni non è mai successo! Come mai?  Lei personalmente dove c’era per tutti questi anni? Che cosa ha fatto per cambiare il suo partito? “Avvertiamo” davvero “il peso e l’onore di tutto questo!”
 Vogliamo vivere questo tempo ispirati dalla curiosità, non dalla nostalgia.
 Sì alla “curiosità” e no alla “nostalgia”!? Che significa? Spiegati meglio! 
 
E abbiamo bisogno di discutere, di confrontarci, anche di litigare. Ma sulle idee, non sulle simpatie personali. Sulle proposte, non sui pregiudizi. Per questo invitiamo a leggere questo documento. A dialogare, a criticare, a proporre.
Il caso Cuperlo : si dice una cosa e poi si fa un’altra.
coinvolgere quante più persone possibile nelle primarie dell’8 dicembre. Perché tutti quelli che dicono che questo congresso ha un risultato già scontato vogliono allontanare la nostra arma più preziosa: la partecipazione.
Le parole non si debbano lasciare nei salotti TV!
1 – NOI POSSIAMO CAMBIARE VERSO AL PD
Come?  Adesso siete il contrario?
  1. Il PD ha perso iscritti e voti
E’ vero! E non è per la prima volta! Nelle prime primarie hai perso lei! Nelle seconde ha perso la sinistra!
 Gli iscritti al PD sono 250 mila, ma erano oltre ottocentomila nel 2009. Avevamo detto di dimezzare i parlamentari, non di dimezzare gli iscritti.
Che cosa di concreto ha fatto lei  per il suo partito? Come aveva aiutato negli anni precedenti ai dirigenti del suo partito per raggiungere questo resultato? Tanto oggi dice che si possa fare il doppio lavoro: del Sindaco e del funzionario politico! Nei tempi precedenti non faceva parte della dirigenza ma aveva possibilità di aiutare,  come per esempio,  fanno oggi il M5S.
I dirigenti centrali che spiegavano come fosse meglio un partito pesante rispetto a quello leggero hanno finito con il lasciarci un partito gassoso… che ha visto l’evaporazione degli iscritti.
Seguendo i suoi discorsi politici mi sembra che lei sia bravo caricatore gassoso e fumoso;( Ogni discorso e vuoto dei contenuti e ogni tema è spezzata dai manifesti generalizzati. Niente di concreto, di nuovo e di chiaro. Lei sta perdendo senza accorgersi!  Nella politica non esiste  la velocità olimpica!  Dirigere nella politica non c’entra nulla con l’Armata rossa!
 Li abbiamo lasciati andare, li abbiamo lasciati soli.
Ma perché? Lei dove è stato?  Se oggi vuole dimostrarci che è così bravo,  perché non è uscito dal BOSCO prima?
  E intanto abbiamo perso oltre due milioni di voti. I 12 milioni di voti del 2008 sembrano il miraggio di una stagione lontana. Dobbiamo tornare a credere che la dimensione del PD sia quella di un partito grande, ampio, vincente. Può vincere solo un partito che sa convincere e coinvolgere. Noi non l’abbiamo fatto. Gli italiani ci hanno visto come una parte del problema, non come la soluzione.
Convincere e coinvolgere? Comincia da se stesso: rinunci uno dei due stipendi che prende! 
Se no, lei conferma l’opinione pubblica, incluso la mia, che siete una grande parte del problema!
 
2. Gli italiani vogliono cambiare. Più di votare Beppe Grillo che devono fare?
 Gli italiani vogliono cambiare, ma cambiare davvero. Hanno votato persino Beppe Grillo per farcelo capire.
Un dirigente serio di un Partito, al congresso politico,  non descriverebbe mai un personaggio come Grillo in questo modo!  Tutto il mondo segue Grillo e lo apprezza per la sua lotta continua per la trasparenza dell’informazione!  Nove milioni hanno votato perché sono informati e sanno chi è Beppe Grillo!  
 
E oggi che l’esperienza dei Cinque Stelle mostra tutti i limiti tipici della demagogia e del populismo, a noi il compito di recuperarne i consensi: chiedere più trasparenza alla politica non è antipolitica, ma buona politica.
Tutti i suoi discorsi, incluso questo, sono le frase generalizzate, demagogiche e populistiche! Criticare l’unica opposizione nel Parlamento, senza i fatti concreti, significa un fallimento e una debolezza (sua)! Per me Lei ha già perso! Un politico giovane non facesse un discorso come questo! Impari, legga i discorsi dei giovani parlamentari del M5S! Usi come loro la concretezza, chiarezza e fatti DOCUMENTATI! Allora sì che si coinvolge!  Rinunci lo stipendio del Sindaco per favore!
 Prima lo diremo con forza e coerenza noi, prima sgonfieremo la forza del Movimento 5 Stelle che con i suoi 8 milioni di consensi costituisce la forza più rilevante fuori dal bipolarismo tradizionale. Per cambiare, però, dobbiamo iniziare a casa nostra, nel metodo e nel merito.
Bipolarismo tradizionale!  Allora lei non vuole il cambiamento! Basta con la demagogia!  E se il suo partito rimane nella  minoranza? Attenzione, con i discorsi come questo, la direzione  è questa...ma come si possano togliere i partiti e movimenti che hanno più di 8 %  i votanti!? La scelta(voto) di un amministratore non c’entra nulla con la scelta(voto) di un parlamentare!  
 
Si vince recuperando consensi in tutte le direzioni: centrodestra, Grillo, astensioni
Ma come in tutte le direzioni? Guidando sull’autostrada  non si segue  la  corsia! Se fai i giri di qua e giri di là l’incidente  è garantito! Ma  che consensi sono questi? I consensi in tutti i sensi! Che ridere:J
 Vuoi anche i voti del centrodestra? Sì. E vuoi i voti di Grillo? Assolutamente sì. Non è uno scandalo, è logica: se non si ottengono i voti di coloro che non hanno votato il Partito democratico alle precedenti elezioni, si perde.
L’unica cosa che dipende da noi! Tranquillo! Dopo i suoi discorsi e nulla concretezza, più convinti che mai per il voto del M5S!
 Tra di noi abbiamo spesso dato l’idea di essere interessati a parlare soprattutto a chi c’era già: non basta più, se mai è bastato. Non parliamo solo ai gloriosi reduci di lunghe stagioni del passato. Vogliamo parlare a chi c’era, e coinvolgerlo. Ma anche a chi non c’era, a chi ci sarà, a chi ci potrebbe essere se solo fossimo capaci di generare apertura e di lasciarci ispirati dalla curiosità.
E vai! La sua stagione politica è abbastanza LUNGA! LunghinaJ Basta con questa curiosità! Che c’entra adesso la curiosità? O almeno per una volta spiegaci meglio: la curiosità per che cosa?  Come?
Il PD deve accogliere le speranze tradite di chi ha creduto in un progetto – diverso dal nostro, certo – e che poi ha fallito:
Per quale progetto?  Se è quello del suo partito Margherita,  mi viene subito in mente il caso Lusi! 
 le speranze delle persone non hanno bollini, non hanno etichette.
I cittadini non hanno bisogno dalle parolone gonfiate o di etichette: fino ad adesso ogni frase del discorso suo è un manifesto puro!  
Hanno bisogno di risposte.
Esatto! Ma perché lei non si è preparato per questo evento importante con le risposte e proposte concrete?
 l PD deve essere spalancato alla curiosità, non rinchiuso nelle proprie certezze.
Ancora! La speranza! Che tautologia! Ma per dare la speranza oggi ci vuole l’onestà politica e trasparenza;  gli esempi  positivi dei politici: ma è così difficile di rinunciare il finanziamento pubblico del partito?  A lei non basta solo uno  stipendio ?
 Siamo stati bravi a farci del male. Abbiamo respinto ai seggi persone, uomini e donne che, armati della propria passione, erano usciti di casa per esprimere un voto, una scelta per noi.  Abbiamo escluso chi voleva partecipare. Cosa c’è di più sbagliato, se non arroccare un partito? Nel voto, nelle idee.
 Dobbiamo fare l’esatto contrario, andare casa per casa …
(“Scopri perché i Testimoni di Geova bussano alla tua porta. È questo che Gesù ha detto ai cristiani di fare?”, sulla rete)
a convincere, far uscire la nostra gente di casa e riportarla a partecipare, a scegliere insieme, a stabilire relazioni, a parlare di politica, a costruire l’idea che il partito ha del mondo. I tanti, non i pochi.
Questa è bella e lunga ma senza un sensoJ
4. Il PD deve essere un luogo bello per la formazione politica
Solo per questo?  Allora è un’Accademia? Nuovo CEPU? J Nei paesi dell’Est c’erano e dopo l’anno 1989 le hanno chiuse.
 Cambiare verso significa riconoscerci bisognosi di imparare sempre. Specie noi addetti ai lavori: un partito che non faccia formazione politica è un partito di plastica, finto, inutile. Formare alla politica è una cosa bella, perché la politica è dignità con buona pace di chi ci insulta per questo.
Chi  insulta per questo?   La bellezza la lasciamo alla natura  e facciamo la politica con l’ONESTA’ ! La bella politica è quella onesta! . Ma  è così difficile per voi parlare per l’onestà POLITICA?  La speranza la lasciate per noi e voi abbracciate l’onestà politica! Poi parliamo per i compromessi. Basta con inciuci! Non siamo fessi!
Costruire chi siamo, cosa vogliamo per il nostro Paese e qual è il nostro sguardo sul mondo.
Doveva scriverlo lei: perché non si è mai capito chi siete; perché parlate una cosa e votate l’altra? Perché non si è mai capito che cosa volete? Perché per 20 anni non avete fatto, per esempio,  una legge elettorale  NORMALE?
 Perché mentre il partito era impegnato a guardarsi l’ombelico si è dimenticato di formare il suo stesso futuro.
Caro Renzi,  lei dove è stato per questi anni? Perché non aveva scritto almeno qualcosa al livello nazionale sui giornali? Perché per questi 20 anni non ha fatto qualcosa di concreto per farci sapere che le cose nel suo partito non andavano bene?  Raccontaci per il suo partito Margherita?  Informaci con qualcosa di concreto! Dimostra la sua lotta in passato? O meglio: se si era addormentato e si é svegliato  appena , lo dica per favore, non debba vergognarsi!  Meglio dirci la verità che raccontarci le palle, con tutto il rispetto!
 Chi si affaccia alla politica non può essere lasciato solo o considerato terra di conquista.
Chi si è affacciato alla politica? Chi è lasciato da solo e perché?  Quale “terra di conquista”?   Alla faccia della chiarezza! Non mi dica che sono straniera e ho problemi con la lingua! La mia risposta è già pronta! Perciò attenzione con la palla! Pensaci bene! E’ utile per la politica! Mi creda!
 Il PD deve parlargli di persona. Deve dargli del tu e offrire un percorso di cambiamento alla nuova classe dirigente.
Ma come?  Consultarsi con Giuliano Amato, ex Presidente dell'Istituto dell’ Enciclopedia Italiana Treccani ( fino all’anno 2013 aveva pure questa carica). Non tutti siano  d'accordo con l'abolizione del Lei?  Se anche questa è una metafora allora il suo discorso non è politico ma metaforico?!
 Allo stesso modo chi sta in Parlamento come nel consiglio comunale del municipio più piccolo ha bisogno di essere aiutato a studiare: come si scrive un’interrogazione e una delibera, certo.
Ma di che cosa sta parlando? Nella sua comune non facevate i concorsi pubblici?  Ma lei sta dicendo che i comuni non sono competenti?  E se il problema è altro? Ha mai sentito parlare per la semplificazione del linguaggio amministrativo?  Ha mai sentito parlare per la trasparenza dei concorsi pubblici nell’amministrazione comunale, provinciale o regionale?
 
