Matteo Renzi: Il linguaggio politico è lo specchio delle idee politiche
Dott.ssa Penka Ilcheva
Ecco il discorso politico di Renzi descritto dai giornali e la TV, come
una cosa GRANDISSIMA! La mia curiosità
non finisce mai! E’ vero che questo discorso è bello? E’ vero che ci sono le
idee nuove? E’ vero che è un discorso mai fatto? Per capire ho letto tre volte tutto il discorso. Vi avviso: è una fatica grande! Credetemi, il problema non è mio;) E’ facile criticare
uno che usa lingua italiana come seconda, mentre chi critica conosce solo una
lingua! E poi, come posso comprendere
più facile “La distinzione” di Pierre Bourdieu che il discorso di Renzi? Chi ha
letto il libro citato sa cosa vuol dire questo. C’è qualcosa che non va! Non
ho le pretese linguistiche ma la voglia di capire le idee di Renzi annunciate? Leggendo
il discorso suo, mi perdevo nel labirinto immenso. Altro che labirinto antico
greco, cretese;) Affrontare le parole senza
un senso o con lo stile poco chiaro non è una cosa facile! E se è vero che uno lavora come parla? Ho scoperto uno stile tutto particolare: per
esempio, la parola “semplicità” si usa decine di volte e tutto finisce là. Pure
la parola rimane isolata. Mi domando: avere le idee o ripetere la parola
“semplicità”? Diventa una “semplicità
semplificata” o cerchi di complicare la “complessità
complessa”?;)))))))
PS: Con i caratteri in grassetto ho inserito le mie domande e commenti che
mi venivano spontaneamente nel corso della lettura! Buon proseguimento!
27 gennaio 2014
Idee | Matteo Renzi
La copertina della
mozione congressuale 2013 di Matteo Renzi
Essendo il tempo il bene più prezioso che ci sia dato,
perché il meno recuperabile, l’idea del tempo eventualmente perduto provoca in
noi una costante inquietudine. Perduto sarebbe il tempo in cui non avessimo
vissuto da uomini, non avessimo fatto delle esperienze, non avessimo imparato,
operato, goduto, sofferto. Tempo perduto è il tempo non pieno, il tempo vuoto.
(Dietrich Bonhoeffer)”
Il vostro tempo è già
finito! Anche lei ha fatto solo la
politica e per tanti anni…
“Chi fa un uso
pessimo del tempo che gli è stato messo a disposizione spesso è tra coloro che
si lamentano di avere poco tempo", Jean de la Bruyere
PREMESSA
La fotografia di
queste ore ci consegna l’immagine di un’Italia stanca, impaurita, rassegnata.
Sembra che il nostro tempo migliore sia alle spalle e che cambiare sia uno
sforzo più impossibile che difficile. Non è così.
E come è?
Chi crede nella politica, nel valore e nella dignità della
politica, sa che non è così, non può essere così. Ci meritiamo di più.
Chi e quanto di
più? Ha due stipendi e vuole ancora?
E tocca a noi cambiare verso.
Voi chi? Che litigate
ogni volta per ogni cosa?
Dobbiamo affrontare la paura con il coraggio, la stanchezza
con l’entusiasmo, la rassegnazione con la tenacia. E dobbiamo sapere che la
crisi che stiamo vivendo, crisi economica, finanziaria, occupazionale, certo,
ma anche crisi di un modello di valori che va finalmente cambiato, è la più
grande opportunità che noi abbiamo per restituire il futuro all’Italia. Questa
crisi non va sprecata, noi non vogliamo sprecarla. È una crisi destinata a
cambiare il senso di parole come benessere, lavoro, appartenenza. La sinistra
vince solo quando costruisce il futuro, non quando si chiude sul presente.
Dobbiamo, dobbiamo e
dobbiamo? Fino a quando? Per 20 anni tutti i partiti dicevano la
stessa cosa! Mica è una novità?! (la crisi del luglio 1964, discorsi di Bettino
Craxi)
Nel 2013 il
centrosinistra ha perso l’occasione più straordinaria per iniziare a cambiare
l’Italia, perdendo elezioni politiche che sembravano già vinte. Inutile
recriminare ormai.
Abbiamo bisogno di una lettura sincera, però, delle cause di
quella sconfitta. O di quella non vittoria, come la chiama qualcuno. Abbiamo
bisogno cioè di capire dove abbiamo sbagliato, non per attribuire giudizi o
dare pagelle: più banalmente perché non succeda di nuovo.
Dai, dai,
fatelo! Ci vuole un po’ di pulizia? Tu
come sei messo con la giustizia? Sei
condannato o no?
Vogliamo cambiare
verso a questo anno cambiando radicalmente non solo il gruppo dirigente che ha
prodotto questa sconfitta, ma anche – e soprattutto – le idee che non hanno
funzionato, le scelte che hanno fallito, i metodi che ci hanno impedito di
parlare a tutti.
Quale gruppo
dirigente? I nomi, per favore! Quale sconfitta? Quali idee non hanno funzionato
e perché? Quali scelte hanno fallito e perché?
Questo è grave se è vero?!
Quali metodi vi hanno
impedito di parlare a tutti? Parlare o
fare? Spiegati bene! Ci vuole un quadro
descrittivo per il metodo del lavoro politico! Se si sotto linea un problema ci
vuole anche una spiegazione. Se no, come si possono prendere le decisioni nuove?
E vogliamo costruire
un PD che sia in grado di concretizzare la speranza.
“…concretizzare la speranza”? Concretizzare un’emozione è un lavoro troppo
specialistico? Domanda il suo psicologo?! Se no, per me rimane un ricordo dei
discorsi politici del sistema comunista
nei paesi dell’Est o come una preghiera ”Una fede da concretizzare”, (
03/12/2011, don Luciano Mendez).
Il PDL è in tutt’altre faccende affaccendato…
Doveva dirlo al suo
interlocutore condannato! Perché l’hai incontrato se il suo partito “ è in
tutt’altre faccende affaccendato”?
i CinqueStelle hanno
scelto di rifiutare qualsiasi collaborazione.
Un capo del partito
possa fare le bugie!? Non è vero che ilM5S rifiuta “qualsiasi
collaborazione” e lei lo sa! Le offerte e gli inviti si fanno in modo ufficiale
e se il problema tocca La Costituzione le domande e proposte si fanno nelle commissione parlamentare.
“purtroppo o per fortuna, solo il PD può in questo momento
cambiare l’Italia. Il congresso e le primarie che ci aspettano sono dunque
l’occasione più bella per restituire fiducia all’Italia. Avvertiamo il peso e
l’onore di tutto questo.
Ma è sicuro che solo
il PD possa cambiare l’Italia? Per 20 anni non è mai successo! Come mai? Lei personalmente dove c’era per tutti questi
anni? Che cosa ha fatto per cambiare il suo partito? “Avvertiamo” davvero “il
peso e l’onore di tutto questo!”
Vogliamo vivere
questo tempo ispirati dalla curiosità, non dalla nostalgia.
Sì alla “curiosità” e no alla “nostalgia”!? Che significa? Spiegati
meglio!
E abbiamo bisogno di discutere, di confrontarci, anche di
litigare. Ma sulle idee, non sulle simpatie personali. Sulle proposte, non sui
pregiudizi. Per questo invitiamo a leggere questo documento. A dialogare, a
criticare, a proporre.
Il caso Cuperlo : si
dice una cosa e poi si fa un’altra.
coinvolgere quante più persone possibile nelle primarie
dell’8 dicembre. Perché tutti quelli che dicono che questo congresso ha un
risultato già scontato vogliono allontanare la nostra arma più preziosa: la
partecipazione.
Le parole non si
debbano lasciare nei salotti TV!
1 – NOI POSSIAMO CAMBIARE VERSO AL PD
Come? Adesso siete il contrario?
Il PD ha perso iscritti e voti
E’ vero! E non è per la prima volta! Nelle prime primarie hai perso lei!
Nelle seconde ha perso la sinistra!
Gli iscritti al PD
sono 250 mila, ma erano oltre ottocentomila nel 2009. Avevamo detto di
dimezzare i parlamentari, non di dimezzare gli iscritti.
Che cosa di concreto
ha fatto lei per il suo partito? Come
aveva aiutato negli anni precedenti ai dirigenti del suo partito per
raggiungere questo resultato? Tanto oggi dice che si possa fare il doppio
lavoro: del Sindaco e del funzionario politico! Nei tempi precedenti non faceva
parte della dirigenza ma aveva possibilità di aiutare, come per esempio, fanno oggi il M5S.
I dirigenti centrali che spiegavano come fosse meglio un
partito pesante rispetto a quello leggero hanno finito con il lasciarci un
partito gassoso… che ha visto l’evaporazione degli iscritti.
Seguendo i suoi
discorsi politici mi sembra che lei sia bravo caricatore gassoso e fumoso;(
Ogni discorso e vuoto dei contenuti e ogni tema è spezzata dai manifesti
generalizzati. Niente di concreto, di nuovo e di chiaro. Lei sta perdendo senza
accorgersi! Nella politica non
esiste la velocità olimpica! Dirigere nella politica non c’entra nulla con
l’Armata rossa!
Li abbiamo lasciati
andare, li abbiamo lasciati soli.
Ma perché? Lei dove è
stato? Se oggi vuole dimostrarci che è
così bravo, perché non è uscito dal
BOSCO prima?
E intanto abbiamo perso oltre due milioni di
voti. I 12 milioni di voti del 2008 sembrano il miraggio di una stagione
lontana. Dobbiamo tornare a credere che la dimensione del PD sia quella di un
partito grande, ampio, vincente. Può vincere solo un partito che sa convincere
e coinvolgere. Noi non l’abbiamo fatto. Gli italiani ci hanno visto come una
parte del problema, non come la soluzione.
Convincere e
coinvolgere? Comincia da se stesso: rinunci uno dei due stipendi che
prende!
Se no, lei conferma
l’opinione pubblica, incluso la mia, che siete una grande parte del problema!
2. Gli italiani vogliono cambiare. Più di votare Beppe
Grillo che devono fare?
Gli italiani vogliono
cambiare, ma cambiare davvero. Hanno votato persino Beppe Grillo per farcelo
capire.
Un dirigente serio di
un Partito, al congresso politico, non
descriverebbe mai un personaggio come Grillo in questo modo! Tutto il mondo segue Grillo e lo apprezza per
la sua lotta continua per la trasparenza dell’informazione! Nove milioni hanno votato perché sono
informati e sanno chi è Beppe Grillo!
E oggi che l’esperienza dei Cinque Stelle mostra tutti i
limiti tipici della demagogia e del populismo, a noi il compito di recuperarne
i consensi: chiedere più trasparenza alla politica non è antipolitica, ma buona
politica.
Tutti i suoi
discorsi, incluso questo, sono le frase generalizzate, demagogiche e
populistiche! Criticare l’unica opposizione nel Parlamento, senza i fatti
concreti, significa un fallimento e una debolezza (sua)! Per me Lei ha già
perso! Un politico giovane non facesse un discorso come questo! Impari, legga i
discorsi dei giovani parlamentari del M5S! Usi come loro la concretezza,
chiarezza e fatti DOCUMENTATI! Allora sì che si coinvolge! Rinunci lo stipendio del Sindaco per favore!
Prima lo diremo con
forza e coerenza noi, prima sgonfieremo la forza del Movimento 5 Stelle che con
i suoi 8 milioni di consensi costituisce la forza più rilevante fuori dal
bipolarismo tradizionale. Per cambiare, però, dobbiamo iniziare a casa nostra,
nel metodo e nel merito.
Bipolarismo tradizionale! Allora lei non vuole il cambiamento! Basta
con la demagogia! E se il suo partito
rimane nella minoranza? Attenzione, con
i discorsi come questo, la direzione è
questa...ma come si possano togliere i partiti e movimenti che hanno più di 8
% i votanti!? La scelta(voto) di un
amministratore non c’entra nulla con la scelta(voto) di un parlamentare!
Si vince recuperando consensi in
tutte le direzioni: centrodestra, Grillo, astensioni
Ma come in
tutte le direzioni? Guidando sull’autostrada
non si segue la corsia! Se fai i giri di qua e giri di là
l’incidente è garantito! Ma che consensi sono questi? I consensi in tutti
i sensi! Che ridere:J
Vuoi anche i voti del
centrodestra? Sì. E vuoi i voti di Grillo? Assolutamente sì. Non è uno
scandalo, è logica: se non si ottengono i voti di coloro che non hanno votato
il Partito democratico alle precedenti elezioni, si perde.
L’unica cosa che
dipende da noi! Tranquillo! Dopo i suoi discorsi e nulla concretezza, più
convinti che mai per il voto del M5S!
Tra di noi abbiamo
spesso dato l’idea di essere interessati a parlare soprattutto a chi c’era già:
non basta più, se mai è bastato. Non parliamo solo ai gloriosi reduci di lunghe
stagioni del passato. Vogliamo parlare a chi c’era, e coinvolgerlo. Ma anche a
chi non c’era, a chi ci sarà, a chi ci potrebbe essere se solo fossimo capaci
di generare apertura e di lasciarci ispirati dalla curiosità.
E vai! La sua
stagione politica è abbastanza LUNGA! LunghinaJ
Basta con questa curiosità! Che c’entra adesso la curiosità? O almeno per una
volta spiegaci meglio: la curiosità per che cosa? Come?
Il PD deve accogliere le speranze tradite di chi ha creduto
in un progetto – diverso dal nostro, certo – e che poi ha fallito:
Per quale
progetto? Se è quello del suo partito
Margherita, mi viene subito in mente il
caso Lusi!
le speranze delle
persone non hanno bollini, non hanno etichette.
I cittadini non hanno
bisogno dalle parolone gonfiate o di etichette: fino ad adesso ogni frase del
discorso suo è un manifesto puro!
Hanno bisogno di risposte.
Esatto! Ma perché lei
non si è preparato per questo evento importante con le risposte e proposte concrete?
l PD deve essere
spalancato alla curiosità, non rinchiuso nelle proprie certezze.
Ancora! La speranza!
Che tautologia! Ma per dare la speranza oggi ci vuole l’onestà politica e
trasparenza; gli esempi positivi dei politici: ma è così difficile di
rinunciare il finanziamento pubblico del partito? A lei non basta solo uno stipendio ?
Siamo stati bravi a
farci del male. Abbiamo respinto ai seggi persone, uomini e donne che, armati
della propria passione, erano usciti di casa per esprimere un voto, una scelta
per noi. Abbiamo escluso chi voleva
partecipare. Cosa c’è di più sbagliato, se non arroccare un partito? Nel voto,
nelle idee.
Dobbiamo fare
l’esatto contrario, andare casa per casa …
(“Scopri perché i Testimoni
di Geova bussano alla tua porta. È questo che Gesù ha detto ai cristiani di
fare?”, sulla rete)
a convincere, far uscire la nostra gente di casa e
riportarla a partecipare, a scegliere insieme, a stabilire relazioni, a parlare
di politica, a costruire l’idea che il partito ha del mondo. I tanti, non i
pochi.
Questa è bella e
lunga ma senza un sensoJ
4. Il PD deve essere un luogo bello per la formazione
politica
Solo per questo? Allora è un’Accademia? Nuovo CEPU? J
Nei paesi dell’Est c’erano e dopo l’anno 1989 le hanno chiuse.
Cambiare verso
significa riconoscerci bisognosi di imparare sempre. Specie noi addetti ai
lavori: un partito che non faccia formazione politica è un partito di plastica,
finto, inutile. Formare alla politica è una cosa bella, perché la politica è
dignità con buona pace di chi ci insulta per questo.
Chi insulta per questo? La bellezza la lasciamo alla natura e facciamo la politica con l’ONESTA’ ! La
bella politica è quella onesta! . Ma è
così difficile per voi parlare per l’onestà POLITICA? La speranza la lasciate per noi e voi
abbracciate l’onestà politica! Poi parliamo per i compromessi. Basta con
inciuci! Non siamo fessi!
Costruire chi siamo, cosa vogliamo per il nostro Paese e
qual è il nostro sguardo sul mondo.
Doveva scriverlo lei:
perché non si è mai capito chi siete; perché parlate una cosa e votate l’altra?