Ma anche come si va in tv e per dire cosa, come si sta sui social network, come si interviene in pubblico.
La comunicazione in politica è la cosa importante ma non una comunicazione con lo stile del bar;  le chiedo scusa ma il suo stile non è quello di un politico! Il suo stile si avvicina di quello di Giorgio Mastrota,  il noto venditore televisivo. Grillo per 20 anni coinvolge con la satira politica e convince con i fatti PROVATI. Il resultato conferma la sua capacità: è riuscito a fondare il M5S.  I giovani parlamentari  hanno conquistato gli italiani con  la strategia della  trasparenza  dell’informazione e la tattica dell’onestà politica. 
 E come si studiano – sui libri e non solo – i fenomeni che stanno modificando ontologicamente la nostra società. Viviamo un tempo di trasformazioni impressionanti: tutti e ciascuno abbiamo bisogno di studiare di più, per capire di più. Tutti abbiamo bisogno di rimetterci in gioco. Tutti dobbiamo farlo
Perché? C’è qualcuno dei politici che non lo fa? E se di sì restituisca lo stipendio!
 
5. Il PD e le categorie su cui siamo forti. Il pubblico impiego, le pensioni, la scuola
A sì? Allora perché tagliare il deficit riducendo gli investimenti nell’innovazione e nell’istruzione?  Quello che lei ha fatto a Firenze non è niente di particolare per quelli sodi che prende lei e tutti i consiglieri comunali!  
 Siamo il primo partito nel pubblico impiego e nei pensionati. Il secondo partito tra gli studenti. Addirittura il terzo tra operai, disoccupati, professionisti, imprenditori. Vogliamo essere il primo partito in tutte queste categorie.
Poveri pensionati hanno pagato 2 euro per votare! Vergognoso! Chiedere i soldi nella giornata del voto! Alla faccia della democrazia e della novità politica!
Ma per farlo dobbiamo cancellare il conservatorismo di chi vorrebbe fare sempre le stesse cose.
Per l’onestà personale poteva dire che anche come leiL
Vivacchiare non serve a nulla e a nessuno. Neanche a mantenere il target su cui il Partito democratico è forte: pensionati e dipendenti pubblici. Non serve perché è sbagliato. Perché il mondo è cambiato e sono cambiati i bisogni anche di chi fino ad oggi ha scelto di votare per noi credendo in un progetto che, se non si rinnova, non è più un progetto.
Quale progetto?  Quali idee?  ”In dieci anni il bilancio del ministero dei Beni culturali è stato tagliato del 36,4 per cento, oltre un terzo”
 Quando eravamo piccoli un insegnante o una maestra di asilo, una professoressa o un docente sentivano su di loro il calore e l’affetto di una comunità che ne riconosceva il ruolo civile.
Per favore, non raccontarci per l’educazione scolastica! Ho pretesi perché ho insegnato per tanti anni  e cerco di imparare prima di insegnare.   Se si alzasse Pierre Bourdieu rispondesse alla sua “emozione” demagogica con un sondaggio chiaro e concreto per la realtà sociale non per la  critica sociale del gusto. 
 
 Intendiamoci, gli stipendi erano bassi anche allora. Non è solo una questione economica, ma proprio di autorevolezza sociale. Entrando in un bar, dialogando in una sezione, discutendo al campo sportivo o al circolo, in parrocchia o in piazza, l’insegnante era comunque visto come un punto di riferimento. Perché sapevi che a lui o lei ogni mattina tornavi a consegnare il bene più prezioso: l’educazione alla libertà di tuo figlio. Oggi non è più così: purtroppo.
Come è oggi?   Raccontaci i fatti che confermano la sua constatazione! Perché non racconta che “nel Parlamento italiano la percentuale di laureati è scesa dal 91,4 per cento della prima legislatura al 64’8 della quindicesima . Una flessione di 27 punti percentuali, in controtendenza con le altre democrazie: negli Stati Uniti i laureati al Congresso superano il 94 per cento.”  Perché per tutti questi anni Lei non ha discusso nel suo partito per questo? Forse la legge Gelmini non passava?!
 Gli insegnanti sono stati sostanzialmente messi ai margini, anche dal nostro partito. Abbiamo permesso che si facessero riforme nella scuola, sulla scuola, con la scuola senza coinvolgere chi vive la scuola tutti i giorni. Non si tratta solo di un autogol tattico, visto che comunque il 43% degli insegnanti vota PD. Si tratta di un errore strategico: abbiamo fatto le riforme della scuola sulla testa di chi vive la scuola, generando frustrazione e respingendo la speranza di chi voleva e poteva darci una mano.
Ancora la speranza! Basta!  Dica almeno una cosa concreta! E’ giusto dare i soldi alle  scuole private quando non ci sono i soldi per le scuole pubbliche?
 Il PD che noi vogliamo costruire cambierà verso alla scuola italiana, partendo dagli insegnanti, togliendo alibi a chi si sente lasciato ai margini, offrendo ascolto alle buone idee, parlando di educazione nei luoghi in cui si prova a viverla tutti i giorni, non solo nelle polverose stanze delle burocrazie centrali.
Che sta dicendo? Quale polvere? Ma che c’entra questo? 
 Casa per casa, comune per comune, scuola per scuola, da gennaio 2014 i nostri insegnanti, i nostri assessori alla scuola, i nostri circoli, i nostri ragazzi saranno chiamati alla più grande campagna di ascolto mai lanciata da un partito a livello europeo, sul doppio binario di una piattaforma tecnologica dedicata e di un rapporto personale, vis a vis.
Alla scuola non serve la politica! Alla scuola serve la carta igienica per i bambini!  La scuola non ha bisogno del  calore del suo discorso ma dal calore del riscaldamento J
Chiameremo il Governo, il Ministro, i suoi collaboratori a confrontarsi sulle proposte e sulle idee. E daremo risposte alle proposte degli insegnanti, non lasciandoli soli a subire le riforme, ma chiedendo loro di collaborare a costruire il domani della scuola.
Perché  avete tagliato tanto all’istruzione per tutti questi anni? Perché non chieda la responsabilità del suo partito per quello che dice?!
 È solo un esempio, sia chiaro, di quello che faremo. Perché non consideriamo il nostro elettorato più forte conquistato per sempre. Al tempo della società liquida un partito politico deve conquistarsi il consenso ogni giorno.
Ma che sta dicendo? Bho!
 