Perché non si è mai capito che cosa volete? Perché per 20 anni non avete fatto,
per esempio, una legge elettorale NORMALE?
Perché mentre il
partito era impegnato a guardarsi l’ombelico si è dimenticato di formare il suo
stesso futuro.
Caro Renzi, lei dove è stato per questi anni? Perché non
aveva scritto almeno qualcosa al livello nazionale sui giornali? Perché per
questi 20 anni non ha fatto qualcosa di concreto per farci sapere che le cose
nel suo partito non andavano bene?
Raccontaci per il suo partito Margherita? Informaci con qualcosa di concreto! Dimostra
la sua lotta in passato? O meglio: se si era addormentato e si é svegliato appena , lo dica per favore, non debba
vergognarsi! Meglio dirci la verità che
raccontarci le palle, con tutto il rispetto!
Chi si affaccia alla
politica non può essere lasciato solo o considerato terra di conquista.
Chi si è affacciato
alla politica? Chi è lasciato da solo e perché?
Quale “terra di conquista”? Alla faccia della chiarezza! Non mi dica che
sono straniera e ho problemi con la lingua! La mia risposta è già pronta!
Perciò attenzione con la palla! Pensaci bene! E’ utile per la politica! Mi
creda!
Il PD deve parlargli
di persona. Deve dargli del tu e offrire un percorso di cambiamento alla nuova
classe dirigente.
Ma come? Consultarsi con Giuliano Amato, ex Presidente
dell'Istituto dell’ Enciclopedia Italiana Treccani ( fino all’anno 2013 aveva
pure questa carica). Non tutti siano d'accordo con l'abolizione del Lei? Se anche questa è una metafora allora il suo
discorso non è politico ma metaforico?!
Allo stesso modo chi
sta in Parlamento come nel consiglio comunale del municipio più piccolo ha
bisogno di essere aiutato a studiare: come si scrive un’interrogazione e una
delibera, certo.
Ma di che cosa sta
parlando? Nella sua comune non facevate i concorsi pubblici? Ma lei sta dicendo che i comuni non sono
competenti? E se il problema è altro? Ha
mai sentito parlare per la semplificazione del linguaggio amministrativo? Ha mai sentito parlare per la trasparenza dei
concorsi pubblici nell’amministrazione comunale, provinciale o regionale?
Ma anche come si va in tv e per dire cosa, come si sta sui
social network, come si interviene in pubblico.
La comunicazione in
politica è la cosa importante ma non una comunicazione con lo stile del
bar; le chiedo scusa ma il suo stile non
è quello di un politico! Il suo stile si avvicina di quello di Giorgio
Mastrota, il noto venditore televisivo.
Grillo per 20 anni coinvolge con la satira politica e convince con i fatti
PROVATI. Il resultato conferma la sua capacità: è riuscito a fondare il
M5S. I giovani parlamentari hanno conquistato gli italiani con la strategia della trasparenza
dell’informazione e la tattica dell’onestà politica.
E come si studiano –
sui libri e non solo – i fenomeni che stanno modificando ontologicamente la
nostra società. Viviamo un tempo di trasformazioni impressionanti: tutti e
ciascuno abbiamo bisogno di studiare di più, per capire di più. Tutti abbiamo
bisogno di rimetterci in gioco. Tutti dobbiamo farlo
Perché? C’è qualcuno dei
politici che non lo fa? E se di sì restituisca lo stipendio!
5. Il PD e le categorie su cui siamo forti. Il pubblico
impiego, le pensioni, la scuola
A sì? Allora perché
tagliare il deficit riducendo gli investimenti nell’innovazione e
nell’istruzione? Quello che lei ha fatto
a Firenze non è niente di particolare per quelli sodi che prende lei e tutti i
consiglieri comunali!
Siamo il primo
partito nel pubblico impiego e nei pensionati. Il secondo partito tra gli
studenti. Addirittura il terzo tra operai, disoccupati, professionisti,
imprenditori. Vogliamo essere il primo partito in tutte queste categorie.
Poveri pensionati
hanno pagato 2 euro per votare! Vergognoso! Chiedere i soldi nella giornata del
voto! Alla faccia della democrazia e della novità politica!
Ma per farlo dobbiamo cancellare il conservatorismo di chi
vorrebbe fare sempre le stesse cose.
Per l’onestà
personale poteva dire che anche come leiL
Vivacchiare non serve a nulla e a nessuno. Neanche a
mantenere il target su cui il Partito democratico è forte: pensionati e
dipendenti pubblici. Non serve perché è sbagliato. Perché il mondo è cambiato e
sono cambiati i bisogni anche di chi fino ad oggi ha scelto di votare per noi
credendo in un progetto che, se non si rinnova, non è più un progetto.
Quale progetto? Quali idee?
”In dieci anni il bilancio del ministero dei Beni culturali è stato
tagliato del 36,4 per cento, oltre un terzo”
Quando eravamo
piccoli un insegnante o una maestra di asilo, una professoressa o un docente
sentivano su di loro il calore e l’affetto di una comunità che ne riconosceva
il ruolo civile.
Per favore, non
raccontarci per l’educazione scolastica! Ho pretesi perché ho insegnato per
tanti anni e cerco di imparare prima di
insegnare. Se si alzasse Pierre
Bourdieu rispondesse alla sua “emozione” demagogica con un sondaggio chiaro e
concreto per la realtà sociale non per la
critica sociale del gusto.
Intendiamoci, gli stipendi
erano bassi anche allora. Non è solo una questione economica, ma proprio di
autorevolezza sociale. Entrando in un bar, dialogando in una sezione,
discutendo al campo sportivo o al circolo, in parrocchia o in piazza,
l’insegnante era comunque visto come un punto di riferimento. Perché sapevi che
a lui o lei ogni mattina tornavi a consegnare il bene più prezioso:
l’educazione alla libertà di tuo figlio. Oggi non è più così: purtroppo.
Come è oggi? Raccontaci i fatti che confermano la sua
constatazione! Perché non racconta che “nel Parlamento italiano la percentuale
di laureati è scesa dal 91,4 per cento della prima legislatura al 64’8 della
quindicesima . Una flessione di 27 punti percentuali, in controtendenza con le
altre democrazie: negli Stati Uniti i laureati al Congresso superano il 94 per
cento.” Perché per tutti questi anni Lei
non ha discusso nel suo partito per questo? Forse la legge Gelmini non
passava?!
Gli insegnanti sono
stati sostanzialmente messi ai margini, anche dal nostro partito. Abbiamo
permesso che si facessero riforme nella scuola, sulla scuola, con la scuola
senza coinvolgere chi vive la scuola tutti i giorni. Non si tratta solo di un
autogol tattico, visto che comunque il 43% degli insegnanti vota PD. Si tratta
di un errore strategico: abbiamo fatto le riforme della scuola sulla testa di
chi vive la scuola, generando frustrazione e respingendo la speranza di chi
voleva e poteva darci una mano.
Ancora la speranza!
Basta! Dica almeno una cosa concreta! E’
giusto dare i soldi alle scuole private
quando non ci sono i soldi per le scuole pubbliche?
Il PD che noi
vogliamo costruire cambierà verso alla scuola italiana, partendo dagli
insegnanti, togliendo alibi a chi si sente lasciato ai margini, offrendo
ascolto alle buone idee, parlando di educazione nei luoghi in cui si prova a
viverla tutti i giorni, non solo nelle polverose stanze delle burocrazie
centrali.
Che sta dicendo?
Quale polvere? Ma che c’entra questo?
Casa per casa, comune
per comune, scuola per scuola, da gennaio 2014 i nostri insegnanti, i nostri
assessori alla scuola, i nostri circoli, i nostri ragazzi saranno chiamati alla
più grande campagna di ascolto mai lanciata da un partito a livello europeo,
sul doppio binario di una piattaforma tecnologica dedicata e di un rapporto
personale, vis a vis.
Alla scuola non serve
la politica! Alla scuola serve la carta igienica per i bambini! La scuola non ha bisogno del calore del suo discorso ma dal calore del
riscaldamento J
Chiameremo il Governo, il Ministro, i suoi collaboratori a
confrontarsi sulle proposte e sulle idee. E daremo risposte alle proposte degli
insegnanti, non lasciandoli soli a subire le riforme, ma chiedendo loro di
collaborare a costruire il domani della scuola.