6. La proposta sul lavoro
 I nostri convegni, i nostri discorsi, le nostre mozioni danno spesso grande spazio alla parola “lavoro”. Ci piace discuterne. Ci rassicura sapere che la priorità è il lavoro. Ci emoziona pensare che la Costituzione – che pure vedeva la presenza di culture ben diverse tra loro – abbia messo il lavoro al primo posto, in cima agli articoli. Ne parliamo tanto, ma dobbiamo fare di più. Perché il lavoro è considerato un’emergenza solo a parole.
E poi? Che cosa vuole dirci? Questo lo sa anche la mia nipotina! Non ha niente di dirci per il lavoro? Abbiamo capito che avete parlato e avete usato spesso la parola “lavoro”.  E subito dopo ci dice che dovete fare di più!  Che cosa dovete fare di più? Di parlare di più o di usare di più la parola ”lavoro”?  Perché il lavoro debba essere l’emergenza? Questo è il nostro diritto! Ma di che cosa stiamo parlando?
 
 Ma oggi dobbiamo avere il coraggio di dire che, a parte il pubblico impiego,
Il pubblico impiego è tutto “vostro” e tutto detto bene? Vuole dirci questo?
 noi non riusciamo a incrociare le preferenze di chi lavora e nemmeno di chi sognerebbe un lavoro come i nostri concittadini disoccupati.
Che cosa ha fatto con i centri d’impiego a Firenze? Quanti posti siete riusciti a creare? E se no, perché non ha fatto qualcosa per cambiare questa struttura?  Aspettavate che il M5S decidesse il problema, come spesso ci dimostrano: con i numeri e con i documenti.
È imbarazzante sapere che il partito della sinistra italiana,
“sinistra italiana”? E’ sicuro?
 autore di alcuni tra i convegni più interessanti sull’operaismo, è il terzo partito tra gli operai. Le fabbriche non ci votano, ne siamo consapevoli?
Siete sicuri? Dove sono rimasti le fabbriche? Ci sono ancora? Siete sicuri?
I disoccupati non affidano a noi la speranza di stare meglio, ci è chiaro? Chi crea posti di lavoro, investendo sulle aziende e non sulla finanza, non si fida ancora di noi, lo sappiamo?
Lei lo sa? E se di sì, spiegaci come stanno le cose?
 Ecco perché dobbiamo cambiare verso.
Perché, per che cosa? Il verso di ragione? Lei  vuole persuadere? Quali sono gli interessi del cittadino?
Anche al modo di affrontare l’emergenza lavoro, in un Paese in cui qualcuno aveva proposto di creare un milione di posti di lavoro, ma alla fine di quella storia il milione di posti di lavoro è in meno, non in più.
Perché l’ha incontrato? Perché deve incontrare un capo del partito condannato? Perché deve incontrare un partito dove non sia un altro dirigente politico che possa mettere la faccia?
 Se toccherà a noi guidare il PD proponiamo di cambiare verso a questa discussione in modo molto netto.
Chi siete questi “noi”?  
Vanno cambiati i centri per l’impiego, in un Paese dove si continua a trovare lavoro più perché si conosce qualcuno che perché si conosce qualcosa: la raccomandazione più che il merito. E qualcosa vorrà pur dire se i centri per l’impiego in Italia danno lavoro a 3 utenti su 100 contro quelli svedesi che arrivano a 41 su 100 o quelli inglesi che raggiungono la cifra di 33 su 100.
Perché non ha cominciato a farlo nella sua comune? Perché non ha cambiato questa struttura? Perché non ha presentato un suo progetto diverso nel suo partito o nei ministeri che si occupavano per anni con questi centri? Aspettava il M5S?
Abbiamo bisogno di una rivoluzione nel sistema della formazione professionale, che troppo spesso risolve più i bisogni dei formatori che di chi cerca lavoro: e dobbiamo avere il coraggio di dire che sono state scritte pagine indecorose da alcune amministrazioni locali – persino vicine al nostro partito – nella gestione della formazione professionale.
Poteva citare almeno un’amministrazione locale!
Dobbiamo semplificare le regole del gioco: sono troppe duemila norme, con dodici riviste di diritto del lavoro, con un numero di sindacati e sindacalisti che non ha eguali in nessun paese occidentale.
A Firenze sono già cambiate le cose?  Il consiglio comunale aveva già approvato le norme diverse per il cambiamento del sistema lavoro?  Possa giungere a saldare le esperienze del suo mandato, consegnando al suo partito i modelli già realizzati? Se ci  sono, ovviamente? O aspettava il M5S?
La funzione insostituibile del sindacato va difesa dagli eccessi e garantita attraverso la legge sulla rappresentanza e una rigorosa certificazione dei bilanci di ogni organizzazione sindacale, così come la dignità della politica va difesa dagli sprechi di alcuni politici e della casta.
Quali politici? Se non si discute con i nomi e cognomi al vostro congresso, dove si fa?  Lei non fa parte della casta? E’ d’accordo con le due cariche e con i due stipendi?  Perché  non segue la volontà di rinnovamento delle nuove generazioni  dando l’esempio personale e politico! Perché non rinunci uno dei due stipendi che prende?  La speranza sì ma anche togliere i privilegi nella politica!
Le associazioni degli imprenditori e dei datori di lavoro – che tante indicazioni danno in occasioni delle proprie assemblee annuali – debbono essere chiamate a una precisa rendicontazione dei vari contributi che ricevono le aziende socie: diminuire i contributi a pioggia che ricevono alcune aziende per abbassare le tasse a tutte le aziende.
Lei aveva già informato il suo partito per il lavoro delle associazioni  degli imprenditori e dei datori di lavoro a Firenze?  Quali sono i resultati e possa citare il miglioramento in base dei contributi che ricevevano le aziende socie? 
Attenzione ai nuovi settori: Internet ha creato 700.000 posti di lavoro negli ultimi 15 anni, ma sembra ancora un settore riservato agli addetti ai lavori. E un piano per il lavoro da presentare al Paese prima del prossimo Primo Maggio per raccontare che idee abbiamo noi del lavoro, dalla possibilità di assunzioni a tempo indeterminato per i giovani con sgravio fiscale nelle aziende per i primi tre anni fino all’investimento necessario per chi si trova senza lavoro all’improvviso a cinquant’anni.
Che sta dicendo? Basta applicare l’art. 36 della Costituzione:  “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
7. Il PD come partito di amministratori, di circoli, di parlamentari
 Sono tre le basi del nostro PD. I circoli, aperti, entusiasti, appassionati. Fatti dai militanti che meritano la nostra attenzione, la nostra gratitudine, il nostro rispetto. Che ci mettono la faccia sempre, anche quando costa fatica. Che fanno iniziative e feste, approfondimenti e volantinaggi. Che conoscono ancora il gusto di attaccare i manifesti e non meritano di essere costretti a serate batticuore come nelle ultime elezioni. I circoli però non devono essere solo il luogo dove trovare braccia quando c’è da lavorare, devono essere la sede naturale del confronto con i cittadini.
 “ I circoli, aperti, entusiasti, appassionati “. Chiedo scusa, mi trovo nell'imbarazzo totale: un circolo possa provare le emozioni?  Ma non è un luogo per le slot machine? Chi paga le spese di tutti questi circoli ?
Gli amministratori. Che sono abituati a decidere, che non possono permettersi di tentennare in un tempo in cui la parola d’ordine sembra essere sempre rinviare, che sanno assumersi le proprie responsabilità. E che spesso sono lasciati soli.
Parla per se stesso?  Si spiega meglio? Non è facile dividere le doppie cariche che ha;(
I fiorentini raccontano anche questo: “ Il sindaco Renzi senza un regolare concorso ha assunto ben 100 persone a chiamata diretta. Anche questa operazione ha un costo per noi cittadini: ben 25/ 30 milioni di euro che si sommano alle ‘spese di rappresentanza’ pari a 20 milioni e ai 9 milioni dati ai giornali e tv locali. Se arrotondiamo per eccesso tutta questa storia ci è costata 60 milioni di euro.” E’ vero?, fonte: infiltrato.it
E poi i parlamentari, che devono avere sempre di più la consapevolezza di essere maggioranza in Parlamento. Il PD deve dettare l’agenda, non subirla: e questo anche nel tempo delle grandi intese, a maggior ragione dopo. Negli ultimi 20 anni abbiamo subito l’agenda degli altri: cambiamo verso!
Nomi e cognomi!? Chi sono i responsabili per l’incapacità politica governativa e opposizionale per tutti questi 20 anni?
 Nel PD che faremo conteranno di più i territori e di meno i dipartimenti centrali. Rottameremo innanzitutto le correnti, perché le buone idee non sono monopolio di qualcuno e non ci possiamo permettere un segretario che sia semplicemente punto di equilibrio tra gruppi diversi.
Vuole fare Berlusconi bis nel suo partito?  Lei rifiuta il suo ruolo di equilibrio tra gruppi diversi nel partito?  Vuole comandare o dirigere? Quale è la differenza tra un dirigente POLITICO e un dirigente amministrativo? 
 Il partito è di amministratori, di circoli, di parlamentari: di tutti insomma.
No, questo non è un partito, è un Movimento! PD è un partito o un Movimento?
Poi ha bisogno, al centro come in periferia, di avere dei punti di riferimento.
Lei sta dicendo che per 20 anni nel PD ( centro e periferia) non esistevano i punti di riferimento?
Qualcuno tra noi ritiene che la parola leader sia una parolaccia.
Chi ha detto questo? Nome e cognome?!
Ogni squadra ha un capitano. Se gioca bene il capitano, gioca meglio la squadra; se gioca bene la squadra, è più semplice il lavoro del capitano. La foga con cui una parte del nostro mondo cerca di distruggere i propri capitani è incomprensibile e dannosa: non abbiamo perso perché avevamo leader troppo forti, ma perché gli italiani non hanno considerato sufficientemente forti i nostri leader. Che è una cosa ben diversa.
E’ forte questa! Capisco la sua volontà di fare un bravo comunicatore. Non c’è niente di male. Lei si dimentica della tradizione del suo partito e delle memorie di queste tradizioni! Costruire una grande forza politica come la descrive lei, è già da  20 anni nel Parlamento!  Il “capitano”  troppo forte è una strategia già sperimentata ,  una specie di “eredità anticipata”  o la riconversione del capitale sociale della famiglia con un ricco matrimonio, o ancora, il fatto di indirizzarsi verso mercati meno tesi, in cui la produttività del capitale economico, culturale e sociale è maggiore (come, un tempo, nelle colonie o la chiesa, in cui l’accesso non era subordinato al possesso di capitale economico, e neppure al possesso di capitale culturale)
 
8. Custodi del bipolarismo
 Chiediamo soprattutto a questo congresso di pronunciarci sul modello di partito che vogliamo offrire agli italiani. Noi crediamo nel bipolarismo e nell’alternanza. Pensiamo che le larghe intese siano una faticosa eccezione, non la regola. Vogliamo un bipolarismo gentile ma netto. Gentile nel senso che non sopportiamo più la violenza verbale riservata agli avversari nei talk-show e sui giornali (talvolta non solo agli avversari:
Lei  invasa  i salotti TV? Non le sembra che parla una cosa e fa l’latra?
 garantiamo che noi rispetteremo sempre i nostri compagni di strada e competitor interni, non ci sono ‘fascistoidi’ nel nostro partito!). Gli stessi che si scontrano all’arma bianca nei talk poi votano lo stesso governo alla Camera dei Deputati. Maggiore gentilezza dunque, ma nettezza inequivocabile sul sistema di governo.
Non ho capito nulla? Aiutoooo! Nomi e cognomi?
La legge elettorale che proponiamo ai cittadini nelle primarie dell’8 dicembre è una legge che sia chiara, che faccia sapere subito chi ha vinto e chi ha perso, che garantisca a chi ha vinto di poter fare, a chi ha perso di controllare e soprattutto ai cittadini di giudicare. Una legge elettorale che tolga gli alibi a chi governa “non mi hanno fatto lavorare” e che restituisca ai cittadini il sacrosanto diritto di scegliere a chi affidare i propri sogni, le proprie speranze, i propri progetti. Pensiamo che il PD abbia il dovere di fare la prima mossa sulla legge elettorale partendo dalla Camera di Deputati dove già adesso ci sono i numeri per modificare il sistema autorevolmente ribattezzato “Porcellum” dagli stessi ideatori della norma.
Ma lei si rende conto che non è stato mai eletto in parlamento?  Berlusconi è stato cacciato in  quanto delinquente o no? E voi due dovresti decidere  a nome di milioni di italiani in che modo votare? Ma di che cosa stiamo parlando?
9. Comunicazione e trasparenza
 Un partito che sappia comunicare bene. Perché la parola comunicazione non deve fare paura.
Chi è spaventato? Nome e cognome per favore!
 Chi non comunica è perduto.
Quanti perduti ci sono ? Complicare è facile, semplificare è difficile.
Saper usare la comunicazione è una priorità per la madre che insegna a parlare al bambino,
Solo la madre?
 per l’innamorato che vuole esprimere il proprio sentimento alla persona che ama,
E gli occhi? Che ne dice per il linguaggio degli occhi?;)
per il lavoratore che deve confrontarsi con i colleghi,
Dirigere in modo non autoritario!
 per i nonni che vogliono entrare in rapporto con i nipoti.
Il rapporto nonno e nipote è vincente! Tranquillo! Basta che il politico non fa lo psicologo!!!
 
Senza comunicazione non c’è vita.
Comunicare l'un l'altro, scambiarsi informazioni è natura! A me non basta che un politico parla troppo ma CHE COSA parla?  A nessuno non piacciono i discorsi  estremamente formali con molte informazioni dettagliate dove ognuno si possa perdere, ma questo non significa che il discorso deve saltare sulla strada tecnica e quella estetica!  Dove è lo spazio sociale? 
In questi anni abbiamo finto di pensare che la comunicazione fosse patrimonio della destra e che chi tra noi parlava di comunicazione in realtà fosse un potenziale traditore, un infiltrato del nemico.
Chi si è comportato in questo modo? Qualcuno del suo partito? Nomi e cognomi!
Recuperare una dimensione pulita e semplice di comunicazione partendo da un più accorto uso degli strumenti di proprietà del PD e dialogando con le realtà editoriali ad esso collegati sarà una nostra priorità. Inizieremo con l’obiettivo di spendere meno in comunicazione rispetto agli ultimi anni.
Parlare poco ma usare il linguaggio chiaro e corretto! Le parole giuste valgono molto e costano poco!
 Spendere meno, ma spendere meglio. E rendicontare tutto, ogni centesimo, attraverso la totale trasparenza delle spese.
Per 20 anni chi non ha fatto questo? Perché lei non chiede un rende conto a ognuno dei parlamentari?
Se inizieremo noi, poi saranno costretti a farlo tutti.
Basta seguire l’esempio positivo del M5S! Per loro la trasparenza è fondamentale. 
Inizieremo dai soldi raccolti con le primarie che a differenza del passato dovranno avere una destinazione e un utilizzo chiaro. Tutta la rendicontazione la metteremo su Internet, accessibile a tutti.
La situazione nella città di Firenze com’è?  Quando possa continuare la sua indifferenza dell’opinione pubblica per la sua condanna? E’ vero questo?  :
“ Matteo Renzi in città sta avendo un calo dei consensi. Oltre il centro, il resto della città è in malora, c’è degrado e violenza e lui, a parte l’inaugurazione di qualche fontanino o giù di lì, non fa molto. Firenze ha bisogno di essere amministrata 24 ore su 24: il sindaco della città non può andare via per tre mesi in giro per l’Italia perché impegnato nelle primarie e continuare a riscuotere denaro pubblico. Se lo fa deve dimettersi per correttezza e trasparenza. Per fino il suo assessore Fantoni preoccupato dei conti del Comune ha deciso di dimettersi dalla giunta accusando Renzi di usare Firenze per far carriera. E pensi che alla fine ha chiamato noi dipendenti comunali dei “fantozzi”, fonte: infiltrato.it
Il PD non è l’obiettivo, è lo strumento. Noi non vogliamo chiudere le sedi del PD, anzi vogliamo spalancarle. Vogliamo cambiare l’Italia e il PD è lo strumento per questo.
Che sta dicendo? Vuole una nuova forma partito? Un partito che garantisce il “buon” governo, guidato da lei?  Si spiega meglio, per favore! Troppe volte nei suoi discorsi lei confonde l’obiettivo con lo strumento!  Diventare segretario del PD è stato un obiettivo o uno strumento per lei?  Fare il sindaco è un obiettivo o uno strumento!  Lei non è un po’timido intellettualmente nel campo delle scienze politiche dell’amministrazione e del Sistema dei partiti e dei sindacati nell'età contemporanea, con tutto il rispetto?
2 – IL PD DEVE CAMBIARE VERSO ALL’ITALIA
  1. Tutti devono cambiare
Lei usa terza persona plurale? Come mai?
 Abbiamo il coraggio di dirci la verità.
E’ una domanda? Lei ha coraggio di rispondere a  Alessandro Maiorano  che dice:”  Renzi ha speso 60 milioni di soldi pubblici tra cene, viaggi e prebende”.
I numeri sono impietosi, drammatici. L’Italia è ferma da vent’anni, non cresce, perde posizioni. Il prodotto interno lordo non può essere l’unico indicatore dello stato di salute di una comunità, lo sappiamo. Ma dai disoccupati ai consumi interni il segno meno è davanti a tutte le graduatorie, export escluso. Occorre cambiare verso, dunque.
Anche i bambini nella scuola elementare stanno studiando questo!  E allora? Pratichiamo il Pop come oggetto della filosofia? “ La moda, la pubblicità, i telefilm, i fumetti, il calcio…li travestiamo con la stessa dignità dei classici del pensiero?   Da dove arriva la sua battaglia delle idee? Dal pensiero critico politico o dal pensiero sociale del gusto: dalla fiction al fashion, dalla filosofia dell’avvenire alla chiacchierata in bar? 
Perché il paradosso è che l’Italia ha risorse per farcela. Fossimo un altro Paese,
“altro Paese”?  Forse?
probabilmente, dovremmo gestire la crisi e abbassare il livello delle nostre ambizioni.
Per 20 anni chi non l’ha fatto? Perché?  Se ci sono, cita  troppo  ambiziosi nel PD!
 