Perché avete tagliato tanto all’istruzione per tutti
questi anni? Perché non chieda la responsabilità del suo partito per quello che
dice?!
È solo un esempio,
sia chiaro, di quello che faremo. Perché non consideriamo il nostro elettorato
più forte conquistato per sempre. Al tempo della società liquida un partito
politico deve conquistarsi il consenso ogni giorno.
Ma che sta dicendo?
Bho!
6. La proposta sul lavoro
I nostri convegni, i
nostri discorsi, le nostre mozioni danno spesso grande spazio alla parola
“lavoro”. Ci piace discuterne. Ci rassicura sapere che la priorità è il lavoro.
Ci emoziona pensare che la Costituzione – che pure vedeva la presenza di
culture ben diverse tra loro – abbia messo il lavoro al primo posto, in cima
agli articoli. Ne parliamo tanto, ma dobbiamo fare di più. Perché il lavoro è
considerato un’emergenza solo a parole.
E poi? Che cosa vuole
dirci? Questo lo sa anche la mia nipotina! Non ha niente di dirci per il
lavoro? Abbiamo capito che avete parlato e avete usato spesso la parola
“lavoro”. E subito dopo ci dice che
dovete fare di più! Che cosa dovete fare
di più? Di parlare di più o di usare di più la parola ”lavoro”? Perché il lavoro debba essere l’emergenza?
Questo è il nostro diritto! Ma di che cosa stiamo parlando?
Ma oggi dobbiamo
avere il coraggio di dire che, a parte il pubblico impiego,
Il pubblico impiego è
tutto “vostro” e tutto detto bene? Vuole dirci questo?
noi non riusciamo a
incrociare le preferenze di chi lavora e nemmeno di chi sognerebbe un lavoro
come i nostri concittadini disoccupati.
Che cosa ha fatto con
i centri d’impiego a Firenze? Quanti posti siete riusciti a creare? E se no,
perché non ha fatto qualcosa per cambiare questa struttura? Aspettavate che il M5S decidesse il problema,
come spesso ci dimostrano: con i numeri e con i documenti.
È imbarazzante sapere che il partito della sinistra
italiana,
“sinistra italiana”?
E’ sicuro?
autore di alcuni tra
i convegni più interessanti sull’operaismo, è il terzo partito tra gli operai.
Le fabbriche non ci votano, ne siamo consapevoli?
Siete sicuri? Dove
sono rimasti le fabbriche? Ci sono ancora? Siete sicuri?
I disoccupati non affidano a noi la speranza di stare
meglio, ci è chiaro? Chi crea posti di lavoro, investendo sulle aziende e non
sulla finanza, non si fida ancora di noi, lo sappiamo?
Lei lo sa? E se di
sì, spiegaci come stanno le cose?
Ecco perché dobbiamo
cambiare verso.
Perché, per che cosa?
Il verso di ragione? Lei vuole
persuadere? Quali sono gli interessi del cittadino?
Anche al modo di affrontare l’emergenza lavoro, in un Paese
in cui qualcuno aveva proposto di creare un milione di posti di lavoro, ma alla
fine di quella storia il milione di posti di lavoro è in meno, non in più.
Perché l’ha
incontrato? Perché deve incontrare un capo del partito condannato? Perché deve
incontrare un partito dove non sia un altro dirigente politico che possa
mettere la faccia?
Se toccherà a noi
guidare il PD proponiamo di cambiare verso a questa discussione in modo molto
netto.
Chi siete questi
“noi”?
Vanno cambiati i centri per l’impiego, in un Paese dove si
continua a trovare lavoro più perché si conosce qualcuno che perché si conosce
qualcosa: la raccomandazione più che il merito. E qualcosa vorrà pur dire se i
centri per l’impiego in Italia danno lavoro a 3 utenti su 100 contro quelli
svedesi che arrivano a 41 su 100 o quelli inglesi che raggiungono la cifra di
33 su 100.
Perché non ha
cominciato a farlo nella sua comune? Perché non ha cambiato questa struttura?
Perché non ha presentato un suo progetto diverso nel suo partito o nei
ministeri che si occupavano per anni con questi centri? Aspettava il M5S?
Abbiamo bisogno di una rivoluzione nel sistema della
formazione professionale, che troppo spesso risolve più i bisogni dei formatori
che di chi cerca lavoro: e dobbiamo avere il coraggio di dire che sono state
scritte pagine indecorose da alcune amministrazioni locali – persino vicine al
nostro partito – nella gestione della formazione professionale.
Poteva citare almeno
un’amministrazione locale!
Dobbiamo semplificare le regole del gioco: sono troppe
duemila norme, con dodici riviste di diritto del lavoro, con un numero di
sindacati e sindacalisti che non ha eguali in nessun paese occidentale.
A Firenze sono già
cambiate le cose? Il consiglio comunale
aveva già approvato le norme diverse per il cambiamento del sistema
lavoro? Possa giungere a saldare le
esperienze del suo mandato, consegnando al suo partito i modelli già
realizzati? Se ci sono, ovviamente? O
aspettava il M5S?
La funzione insostituibile del sindacato va difesa dagli
eccessi e garantita attraverso la legge sulla rappresentanza e una rigorosa
certificazione dei bilanci di ogni organizzazione sindacale, così come la
dignità della politica va difesa dagli sprechi di alcuni politici e della
casta.
Quali politici? Se
non si discute con i nomi e cognomi al vostro congresso, dove si fa? Lei non fa parte della casta? E’ d’accordo
con le due cariche e con i due stipendi?
Perché non segue la volontà di
rinnovamento delle nuove generazioni
dando l’esempio personale e politico! Perché non rinunci uno dei due
stipendi che prende? La speranza sì ma
anche togliere i privilegi nella politica!
Le associazioni degli imprenditori e dei datori di lavoro –
che tante indicazioni danno in occasioni delle proprie assemblee annuali –
debbono essere chiamate a una precisa rendicontazione dei vari contributi che
ricevono le aziende socie: diminuire i contributi a pioggia che ricevono alcune
aziende per abbassare le tasse a tutte le aziende.
Lei aveva già
informato il suo partito per il lavoro delle associazioni degli imprenditori e dei datori di lavoro a
Firenze? Quali sono i resultati e possa
citare il miglioramento in base dei contributi che ricevevano le aziende
socie?
Attenzione ai nuovi settori: Internet ha creato 700.000
posti di lavoro negli ultimi 15 anni, ma sembra ancora un settore riservato
agli addetti ai lavori. E un piano per il lavoro da presentare al Paese prima
del prossimo Primo Maggio per raccontare che idee abbiamo noi del lavoro, dalla
possibilità di assunzioni a tempo indeterminato per i giovani con sgravio
fiscale nelle aziende per i primi tre anni fino all’investimento necessario per
chi si trova senza lavoro all’improvviso a cinquant’anni.
Che sta dicendo?
Basta applicare l’art. 36 della Costituzione:
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
7. Il PD come partito di amministratori, di circoli, di
parlamentari
Sono tre le basi del
nostro PD. I circoli, aperti, entusiasti, appassionati. Fatti dai militanti che
meritano la nostra attenzione, la nostra gratitudine, il nostro rispetto. Che
ci mettono la faccia sempre, anche quando costa fatica. Che fanno iniziative e
feste, approfondimenti e volantinaggi. Che conoscono ancora il gusto di
attaccare i manifesti e non meritano di essere costretti a serate batticuore
come nelle ultime elezioni. I circoli però non devono essere solo il luogo dove
trovare braccia quando c’è da lavorare, devono essere la sede naturale del
confronto con i cittadini.
“ I circoli, aperti, entusiasti, appassionati
“. Chiedo scusa, mi trovo nell'imbarazzo totale: un circolo possa provare le
emozioni? Ma non è un luogo per le slot
machine? Chi paga le spese di tutti questi circoli ?
Gli amministratori. Che sono abituati a decidere, che non
possono permettersi di tentennare in un tempo in cui la parola d’ordine sembra
essere sempre rinviare, che sanno assumersi le proprie responsabilità. E che
spesso sono lasciati soli.
Parla per se stesso? Si spiega meglio? Non è facile dividere le
doppie cariche che ha;(
I fiorentini
raccontano anche questo: “ Il sindaco Renzi senza un regolare concorso ha
assunto ben 100 persone a chiamata diretta. Anche questa operazione ha un costo
per noi cittadini: ben 25/ 30 milioni di euro che si sommano alle ‘spese di
rappresentanza’ pari a 20 milioni e ai 9 milioni dati ai giornali e tv locali.
Se arrotondiamo per eccesso tutta questa storia ci è costata 60 milioni di
euro.” E’ vero?, fonte: infiltrato.it
E poi i parlamentari, che devono avere sempre di più la
consapevolezza di essere maggioranza in Parlamento. Il PD deve dettare
l’agenda, non subirla: e questo anche nel tempo delle grandi intese, a maggior
ragione dopo. Negli ultimi 20 anni abbiamo subito l’agenda degli altri:
cambiamo verso!
Nomi e cognomi!? Chi
sono i responsabili per l’incapacità politica governativa e opposizionale per
tutti questi 20 anni?
Nel PD che faremo
conteranno di più i territori e di meno i dipartimenti centrali. Rottameremo
innanzitutto le correnti, perché le buone idee non sono monopolio di qualcuno e
non ci possiamo permettere un segretario che sia semplicemente punto di
equilibrio tra gruppi diversi.
Vuole fare Berlusconi
bis nel suo partito? Lei rifiuta il suo
ruolo di equilibrio tra gruppi diversi nel partito? Vuole comandare o dirigere? Quale è la
differenza tra un dirigente POLITICO e un dirigente amministrativo?
Il partito è di amministratori, di circoli, di
parlamentari: di tutti insomma.
No, questo non è un
partito, è un Movimento! PD è un partito o un Movimento?
Poi ha bisogno, al centro come in periferia, di avere dei
punti di riferimento.
Lei sta dicendo che
per 20 anni nel PD ( centro e periferia) non esistevano i punti di riferimento?
Qualcuno tra noi ritiene che la parola leader sia una
parolaccia.
Chi ha detto questo?
Nome e cognome?!
Ogni squadra ha un capitano. Se gioca bene il capitano,
gioca meglio la squadra; se gioca bene la squadra, è più semplice il lavoro del
capitano. La foga con cui una parte del nostro mondo cerca di distruggere i
propri capitani è incomprensibile e dannosa: non abbiamo perso perché avevamo
leader troppo forti, ma perché gli italiani non hanno considerato
sufficientemente forti i nostri leader. Che è una cosa ben diversa.
E’ forte questa!
Capisco la sua volontà di fare un bravo comunicatore. Non c’è niente di male. Lei
si dimentica della tradizione del suo partito e delle memorie di queste
tradizioni! Costruire una grande forza politica come la descrive lei, è già da 20 anni nel Parlamento! Il “capitano”
troppo forte è una strategia già sperimentata , una specie di “eredità anticipata” o la riconversione del capitale sociale della
famiglia con un ricco matrimonio, o ancora, il fatto di indirizzarsi verso
mercati meno tesi, in cui la produttività del capitale economico, culturale e
sociale è maggiore (come, un tempo, nelle colonie o la chiesa, in cui l’accesso
non era subordinato al possesso di capitale economico, e neppure al possesso di
capitale culturale)
8. Custodi del bipolarismo
Chiediamo soprattutto
a questo congresso di pronunciarci sul modello di partito che vogliamo offrire
agli italiani. Noi crediamo nel bipolarismo e nell’alternanza. Pensiamo che le
larghe intese siano una faticosa eccezione, non la regola. Vogliamo un
bipolarismo gentile ma netto. Gentile nel senso che non sopportiamo più la
violenza verbale riservata agli avversari nei talk-show e sui giornali
(talvolta non solo agli avversari:
Lei invasa
i salotti TV? Non le sembra che parla una cosa e fa l’latra?
garantiamo che noi
rispetteremo sempre i nostri compagni di strada e competitor interni, non ci
sono ‘fascistoidi’ nel nostro partito!). Gli stessi che si scontrano all’arma
bianca nei talk poi votano lo stesso governo alla Camera dei Deputati. Maggiore
gentilezza dunque, ma nettezza inequivocabile sul sistema di governo.
Non ho capito nulla?
Aiutoooo! Nomi e cognomi?
La legge elettorale che proponiamo ai cittadini nelle
primarie dell’8 dicembre è una legge che sia chiara, che faccia sapere subito
chi ha vinto e chi ha perso, che garantisca a chi ha vinto di poter fare, a chi
ha perso di controllare e soprattutto ai cittadini di giudicare. Una legge
elettorale che tolga gli alibi a chi governa “non mi hanno fatto lavorare” e
che restituisca ai cittadini il sacrosanto diritto di scegliere a chi affidare
i propri sogni, le proprie speranze, i propri progetti. Pensiamo che il PD
abbia il dovere di fare la prima mossa sulla legge elettorale partendo dalla
Camera di Deputati dove già adesso ci sono i numeri per modificare il sistema
autorevolmente ribattezzato “Porcellum” dagli stessi ideatori della norma.
Ma lei si rende conto
che non è stato mai eletto in parlamento? Berlusconi è stato cacciato in quanto delinquente o no? E voi due dovresti decidere a nome di milioni di italiani in che modo
votare? Ma di che cosa stiamo parlando?
9. Comunicazione e trasparenza
Un partito che sappia
comunicare bene. Perché la parola comunicazione non deve fare paura.
Chi è spaventato?
Nome e cognome per favore!
Chi non comunica è
perduto.
Quanti perduti ci
sono ? Complicare è facile, semplificare è difficile.
Saper usare la comunicazione è una priorità per la madre che
insegna a parlare al bambino,
Solo la madre?
per l’innamorato che
vuole esprimere il proprio sentimento alla persona che ama,
E gli occhi? Che ne
dice per il linguaggio degli occhi?;)
per il lavoratore che deve confrontarsi con i colleghi,
Dirigere in modo non autoritario!
per i nonni che
vogliono entrare in rapporto con i nipoti.
Il rapporto nonno e
nipote è vincente! Tranquillo! Basta che il politico non fa lo psicologo!!!
Senza comunicazione non c’è vita.
Comunicare l'un
l'altro, scambiarsi informazioni è natura! A me non basta che un politico parla
troppo ma CHE COSA parla? A nessuno non
piacciono i discorsi estremamente
formali con molte informazioni dettagliate dove ognuno si possa perdere, ma
questo non significa che il discorso deve saltare sulla strada tecnica e quella
estetica! Dove è lo spazio sociale?
In questi anni abbiamo finto di pensare che la comunicazione
fosse patrimonio della destra e che chi tra noi parlava di comunicazione in
realtà fosse un potenziale traditore, un infiltrato del nemico.
Chi si è comportato
in questo modo? Qualcuno del suo partito? Nomi e cognomi!
Recuperare una dimensione pulita e semplice di comunicazione
partendo da un più accorto uso degli strumenti di proprietà del PD e dialogando
con le realtà editoriali ad esso collegati sarà una nostra priorità. Inizieremo
con l’obiettivo di spendere meno in comunicazione rispetto agli ultimi anni.
Parlare poco ma usare
il linguaggio chiaro e corretto! Le parole giuste valgono molto e costano poco!
Spendere meno, ma
spendere meglio. E rendicontare tutto, ogni centesimo, attraverso la totale
trasparenza delle spese.
Per 20 anni chi non
ha fatto questo? Perché lei non chiede un rende conto a ognuno dei
parlamentari?
Se inizieremo noi, poi saranno costretti a farlo tutti.
Basta seguire
l’esempio positivo del M5S! Per loro la trasparenza è fondamentale.
Inizieremo dai soldi raccolti con le primarie che a
differenza del passato dovranno avere una destinazione e un utilizzo chiaro.
Tutta la rendicontazione la metteremo su Internet, accessibile a tutti.