 Ma il felice paradosso è che noi abbiamo le possibilità e le potenzialità per uscirne rafforzati.
Lei intende “Il paradosso di Easterlin” o c.d. “paradosso della felicità” (California)?  Collegando la felicità con il reddito, secondo   R.Eastrelin,” la felicità umana aumenta fino ad un certo punto, poi comincia a diminuire, seguendo una curva ad U rovesciata.” Le chiedo scusa per la domanda,  lei è più felice quando prende due stipendi  o sente già  il rovesciamento???
 
 
Ci manca la volontà politica di operare un netto cambiamento. All’Italia non bastano piccoli aggiustamenti, ma serve una rivoluzione radicale.
Mi suona molto conosciuto!  E’ Marx, “La rivoluzione radicale nasce dalla lotta di classe”? Ha ha ha!
Quale sarebbe l’altra classe che sia considerata responsabile di tuti i mali della società  stessa(italiana)?
 
Il PD deve essere il partito della svolta, non quello che perpetua lo status quo, dove continuano a fare e disfare i soliti noti. Usciremo dalla crisi solo se metteremo finalmente mano alle riforme strutturali di cui tutti parlano da decenni e che invece stiamo ancora aspettando.
Lei non fa parte di tutti quelli che parlano da decenni?
 L’Italia non può più aspettare perché ha già perso vent’anni e sta pagando il fallimento di un’intera classe dirigente.
Lei gode di grande successo come il sindaco di Firenze?
 “ Un uomo è come una frazione il cui numeratore è quello che è, e il cui denominatore quello che pensa di sé. Più grande è il denominatore, minore la frazione.”( Lev Tolstoj )
Cambiare tutto non sarà facile, cambiare tutti qualcosa però sarà un dovere. Il nostro dovere.
Cambiare tutti? Chi? Come? Lei come si cambierà?  Secondo me meglio non cambiare mai e cambiare tutti i giorni!
Chi dice: vanno bene le cose così come sono, va bene il partito così com’è, può non votare per noi.
Perché gli italiani continuano a votare un uomo corrotto?
 
2. Semplicità
 Davanti alla complessità della crisi fa bella figura chi dimostra di saper elaborare complicati concetti, profonde discussioni, dettagliate analisi. Sono temi che ci stanno a cuore e che è bello sviscerare. Compito di un partito politico, però, è saper offrire risposte semplici. Non semplicistiche, non semplificate: semplicemente semplici.
Avete sentito? “semplicemente semplici”… che complessità della semplicità!
L’Italia deve riscoprire la semplicità. Ovunque. In un sistema fiscale incomprensibile persino per gli addetti ai lavori. In un sistema amministrativo dove orientarsi è impossibile persino per i più scafati capi di gabinetto. In un sistema normativo dove abbiamo una produzione legislativa che affolla le aule di tribunale per i ricorsi. Semplicità, chiarezza, trasparenza. Sono concetti abusati nel dibattito, poco usati nella pratica. La rivoluzione digitale e l’accessibilità alla rete possono essere una parte della soluzione, solo a condizione di modificare la mentalità dei dirigenti pubblici. Mettere online tutte le spese dello Stato e di tutte le amministrazioni locali consente un controllo costante dell’opinione pubblica. Per essere credibili, però, dobbiamo iniziare da noi stessi. Dai nostri comuni, dalle nostre amministrazioni.
Faccia pure anche lei!
 Inseguire la semplicità significa che il PD proporrà progetti di riforma sul fisco, sulla giustizia e sulla pubblica amministrazione, discussi in tempi certi con i circoli, con gli amministratori, con i parlamentari e aperti alla discussione tramite vecchi canali e nuove tecnologie. Partendo dal presupposto di uno Stato che cerca di lasciare liberi i cittadini. Di rispettare i tempi delle persone, per esempio non chiedendo più di produrre un documento di cui sia in possesso un’altra amministrazione pubblica. E consentendo alle aziende straniere di poter investire in Italia, perché oggi la confusione normativa, burocratica, fiscale e i ritardi biblici della giustizia costituiscono il primo ostacolo a investimenti stranieri e quindi alla creazione di nuovi posti di lavoro. In un mondo globale, il problema non è se l’imprenditore è italiano o straniero, ma se crea valore alle aziende oppure no, se crea posti di lavoro oppure no. L’italianità da difendere non è il passaporto dell’azionista, ma la qualità dei prodotti, l’investimento e l’occupazione.
Avete capito: “semplicemente semplici”! Mi ricorda questo: “ semplicemente complicato complicare semplici complicità!”(sulla rete). Sospetto che la differenza stia proprio nel fatto che mentre Lei vorrebbe un discorso semplice nel senso del contrario di complicato, una teoria della linguistica è semplice nel senso che ha ridotto il complesso ( le regole della comunicazione).  Parla di meno per favore e così faccia meno danni al PD!
 Non vogliamo essere il partito delle tasse. Non dobbiamo più consentire a nessuno di definirci il partito delle tasse. Perché non lo siamo.
Sì? Quale è la verità? Che cosa sta facendo il Governo del suo partito? Lei è già responsabile per i lavori governativi! Se cade il Governo, lei ha pensato di dimettersi? 
E perché chi lo dice in questi anni non ha ridotto la pressione fiscale. Strumenti veri per combattere l’evasione fiscale, aiutare le aziende rendendo l’Agenzia delle Entrate non il nemico ma il partner, che prova ad aiutarti prima che a sanzionare, investire sulle fatturazioni digitali ma anche sul pagamento oltre il contante che ancora rappresenta una nicchia di mercato troppo piccola, anche per l’eccessivo costo imposto dal sistema bancario.
In Italia ci sono le condizioni per la realizzazione dell’agenda digitale? La criminalità informatica è aumentata o no? Non esiste il rischio di un calo della fiducia nelle reti? Ci sono gli investimenti nelle reti o mancano?  E’ sufficiente l’impegno del suo Governo (del suo partito) nella ricerca e nell’innovazione?  Il Governo e il suo partito è riuscito a rispondere in tempo  ai problemi  della società italiana?
 