La situazione nella
città di Firenze com’è? Quando possa
continuare la sua indifferenza dell’opinione pubblica per la sua condanna? E’
vero questo? :
“ Matteo Renzi in
città sta avendo un calo dei consensi. Oltre il centro, il resto della città è
in malora, c’è degrado e violenza e lui, a parte l’inaugurazione di qualche
fontanino o giù di lì, non fa molto. Firenze ha bisogno di essere amministrata
24 ore su 24: il sindaco della città non può andare via per tre mesi in giro per
l’Italia perché impegnato nelle primarie e continuare a riscuotere denaro
pubblico. Se lo fa deve dimettersi per correttezza e trasparenza. Per fino il
suo assessore Fantoni preoccupato dei conti del Comune ha deciso di dimettersi
dalla giunta accusando Renzi di usare Firenze per far carriera. E pensi che
alla fine ha chiamato noi dipendenti comunali dei “fantozzi”, fonte:
infiltrato.it
Il PD non è l’obiettivo, è lo strumento. Noi non vogliamo
chiudere le sedi del PD, anzi vogliamo spalancarle. Vogliamo cambiare l’Italia
e il PD è lo strumento per questo.
Che sta dicendo?
Vuole una nuova forma partito? Un partito che garantisce il “buon” governo,
guidato da lei? Si spiega meglio, per
favore! Troppe volte nei suoi discorsi lei confonde l’obiettivo con lo strumento! Diventare segretario del PD è stato un
obiettivo o uno strumento per lei? Fare
il sindaco è un obiettivo o uno strumento! Lei non è un po’timido intellettualmente nel
campo delle scienze politiche dell’amministrazione e del Sistema dei partiti e
dei sindacati nell'età contemporanea, con tutto il rispetto?
2 – IL PD DEVE CAMBIARE VERSO ALL’ITALIA
Tutti devono cambiare
Lei usa terza persona plurale? Come mai?
Abbiamo il coraggio
di dirci la verità.
E’ una domanda? Lei
ha coraggio di rispondere a Alessandro
Maiorano che dice:” Renzi ha speso 60 milioni di soldi pubblici
tra cene, viaggi e prebende”.
I numeri sono impietosi, drammatici. L’Italia è ferma da
vent’anni, non cresce, perde posizioni. Il prodotto interno lordo non può
essere l’unico indicatore dello stato di salute di una comunità, lo sappiamo.
Ma dai disoccupati ai consumi interni il segno meno è davanti a tutte le
graduatorie, export escluso. Occorre cambiare verso, dunque.
Anche i bambini nella
scuola elementare stanno studiando questo!
E allora? Pratichiamo il Pop come oggetto della filosofia? “ La moda, la
pubblicità, i telefilm, i fumetti, il calcio…li travestiamo con la stessa
dignità dei classici del pensiero? Da
dove arriva la sua battaglia delle idee? Dal pensiero critico politico o dal
pensiero sociale del gusto: dalla fiction al fashion, dalla filosofia
dell’avvenire alla chiacchierata in bar?
Perché il paradosso è che l’Italia ha risorse per farcela.
Fossimo un altro Paese,
“altro Paese”? Forse?
probabilmente, dovremmo gestire la crisi e abbassare il
livello delle nostre ambizioni.
Per 20 anni chi non
l’ha fatto? Perché? Se ci sono,
cita troppo ambiziosi nel PD!
Ma il felice
paradosso è che noi abbiamo le possibilità e le potenzialità per uscirne
rafforzati.
Lei intende “Il
paradosso di Easterlin” o c.d. “paradosso della felicità” (California)? Collegando la felicità con il reddito,
secondo R.Eastrelin,” la felicità umana
aumenta fino ad un certo punto, poi comincia a diminuire, seguendo una curva ad
U rovesciata.” Le chiedo scusa per la domanda,
lei è più felice quando prende due stipendi o sente già
il rovesciamento???
Ci manca la volontà politica di operare un netto
cambiamento. All’Italia non bastano piccoli aggiustamenti, ma serve una
rivoluzione radicale.
Mi suona molto
conosciuto! E’ Marx, “La rivoluzione
radicale nasce dalla lotta di classe”? Ha ha ha!
Quale sarebbe l’altra
classe che sia considerata responsabile di tuti i mali della società stessa(italiana)?
Il PD deve essere il partito della svolta, non quello che
perpetua lo status quo, dove continuano a fare e disfare i soliti noti.
Usciremo dalla crisi solo se metteremo finalmente mano alle riforme strutturali
di cui tutti parlano da decenni e che invece stiamo ancora aspettando.
Lei non fa parte di
tutti quelli che parlano da decenni?
L’Italia non può più
aspettare perché ha già perso vent’anni e sta pagando il fallimento di
un’intera classe dirigente.
Lei gode di grande
successo come il sindaco di Firenze?
“ Un uomo è come una frazione il cui
numeratore è quello che è, e il cui denominatore quello che pensa di sé. Più
grande è il denominatore, minore la frazione.”( Lev Tolstoj )
Cambiare tutto non sarà facile, cambiare tutti qualcosa però
sarà un dovere. Il nostro dovere.
Cambiare tutti? Chi?
Come? Lei come si cambierà? Secondo me
meglio non cambiare mai e cambiare tutti i giorni!
Chi dice: vanno bene le cose così come sono, va bene il
partito così com’è, può non votare per noi.
Perché gli italiani
continuano a votare un uomo corrotto?
2. Semplicità
Davanti alla
complessità della crisi fa bella figura chi dimostra di saper elaborare
complicati concetti, profonde discussioni, dettagliate analisi. Sono temi che
ci stanno a cuore e che è bello sviscerare. Compito di un partito politico,
però, è saper offrire risposte semplici. Non semplicistiche, non semplificate:
semplicemente semplici.
Avete sentito? “semplicemente semplici”… che complessità
della semplicità!
L’Italia deve riscoprire la semplicità. Ovunque. In un
sistema fiscale incomprensibile persino per gli addetti ai lavori. In un
sistema amministrativo dove orientarsi è impossibile persino per i più scafati
capi di gabinetto. In un sistema normativo dove abbiamo una produzione
legislativa che affolla le aule di tribunale per i ricorsi. Semplicità,
chiarezza, trasparenza. Sono concetti abusati nel dibattito, poco usati nella
pratica. La rivoluzione digitale e l’accessibilità alla rete possono essere una
parte della soluzione, solo a condizione di modificare la mentalità dei
dirigenti pubblici. Mettere online tutte le spese dello Stato e di tutte le
amministrazioni locali consente un controllo costante dell’opinione pubblica. Per
essere credibili, però, dobbiamo iniziare da noi stessi. Dai nostri comuni,
dalle nostre amministrazioni.
Faccia pure anche
lei!
Inseguire la
semplicità significa che il PD proporrà progetti di riforma sul fisco, sulla
giustizia e sulla pubblica amministrazione, discussi in tempi certi con i
circoli, con gli amministratori, con i parlamentari e aperti alla discussione
tramite vecchi canali e nuove tecnologie. Partendo dal presupposto di uno Stato
che cerca di lasciare liberi i cittadini. Di rispettare i tempi delle persone,
per esempio non chiedendo più di produrre un documento di cui sia in possesso
un’altra amministrazione pubblica. E consentendo alle aziende straniere di
poter investire in Italia, perché oggi la confusione normativa, burocratica,
fiscale e i ritardi biblici della giustizia costituiscono il primo ostacolo a
investimenti stranieri e quindi alla creazione di nuovi posti di lavoro. In un
mondo globale, il problema non è se l’imprenditore è italiano o straniero, ma
se crea valore alle aziende oppure no, se crea posti di lavoro oppure no.
L’italianità da difendere non è il passaporto dell’azionista, ma la qualità dei
prodotti, l’investimento e l’occupazione.
Avete capito:
“semplicemente semplici”! Mi ricorda questo: “ semplicemente complicato
complicare semplici complicità!”(sulla rete). Sospetto che la differenza stia
proprio nel fatto che mentre Lei vorrebbe un discorso semplice nel senso del
contrario di complicato, una teoria della linguistica è semplice nel senso che
ha ridotto il complesso ( le regole della comunicazione). Parla di meno per favore e così faccia meno
danni al PD!
Non vogliamo essere
il partito delle tasse. Non dobbiamo più consentire a nessuno di definirci il
partito delle tasse. Perché non lo siamo.
Sì? Quale è la
verità? Che cosa sta facendo il Governo del suo partito? Lei è già responsabile
per i lavori governativi! Se cade il Governo, lei ha pensato di
dimettersi?