3. Contro i nostri tabù
 Vogliamo utilizzare il Congresso per discutere sul serio, sfatando alcuni tabù anche nel nostro campo. Tutto ciò che otterremo dal recupero dell’evasione fiscale dovrà essere utilizzato soltanto per riduzione delle tasse, non producendo ulteriore spesa.  Tutto ciò che otterremo dalla dismissione di patrimonio dovrà essere utilizzato soltanto per ridurre il debito, non producendo ulteriore spesa. Il PD non sarà mai subalterno al mercato, che deve regolare
Vorrei una legge sulla responsabilità giuridica dei partiti per le spese fatte con i soldi pubblici  per 20 anni;(  Il partito non possa chiedere la responsabilità pe il fallimento politico!
. Ma proprio per questo la politica non può interferire con operazioni economiche e finanziarie che devono essere garantite da leggi chiare e non modificabili in corso d’opera. Proprio perché non siamo subalterni non ci interessano le avventure dei capitani coraggiosi o dei patrioti che nel corso dell’ultimo ventennio hanno alimentato un modello di capitalismo all’italiana più basato sulle relazioni che sui capitali. E vogliamo dire parole chiare sulle banche, che devono fare le banche e prestare a chi ha idee e bisogno, non a chi specula in nome di “operazioni di sistema”. In Italia le banche sono ovunque, nelle proprietà dei giornali come nella gestione delle aziende, tranne dove devono stare davvero: a dare una mano alle famiglie, alle piccole imprese, agli artigiani, al cuore pulsante dell’economia italiana. Ogni grande operazione – voluta dalla politica o difesa dalla politica – che fallisce o va in sofferenza, riduce in modo esponenziale la possibilità di dare credito a chi ne avrebbe bisogno, a chi potrebbe investire, a chi potrebbe crescere con le proprie gambe e non con il sostegno di amici degli amici.
Poche regole chiare per consentire ai players dell’economia di giocare a carte scoperte, tutti con le stesse opportunità. Garantire l’uguaglianza, insomma. Senza che nessuno sia più uguale degli altri.
Quali sono i rapporti suoi con: Vaticano, Rai, banche e la diplomazia?
4. Il partito dei diritti…
Il PD che noi vogliamo è il partito dei diritti. La nostra Italia è uno spazio accogliente per tutti, costruisce sul talento di ciascuno, consente a ognuno di perseguire il proprio progetto di vita. Costruire una società veramente rispettosa e inclusiva è un’operazione possibile e vantaggiosa per la società intera. C’è uno spazio nel quale la libertà di ogni persona di compiere le proprie scelte, anche le più intime e fondamentali decisioni della vita, può convivere in armonia con la libertà di ciascuno di vivere liberamente le proprie convinzioni. E’ in quello spazio che è possibile costruire un Paese avanzato sul tema dei diritti civili, senza alcuna paura di cancellare la nostra identità e le nostre radici culturali. L’espansione dei diritti delle persone non può essere un’operazione a somma zero, in cui qualcuno vince e qualcuno perde: deve essere al contrario un modo per far crescere l’intero Paese. L’altra faccia della medaglia dello sviluppo economico, infatti, è rappresentato da quello civile. L’Italia deve costruire una cultura dell’inclusione. La scuola, le famiglie, i media, le associazioni – ma questo è un compito che spetta individualmente anche a ciascuno di noi – devono diventare parte della costruzione di un paese più rispettoso, più inclusivo, più incline a comprendere che le differenze sono una ricchezza, una straordinaria opportunità per il nostro Paese. Negli ultimi mesi si sono fatti essenziali passi avanti: il Parlamento ha approvato un fondamentale provvedimento di legge volto a contrastare le violenza contro le donne e si è avviato alla Camera il percorso che condurrà a una legge contro l’omofobia e la transfobia. Passi importanti, ma non sufficienti. Le norme penali non possono essere l’unico strumento per limitare questi fenomeni inaccettabili: ciò che dobbiamo costruire è l’educazione di tutti a un rapporto più gentile tra le persone.
Questa parte del suo discorso è politico, secondo lei? Lei è capace di riconoscere il proprio limite radicale del partito democratico?  Il caso Cuperlo come lo definisce?
 
5. …e il partito dei doveri
 Ma proprio perché ci candidiamo a essere il partito dei diritti vogliamo essere anche il partito dei doveri. Della legalità, che è un valore sempre, per tutti non solo contro uno. Essere il partito della legalità significa combattere una battaglia non solo verbale contro una criminalità organizzata che uccide meno di prima e in modo meno evidente ma che è sempre più presente nel tessuto economico, nelle botteghe delle città, nelle aziende del nord costrette all’usura e poi a vendere, nel commercio di cocaina. Ricordare i martiri dello Stato è dovere civile per ciascuno di noi. Ma combattere la criminalità con strumenti efficaci e moderni è il vero modo per non disperderne la testimonianza, per non ignorarne il martirio. Essere il partito della legalità significa chiedere una riforma della giustizia civile, amministrativa, penale. E affrontare la scandalosa questione delle condizioni di vita nelle carceri, passando dalla porta giusta: la riforma della Bossi-Fini e della Giovanardi, la riforma della custodia cautelare dove autentiche vergogne per il Paese vengono messe in evidenza dai media (e meno male almeno in questi casi accade) solo quando ci sono personalità importanti, l’implementazione di sistemi alternativi alla detenzione. Pensare di affrontare il problema dello svuotamento delle carceri con un provvedimento di clemenza sette anni dopo l’ultimo indulto trasformerebbe questo strumento eccezionale in una sorta di condono mascherato, risolvendo l’emergenza carceraria soltanto per qualche mese e senza garantire ai territori e ai comuni di impostare progetti di reinserimento per evitare la recidiva.
 Garantire l’uguaglianza è un imperativo della nostra carta costituzionale. Ma spesso la Costituzione si cita in piazza e si dimentica nella quotidianità. Si difende la Costituzione, solo se si attacca la rendita. Pensiamo che l’uguaglianza sostanziale di cui all’articolo 3 sia attuabile solo se rimuoviamo gli ostacoli. Ma l’uguaglianza non significa ugualitarismo. Non significa uccidere il merito: significa che chiunque può giocarsela.
 Chi oggi dice che non si può toccare la spesa pubblica si pone dalla parte di chi vuole conservare l’esistente, cioè un sistema ingiusto e inefficiente. Modificare la spesa pubblica, garantendo più diritti a chi non ne ha, è un’assoluta priorità per il nostro welfare tutto incentrato sulla difesa di alcune categorie e non di altre. Possibile non chiedere un contributo di solidarietà a chi riceve pensioni d’oro? Possibile non modificare il sistema degli assegni sociali, dando di più a chi più bisogno, ed eliminando le contraddizioni del meccanismo attualmente vigente?
“Davvero il rispetto dei diritti è il banco di prova dell'incontro tra le diverse correnti del nostro umanesimo?” I correnti nel nostro umanesimo sì e per i correnti nel nostro partito no?! 
 
6. Territorio
 Il PD che vogliamo è un partito che sa ripartire dai territori e riesce a disseppellire i tesori sepolti dalla pessima gestione dei nostri beni comuni. Se vogliamo creare lavoro e benessere, dobbiamo riuscire a far incontrare il meglio delle nostre vocazioni – la bellezza delle città e del paesaggio, il ricco e dinamico sistema di imprese locali, lo spirito di impresa e la sfida della creatività che ha fatto grande il Made in Italy. L’Italia è il 72° paese come estensione, come numero di abitanti siamo meno dell’1%, lo 0,89% della popolazione mondiale. Nonostante questo nel mondo ‘è una grande attenzione verso l’Italia, c’è voglia di Italia. Voglia di visitare l’Italia, voglia di mangiare italiano, voglia di vestire italiano. Ci sono imprenditori bravissimi che sono riusciti a portare l’Italia nel mondo e far crescere il desiderio di Italia. Noi dobbiamo solo aiutarli a non essere penalizzati, dobbiamo aiutarli se nel mondo si affermano prodotti alimentari che di italiano hanno solo il nome. Per il turismo non ha senso che ogni regione si muova autonomamente, così si attrae meno e si spende di più. A questo proposito occorre aprire una discussione sulla riforma del titolo V° della Costituzione, che ha dato troppi poteri alle Regioni. La promozione del territorio è importante, mentre la tutela ambientale è fondamentale. 5 miliardi è in media il costo annuo dei disastri ambientali, un costo che potrebbe essere drasticamente ridotto se decidessimo di investire in prevenzione. Basta scaricare le responsabilità e ridurre i territori a discariche del disimpegno della politica. Basta con l’Italia peggiore che fa il giro del mondo mostrando un insopportabile degrado con i casi Ilva a Taranto, per i veleni sotterrati dalla camorra in Campania, per l’acqua che non arriva in casa e i fiumi inquinati perchè mancano fognature e depuratori, per i rifiuti ammassati per strada o trasferiti via mare in altri Paesi che è come ignorare il tema e rinviare le scelte che sono un dovere della politica e della pubblica amministrazione.
Perché attacca “in modo volgare, violento e offensivo un’oncologa che critica i termovalorizzatori con dati alla mano.” ? Le chiedo ancora una volta la scusa, ma lei legge queste ricerche scientifiche? Noi  cittadini abbiamo bisogno di essere informati. Le emozioni le lasciamo a casa.
 
7. Sud come opportunità
 Per il sud dobbiamo farci promotori di una strategia fondata su investimenti mirati, non a pioggia, e concentrata sui fattori di lungo termine della crescita: infrastrutture materiali e immateriali, istruzione, ricerca, efficace controllo del territorio contro l’illegalità diffusa e la criminalità organizzata, apertura dei mercati chiusi, superamento del carattere categoriale del Welfare , concentrando gli interventi sulle famiglie povere con minori.
 Insomma: non soluzioni alla ricerca di un problema-come è accaduto con la Banca del sud di Berlusconi e Tremonti, ma sistematica strategia di riduzione degli ostacoli che ostruiscono la strada della crescita. Sapendo che il divario di sviluppo  accumulato dal Sud rispetto al Nord è così ampio e le potenzialità inespresse così grandi-da consentirci di affermare che il successo di questa strategia-esplicitamente rivolta a cambiare la struttura stessa degli incentivi che sono alla base dell’attività economica, nel suo rapporto con la politica-potrà favorire un ritmo di crescita, al Sud, significativamente più elevato rispetto a quello del Centro-Nord.
Il suo partito che cosa ha fatto per il sud?  Il nord del paese cosa ha fatto per il sud?
 