E perché chi lo dice in questi anni non ha ridotto la
pressione fiscale. Strumenti veri per combattere l’evasione fiscale, aiutare le
aziende rendendo l’Agenzia delle Entrate non il nemico ma il partner, che prova
ad aiutarti prima che a sanzionare, investire sulle fatturazioni digitali ma
anche sul pagamento oltre il contante che ancora rappresenta una nicchia di
mercato troppo piccola, anche per l’eccessivo costo imposto dal sistema
bancario.
In Italia ci sono le
condizioni per la realizzazione dell’agenda digitale? La criminalità
informatica è aumentata o no? Non esiste il rischio di un calo della fiducia
nelle reti? Ci sono gli investimenti nelle reti o mancano? E’ sufficiente l’impegno del suo Governo (del
suo partito) nella ricerca e nell’innovazione?
Il Governo e il suo partito è riuscito a rispondere in tempo ai problemi
della società italiana?
3. Contro i nostri tabù
Vogliamo utilizzare
il Congresso per discutere sul serio, sfatando alcuni tabù anche nel nostro
campo. Tutto ciò che otterremo dal recupero dell’evasione fiscale dovrà essere
utilizzato soltanto per riduzione delle tasse, non producendo ulteriore spesa. Tutto ciò che otterremo dalla dismissione di
patrimonio dovrà essere utilizzato soltanto per ridurre il debito, non
producendo ulteriore spesa. Il PD non sarà mai subalterno al mercato, che deve
regolare
Vorrei una legge
sulla responsabilità giuridica dei partiti per le spese fatte con i soldi
pubblici per 20 anni;( Il partito non possa chiedere la responsabilità
pe il fallimento politico!
. Ma proprio per questo la politica non può interferire con
operazioni economiche e finanziarie che devono essere garantite da leggi chiare
e non modificabili in corso d’opera. Proprio perché non siamo subalterni non ci
interessano le avventure dei capitani coraggiosi o dei patrioti che nel corso
dell’ultimo ventennio hanno alimentato un modello di capitalismo all’italiana
più basato sulle relazioni che sui capitali. E vogliamo dire parole chiare
sulle banche, che devono fare le banche e prestare a chi ha idee e bisogno, non
a chi specula in nome di “operazioni di sistema”. In Italia le banche sono
ovunque, nelle proprietà dei giornali come nella gestione delle aziende, tranne
dove devono stare davvero: a dare una mano alle famiglie, alle piccole imprese,
agli artigiani, al cuore pulsante dell’economia italiana. Ogni grande
operazione – voluta dalla politica o difesa dalla politica – che fallisce o va
in sofferenza, riduce in modo esponenziale la possibilità di dare credito a chi
ne avrebbe bisogno, a chi potrebbe investire, a chi potrebbe crescere con le
proprie gambe e non con il sostegno di amici degli amici.
Poche regole chiare per consentire ai players dell’economia
di giocare a carte scoperte, tutti con le stesse opportunità. Garantire
l’uguaglianza, insomma. Senza che nessuno sia più uguale degli altri.
Quali sono i rapporti
suoi con: Vaticano, Rai, banche e la diplomazia?
4. Il partito dei diritti…
Il PD che noi vogliamo è il partito dei diritti. La nostra
Italia è uno spazio accogliente per tutti, costruisce sul talento di ciascuno,
consente a ognuno di perseguire il proprio progetto di vita. Costruire una
società veramente rispettosa e inclusiva è un’operazione possibile e
vantaggiosa per la società intera. C’è uno spazio nel quale la libertà di ogni
persona di compiere le proprie scelte, anche le più intime e fondamentali
decisioni della vita, può convivere in armonia con la libertà di ciascuno di
vivere liberamente le proprie convinzioni. E’ in quello spazio che è possibile
costruire un Paese avanzato sul tema dei diritti civili, senza alcuna paura di
cancellare la nostra identità e le nostre radici culturali. L’espansione dei
diritti delle persone non può essere un’operazione a somma zero, in cui
qualcuno vince e qualcuno perde: deve essere al contrario un modo per far
crescere l’intero Paese. L’altra faccia della medaglia dello sviluppo
economico, infatti, è rappresentato da quello civile. L’Italia deve costruire
una cultura dell’inclusione. La scuola, le famiglie, i media, le associazioni –
ma questo è un compito che spetta individualmente anche a ciascuno di noi –
devono diventare parte della costruzione di un paese più rispettoso, più
inclusivo, più incline a comprendere che le differenze sono una ricchezza, una
straordinaria opportunità per il nostro Paese. Negli ultimi mesi si sono fatti
essenziali passi avanti: il Parlamento ha approvato un fondamentale
provvedimento di legge volto a contrastare le violenza contro le donne e si è
avviato alla Camera il percorso che condurrà a una legge contro l’omofobia e la
transfobia. Passi importanti, ma non sufficienti. Le norme penali non possono
essere l’unico strumento per limitare questi fenomeni inaccettabili: ciò che
dobbiamo costruire è l’educazione di tutti a un rapporto più gentile tra le
persone.
Questa parte del suo
discorso è politico, secondo lei? Lei è capace di riconoscere il proprio limite
radicale del partito democratico? Il
caso Cuperlo come lo definisce?
5. …e il partito dei doveri
Ma proprio perché ci
candidiamo a essere il partito dei diritti vogliamo essere anche il partito dei
doveri. Della legalità, che è un valore sempre, per tutti non solo contro uno.
Essere il partito della legalità significa combattere una battaglia non solo
verbale contro una criminalità organizzata che uccide meno di prima e in modo
meno evidente ma che è sempre più presente nel tessuto economico, nelle
botteghe delle città, nelle aziende del nord costrette all’usura e poi a vendere,
nel commercio di cocaina. Ricordare i martiri dello Stato è dovere civile per
ciascuno di noi. Ma combattere la criminalità con strumenti efficaci e moderni
è il vero modo per non disperderne la testimonianza, per non ignorarne il
martirio. Essere il partito della legalità significa chiedere una riforma della
giustizia civile, amministrativa, penale. E affrontare la scandalosa questione
delle condizioni di vita nelle carceri, passando dalla porta giusta: la riforma
della Bossi-Fini e della Giovanardi, la riforma della custodia cautelare dove
autentiche vergogne per il Paese vengono messe in evidenza dai media (e meno
male almeno in questi casi accade) solo quando ci sono personalità importanti,
l’implementazione di sistemi alternativi alla detenzione. Pensare di affrontare
il problema dello svuotamento delle carceri con un provvedimento di clemenza
sette anni dopo l’ultimo indulto trasformerebbe questo strumento eccezionale in
una sorta di condono mascherato, risolvendo l’emergenza carceraria soltanto per
qualche mese e senza garantire ai territori e ai comuni di impostare progetti
di reinserimento per evitare la recidiva.
Garantire
l’uguaglianza è un imperativo della nostra carta costituzionale. Ma spesso la
Costituzione si cita in piazza e si dimentica nella quotidianità. Si difende la
Costituzione, solo se si attacca la rendita. Pensiamo che l’uguaglianza
sostanziale di cui all’articolo 3 sia attuabile solo se rimuoviamo gli
ostacoli. Ma l’uguaglianza non significa ugualitarismo. Non significa uccidere
il merito: significa che chiunque può giocarsela.
Chi oggi dice che non
si può toccare la spesa pubblica si pone dalla parte di chi vuole conservare
l’esistente, cioè un sistema ingiusto e inefficiente. Modificare la spesa
pubblica, garantendo più diritti a chi non ne ha, è un’assoluta priorità per il
nostro welfare tutto incentrato sulla difesa di alcune categorie e non di
altre. Possibile non chiedere un contributo di solidarietà a chi riceve
pensioni d’oro? Possibile non modificare il sistema degli assegni sociali,
dando di più a chi più bisogno, ed eliminando le contraddizioni del meccanismo
attualmente vigente?
“Davvero il rispetto
dei diritti è il banco di prova dell'incontro tra le diverse correnti del
nostro umanesimo?” I correnti nel nostro umanesimo sì e per i correnti nel
nostro partito no?!