8. Terzo settore, anzi primo
 Ci sono cinque milioni di italiani che ogni giorno fanno qualcosa per gli altri tramite l’associazionismo, il volontariato, il no profit.
 Lo chiamano terzo settore, ma in realtà è il primo. Perché dà il senso dei valori in cui crediamo: è il mondo del volontariato generoso, delle cooperative sociali, dell’assistenza solida e solidale. Occupa 1 milione di lavoratori, ma soprattutto aiuta il paese a non cadere nel vittimismo. Il PD che faremo starà a fianco di questo mondo con entusiasmo e rispetto.
Basta la carità! Ci vuole la giustizia!
 
3 – L’ITALIA PUO’ CAMBIARE VERSO ALL’EUROPA
1. Ce lo chiede l’Europa?
 Non è in crisi l’Italia.
Che cosa? Allora confermi quello che dice Letta?
O meglio, non è in crisi solo l’Italia.
Dovremo stare  sereni ? I bar sono pieni ancora?
È in crisi l’Europa che si scopre a fatica non più cuore economico del mondo.
E che è? Il fegato bruciato?
 Il sogno e la visione dei padri costituenti dell’Europa di fare del nostro continente sempre più un luogo di pace ha visto una progressiva realizzazione. I nostri nonni affrontavano i francesi e i tedeschi sui campi di guerra, noi abbiamo la fortuna di essere divenuti la generazione Erasmus.
Che c’entra adesso l’Europa con Erasmus? Per 20 anni avete tagliato il deficit riducendo gli investimenti nell’istruzione? Bho!
Mai prima di oggi si era registrata una stagione di pace cosi intensa e bella.
Dove? Come? Io vorrei solo la PACE! L’intensità e la bellezza  le lasciamo per altre cose!  Se c’è “bella pace” come è quella brutta?
Ci sono state delle pagine vergognose che non vogliamo dimenticare mai, da Srebrenica al mercato di Sarajevo. Ma l’Europa come occasione per garantire la pace nei confini interni ha funzionato. È arrivato il momento di dire con forza che quel sogno così bello e rilevante non può bastare più. E il ritornello “Ce lo chiede l’Europa” ci ha stancato. Le cose che dobbiamo fare le vogliamo fare per noi, non per i burocrati di Bruxelles.
Quali burocrati? I nomi e cognomi?
Ci interessa adesso che la politica italiana inizi a dire cosa chiediamo noi all’Europa. E vogliamo che il PD sia protagonista – non solo alle Europee – di una campagna per raccontare che tipo di idea di Europa abbiamo in testa e di una battaglia per realizzare un’Europa dei cittadini e non solo dei tecnici.
 Nella seconda metà del 2014 l’Italia guiderà il semestre europeo. Si tratta di un appuntamento molto atteso, che il PD dovrà riempire dei propri contenuti. Basta con il “ce lo chiede l’Europa”, iniziamo a dire cosa chiediamo noi all’Europa. La sfida è istituzionale, sociale, economica.
La sfida politica dove si è persa?
2.Verso gli Stati Uniti d’Europa
E l’autonomia degli Stati?
 Si può procedere nella direzione degli Stati Uniti d’Europa solo a condizione di investire di più su un’idea di identità europea. Non ci piace l’Europa che ci dice tutto sulle normative per impacchettare i prodotti tipici ma ci volta le spalle sulla questione immigrazione. Immaginiamo un’Europa che gradualmente proceda verso l’unificazione federale, che punti all’esercito europeo, a una diplomazia comune partendo dalla scuola di diplomazia unitaria.
 E per essere coerenti con questo lungo percorso immaginiamo che le Elezioni Europee – verso le quali ci avviciniamo in un rapporto di sempre maggiore integrazione con il Partito Socialista Europeo – non siano un test per capire lo stato di salute dei partiti in Italia o magari l’occasione per vedere se c’è spazio per qualche nuovo partitino. Sarebbe un’occasione persa, sarebbe un errore imperdonabile. Proviamo a segnare la differenza: più potere per il Parlamento europeo, risorse certe ed autonome per il bilancio UE, elezione diretta del Presidente Europeo e poteri esecutivi per la Commissione, la progressiva equiparazione della Banca Centrale Europea a vero e proprio custode della moneta unica, sul modello della Federal Reserve negli Stati Uniti. L’Europa ha bisogno di essere governata dai rappresentanti dei cittadini non da un’oscura burocrazia. Perché non basta l’unione monetaria: il futuro è l’unione politica.
L’orientamento del Pd nei confronti del Fiscal Compact?
3. Una sfida
 Il PD deve chiedere che i giovani europei possano sperimentare un servizio civile continentale, che le normative sul lavoro vadano progressivamente integrandosi, che gli scambi studenteschi e universitari siano ulteriormente implementati. Il PD deve chiedere che ci sia una voce unitaria nella politica estera, un’attenzione non saltuaria alle emergenze umanitarie, alle guerre civili, ai conflitti dimenticati. Il PD deve chiedere all’Europa di considerare il Mediterraneo davvero il Mare Nostrum e dialogare con le sponde africane con un linguaggio nuovo di cooperazione ma anche di potenziale sviluppo, come è accaduto negli anni Novanta con l’Adriatico durante la crisi umanitaria in Albania, Paese che adesso speriamo di accogliere quanto prima nell’Unione Europea. Solo che ti serve la politica. Non puoi lasciare tutti i problemi sulle spalle dei sindaci coraggiosi o dei volontari della Caritas. Ecco perché occorre la politica.
“deve, deve, deve, deve e deve”?  Perché sempre  si  parla “deve” e mai fatto? Che significa  “ecco perchè occorre la politica?” Fino ad oggi non occorreva? Bho!
 
4. No alla tecnocrazia
 Se l’Italia fa l’Italia, se l’Italia fa il suo mestiere, l’Europa trae giovamento. E rottamiamo anche l’idea di Istituzioni che si pongono soltanto come guardiano dei conti altrui.
L’Italia “sa” per “fa”? O “fa” per “sa”?  “Rottamiamo l’idea”?  Come? Come si fa rottamare l’idea?
 Le politiche di euro-austerity hanno dimostrato il fiato corto e si sono rivelate inidonee e a rilanciare la ripresa.
Solo “le polemiche” o le azioni e resultati?  I dati con nomi  numeri, per favore!
Il PD deve cambiare verso a questa discussione assicurando l’impegno italiano per rimettere a posto i conti.
Che significa “l’impegno italiano”? Per citare uno dovrebbe esistere l’altro per paragonarlo, no?
 Non rimettiamo a posto i conti perché ce lo chiedono le cancellerie europee: rimettiamo a posto i conti perchè ce lo chiede la serietà verso il destino dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Solo il futuro lo richiede?  Chi non ha risposto a questa necessità  e perché? I nomi, per favore! A Firenze i conti pubblici sono a posto? Esiste  la differenza tra lavoro politico e quello amministrativo?  Non si sente nell’imbarazzo  con le due cariche e due stipendi  come i dirigenti degli ex  partiti comunista  nei paesi dell’Est negli anni novanta?
 Ma il PD che cambia verso all’Italia
Prego? “ cambia verso all’Italia”? Dove era girato il partito di prima?
ha tutti i titoli per chiedere all’Europa di modificare il proprio approccio tecnocratico, che non risolve i problemi di crescita.
“crescita”? E la crisi? Sono già fatte le richieste per chiarire o intende il futuro?
Per competere nel mercato globale, l’Europa ha bisogno di noi.
Ma non siamo noi l’Europa? Non siamo noi i fondatori? Chi non ha capito questo e perché?
 L’Europa non può essere semplicemente il guardiano dei conti, l’Europa non è può essere un estratto conto.
Perché no?  Se noi siamo l’Europa è giusto che facciamo i conti ma con gli scontrini? Ci sono?
L’Europa è un organismo complesso, fatto di persone, storie di vita, istituzioni locali, culture e territori.
Davvero?  Se l’Europa è organismo, l’Unione che cosa è?   Se l’Europa è “istituzioni locali” quali sono gli istituzioni europei? 
 Non basta fissare qualche percentuale per governare questo organismo complesso, serve conoscere il suo passato e definire il suo futuro.
Che cosa? Bho!
 I conti non sono un fine a sè, sono un mezzo; un mezzo per definire saldamente il futuro di una comunità.
Che centra adesso il conto e l’umanità? Il mezzo e lo strumento?  Un pasticcio della terminologia  usata senza l’ordine e chiarezza!
Sacrosanto è lo sforzo al risanamento pubblico e alla riduzione del peso del debito.
Riduzione “del peso” o del debito?
 Ma una nuova Europa non può non accorgersi che la cura può uccidere il malato, che con la recessione in casa serve un grande piano espansivo di investimenti che faccia ripartire il mercato interno e l’economia.
Perché il vicino di casa deve curare mio marito quando il dovere di farlo è mio?!
 
5. Superare il tre per cento
 Superare l’austerity come religione e i conti come fine è il primo passo per costruire una Europa politica che sappia scegliere e non solo amministrare.
Usare il Mac non basta! Cercare la semplicità significa proprio contrario: percorrere la strada della tecnica e quella estetica!  Amministrare si deve e come! Credere si deve e come! Fidare si deve  a chi ti sta VICVINO!  “L’austerity” messa accanto alla “religione” suona  come “ amare” senza i vocali;)
Cambiare l’Europa è una sfida che possiamo vincere. Per farlo, però, abbiamo bisogno anzitutto di cambiare verso all’Italia. Solo cambiando, l’Italia può acquistare la forza e la credibilità necessarie per chiedere all’Europa di cambiare le sue regole e perfino i suoi paletti.
O dio mio!  Crozza, vieni qui, aiutooo! “cambiare” per “vincere” (SOLO?) ; “ per farlo bisogna cambiare verso l’Italia” MA COME  e da dove tornare,  girare?); “solo cambiando, l’Italia può acquistare la forza e la credibilità”( CHE COSA e perché solo quella cosa?); “per chiedere  all’Europa di cambiare le sue regole”(SOLO LORO regole, e nostre?) e “per fino i suoi paletti” (Quali e perché “perfino” ?)
A partire dal parametro del 3% nel rapporto deficit/pil; un parametro anacronistico. Siamo noi che dobbiamo chiedere all’Europa di cambiare, ma prima di farlo, iniziamo a realizzare in casa le riforme che rinviamo da troppo tempo. Il 3%, infatti, deriva matematicamente da un obiettivo (stabilizzare il debito alla media Ue dell’epoca, il 60%) e da un’ipotesi/speranza (che il Pil crescesse in media del 3% l’anno). Entrambe le cose nel 1992 erano vere e realistiche. E ora non lo sono più: la media del debito nell’area euro è il 90%, e il tasso di crescita medio è molto più basso del 3% (anche a causa delle economie emergenti). In più il 3% soffre problemi di credibilità…quando nel 2003 l’hanno violato Francia e Germania, si è preferito sospendere il Patto di Stabilità piuttosto che applicare la sanzione. Significa un “tana libera tutti”? No, specialmente per un paese come il nostro che ha un debito (132% del Pil) superiore sia alla media Ue del 1992 che a quella di oggi. Significa invece disegnare un nuovo e credibile sistema di vincoli che sia al passo coi tempi, che permetta di risanare i bilanci realisticamente (senza uccidere il malato) e che possa essere rispettato da tutti.
Esatto! I nomi e cognomi!  Perché non è fatto? Quanti suicidi? Ci sono i responsabili?
 Se iniziamo a cambiare verso all’Italia, poi abbiamo le carte in regole per chiedere che cambi verso l’Europa.
“Verso all’Italia”, “verso l’Europa”?  Per 20 anni dove eravate?  Come si possa cambiare il verso senza capire chi ha rotto la rotonda, il ponte , la strada? Chi garantisce che il senso non è l’unico?  Chi garantisce che la strada sia senza l’uscita? Chi garantisce che la strada (senza i segnali precisi e concordati) è quella giusta?
  CONCLUSIONI
Per realizzare un progetto così ampio,
Quale progetto?
per vincere una sfida così difficile
Quale sfida?
 avremo bisogno di tanto coraggio
Adesso avete paura? Vi manca questo coraggio?
ma non basterà il nostro coraggio.
Perché?
 Avremo bisogno di studiare tanto, ma non basterà il nostro studio.
Non avete ancora studiato? E se manca come possa bastare?
 Avremo bisogno di libertà, ma non basterà la nostra libertà.
Vi manca la libertà? Perché non dovrebbe bastare? Quanto dovrebbe essere? Esiste un limite adesso? Se si, chi l’ha creato? I nomi!
Perché avremo bisogno anche e soprattutto di tutto il nostro entusiasmo.
A…a…a! “entusiasmo”! Avevo dimenticato che qualcuno punta sulle emozioni prima del sociale? Bho!
 Fare politica oggi è un rischio.
Perché rischio?
 Una scommessa. Un azzardo, forse.
Scommessa? Azzardo? Forse? La condizionale o la domanda retorica sono la tendina della rovina, usati nei pensieri politici poco chiari! La storia della Stampa italiana del dopoguerra 1943-1972ci da tanti  esempi!  Il gioco dell’azzardo è di sinistra? Non credo! Bho!
Sarebbe più comodo ritirarsi da parte, aspettando che passi lo scontento, la rabbia, la stanchezza.
Come vuole! Ma come l’inizio prova rinunciare almeno uno stipendio, quello del sindaco, per esempio!  Così aumenta la  sua comodità, diminuisce  la sua stanchezza e non ci saranno gli scontenti per l’esistenza delle doppie cariche al pagamento. No?
 Ma pensiamo che tocchi a noi cambiare l’Italia, senza lamentarsi di chi non vuol farlo e mettendosi in gioco.
Pensare che tocca voi? Ma  non state  governando voi? Per 20 anni avete governato anche voi. Il gioco continua…i capi sono cambiati ma i giocatori sono sempre gli stessi! I giovani PD hanno cambiato il look ma è rimasto il pudore e dolore del passato. La debolezza è confermata con la facilità di offendersi.
Perché questo accada, non basta avere buone idee, bisogna avere la voglia e la forza di concretizzarle coinvolgendo gli italiani, suscitandone speranze, alimentandone i sogni.
La vita e dura? In Italia ci sono disoccupati? In Italia ci sono i poveri? Più di questa concretezza EVIDENTE? Bho!  Per 20 anni gli italiani hanno visto troppo balli, pacchi e pentole TV!  E’ difficile accendere le speranze con un nuovo cuoco che è andato pure in America per imparare i gesti!!!  Ma è finita la pasta italiana! Tutto made in Cina. E allora?  Ci servono le idee NUOVE dalle persone nuove e come!
 Ecco perché abbiamo bisogno di entusiasmo, di speranza, di fiducia. Ecco perché tutto quello che abbiamo scritto sta in piedi
“lo scritto sta in piedi”? E l’azione dove è?  Sostantivare l’azione è peggiore del blocco sovietico!
solo con lo sforzo personale di chi non si arrende, di chi non si rassegna, di chi ha voglia ancora di alzarsi e di provarci. Non è possibile cambiare verso senza liberare tutto l’entusiasmo che abbiamo.
Il vostro entusiasmo? Con le tasche piene?  Con i privilegi?  Votare “entusiasmatico” con 2 euro per il capo carismatico? Grazie!
Per cambiare verso propone per la guida del PD, proponiamo Matteo Renzi, 38 anni, sindaco di Firenze dal 2009.
Allora non è nuovo? Anche prima faceva la politica, raccontava lui!
 Matteo è molto conosciuto per i suoi slogan,
Si! Molto slogan! Troppo! Solo slogan! Visti anche nei salotti TV! Sempre per il futuro!  Anche se, diciamo la verità, Renzi ancora non abbia raggiunto la quantità degli  slogan di Stalin;) La qualità è da discutere;)
ma il suo slogan migliore è la concretezza delle cose realizzate da amministratore.
La concretezza delle cose o le cose realizzate?
 Tra le sue iniziative in Comune: ha abbassato le tasse riducendo l’addizionale Irpef,
Quando, come? Numeri, per favore! E’ importante!
raddoppiato spazi e utenti delle biblioteche, approvato il primo piano strutturale a mattoni zero di una grande città italiano, pedonalizzato 12 ettari di centro storico attraverso quattro diverse operazioni, ridotto del 90% le liste d’attesa degli asili nido, aumentato gli investimenti su sociale, e scuola nonostante la crisi, dimezzato il numero degli assessori della giunta, dove le donne sono in maggioranza rispetto agli uomini, venduto le auto blu, portato la differenziata dal 36 a più del 50%, salvato il teatro della pergola e inaugurato il teatro dell’opera. abbassato del 13% il costo del personale del comune che in 4 anni è passato da 199 milioni l’anno a 174 milioni e molto altro che potrete trovare su www.matteorenzi.it.Niente di speciale, sia chiaro: ha fatto solo il proprio dovere. Lo pagano per questo. Ma il piccolo elenco è dedicato a chi dice che gli amministratori del PD sanno solo parlare.
Attenzione, al congresso si racconta per i politici nei settori diversi? Dove sono i dati? Tutto questo lo fanno quasi tutti i sindaci. Ci mancherebbe altro? Anche i piccoli comuni lavorano e hanno costruito non solo i pisti ciclabili!
Invece fare è possibile. Basta cambiare verso.
Possibile? Non è ancora reale? Quanto tempo possa continuare il possibile?
Voi avete capito le idee di Renzi? . Io no!  Credetemi, non è un problema mio;(