6. Territorio
Il PD che vogliamo è
un partito che sa ripartire dai territori e riesce a disseppellire i tesori
sepolti dalla pessima gestione dei nostri beni comuni. Se vogliamo creare
lavoro e benessere, dobbiamo riuscire a far incontrare il meglio delle nostre
vocazioni – la bellezza delle città e del paesaggio, il ricco e dinamico
sistema di imprese locali, lo spirito di impresa e la sfida della creatività
che ha fatto grande il Made in Italy. L’Italia è il 72° paese come estensione,
come numero di abitanti siamo meno dell’1%, lo 0,89% della popolazione
mondiale. Nonostante questo nel mondo ‘è una grande attenzione verso l’Italia,
c’è voglia di Italia. Voglia di visitare l’Italia, voglia di mangiare italiano,
voglia di vestire italiano. Ci sono imprenditori bravissimi che sono riusciti a
portare l’Italia nel mondo e far crescere il desiderio di Italia. Noi dobbiamo
solo aiutarli a non essere penalizzati, dobbiamo aiutarli se nel mondo si
affermano prodotti alimentari che di italiano hanno solo il nome. Per il
turismo non ha senso che ogni regione si muova autonomamente, così si attrae
meno e si spende di più. A questo proposito occorre aprire una discussione
sulla riforma del titolo V° della Costituzione, che ha dato troppi poteri alle
Regioni. La promozione del territorio è importante, mentre la tutela ambientale
è fondamentale. 5 miliardi è in media il costo annuo dei disastri ambientali,
un costo che potrebbe essere drasticamente ridotto se decidessimo di investire
in prevenzione. Basta scaricare le responsabilità e ridurre i territori a
discariche del disimpegno della politica. Basta con l’Italia peggiore che fa il
giro del mondo mostrando un insopportabile degrado con i casi Ilva a Taranto,
per i veleni sotterrati dalla camorra in Campania, per l’acqua che non arriva
in casa e i fiumi inquinati perchè mancano fognature e depuratori, per i
rifiuti ammassati per strada o trasferiti via mare in altri Paesi che è come
ignorare il tema e rinviare le scelte che sono un dovere della politica e della
pubblica amministrazione.
Perché attacca “in
modo volgare, violento e offensivo un’oncologa che critica i termovalorizzatori
con dati alla mano.” ? Le chiedo ancora una volta la scusa, ma lei legge queste
ricerche scientifiche? Noi cittadini
abbiamo bisogno di essere informati. Le emozioni le lasciamo a casa.
7. Sud come opportunità
Per il sud dobbiamo
farci promotori di una strategia fondata su investimenti mirati, non a pioggia,
e concentrata sui fattori di lungo termine della crescita: infrastrutture
materiali e immateriali, istruzione, ricerca, efficace controllo del territorio
contro l’illegalità diffusa e la criminalità organizzata, apertura dei mercati
chiusi, superamento del carattere categoriale del Welfare , concentrando gli
interventi sulle famiglie povere con minori.
Insomma: non
soluzioni alla ricerca di un problema-come è accaduto con la Banca del sud di
Berlusconi e Tremonti, ma sistematica strategia di riduzione degli ostacoli che
ostruiscono la strada della crescita. Sapendo che il divario di sviluppo accumulato dal Sud rispetto al Nord è così
ampio e le potenzialità inespresse così grandi-da consentirci di affermare che
il successo di questa strategia-esplicitamente rivolta a cambiare la struttura
stessa degli incentivi che sono alla base dell’attività economica, nel suo
rapporto con la politica-potrà favorire un ritmo di crescita, al Sud,
significativamente più elevato rispetto a quello del Centro-Nord.
Il suo partito che
cosa ha fatto per il sud? Il nord del
paese cosa ha fatto per il sud?
8. Terzo settore, anzi primo
Ci sono cinque
milioni di italiani che ogni giorno fanno qualcosa per gli altri tramite
l’associazionismo, il volontariato, il no profit.
Lo chiamano terzo
settore, ma in realtà è il primo. Perché dà il senso dei valori in cui
crediamo: è il mondo del volontariato generoso, delle cooperative sociali,
dell’assistenza solida e solidale. Occupa 1 milione di lavoratori, ma
soprattutto aiuta il paese a non cadere nel vittimismo. Il PD che faremo starà
a fianco di questo mondo con entusiasmo e rispetto.
Basta la carità! Ci
vuole la giustizia!
3 – L’ITALIA PUO’ CAMBIARE VERSO ALL’EUROPA
1. Ce lo chiede l’Europa?
Non è in crisi
l’Italia.
Che cosa? Allora
confermi quello che dice Letta?
O meglio, non è in crisi solo l’Italia.
Dovremo stare sereni
? I bar sono pieni ancora?
È in crisi l’Europa che si scopre a fatica non più cuore
economico del mondo.
E che è? Il fegato
bruciato?
Il sogno e la visione
dei padri costituenti dell’Europa di fare del nostro continente sempre più un
luogo di pace ha visto una progressiva realizzazione. I nostri nonni affrontavano
i francesi e i tedeschi sui campi di guerra, noi abbiamo la fortuna di essere
divenuti la generazione Erasmus.
Che c’entra adesso
l’Europa con Erasmus? Per 20 anni avete tagliato il deficit riducendo gli
investimenti nell’istruzione? Bho!
Mai prima di oggi si era registrata una stagione di pace
cosi intensa e bella.
Dove? Come? Io vorrei
solo la PACE! L’intensità e la bellezza
le lasciamo per altre cose! Se
c’è “bella pace” come è quella brutta?
Ci sono state delle pagine vergognose che non vogliamo dimenticare
mai, da Srebrenica al mercato di Sarajevo. Ma l’Europa come occasione per
garantire la pace nei confini interni ha funzionato. È arrivato il momento di
dire con forza che quel sogno così bello e rilevante non può bastare più. E il
ritornello “Ce lo chiede l’Europa” ci ha stancato. Le cose che dobbiamo fare le
vogliamo fare per noi, non per i burocrati di Bruxelles.
Quali burocrati? I
nomi e cognomi?
Ci interessa adesso che la politica italiana inizi a dire
cosa chiediamo noi all’Europa. E vogliamo che il PD sia protagonista – non solo
alle Europee – di una campagna per raccontare che tipo di idea di Europa
abbiamo in testa e di una battaglia per realizzare un’Europa dei cittadini e
non solo dei tecnici.
Nella seconda metà
del 2014 l’Italia guiderà il semestre europeo. Si tratta di un appuntamento
molto atteso, che il PD dovrà riempire dei propri contenuti. Basta con il “ce
lo chiede l’Europa”, iniziamo a dire cosa chiediamo noi all’Europa. La sfida è
istituzionale, sociale, economica.
La sfida politica
dove si è persa?
2.Verso gli Stati Uniti d’Europa
E l’autonomia degli Stati?
Si può procedere
nella direzione degli Stati Uniti d’Europa solo a condizione di investire di
più su un’idea di identità europea. Non ci piace l’Europa che ci dice tutto
sulle normative per impacchettare i prodotti tipici ma ci volta le spalle sulla
questione immigrazione. Immaginiamo un’Europa che gradualmente proceda verso
l’unificazione federale, che punti all’esercito europeo, a una diplomazia
comune partendo dalla scuola di diplomazia unitaria.
E per essere coerenti
con questo lungo percorso immaginiamo che le Elezioni Europee – verso le quali
ci avviciniamo in un rapporto di sempre maggiore integrazione con il Partito
Socialista Europeo – non siano un test per capire lo stato di salute dei
partiti in Italia o magari l’occasione per vedere se c’è spazio per qualche
nuovo partitino. Sarebbe un’occasione persa, sarebbe un errore imperdonabile.
Proviamo a segnare la differenza: più potere per il Parlamento europeo, risorse
certe ed autonome per il bilancio UE, elezione diretta del Presidente Europeo e
poteri esecutivi per la Commissione, la progressiva equiparazione della Banca
Centrale Europea a vero e proprio custode della moneta unica, sul modello della
Federal Reserve negli Stati Uniti. L’Europa ha bisogno di essere governata dai
rappresentanti dei cittadini non da un’oscura burocrazia. Perché non basta
l’unione monetaria: il futuro è l’unione politica.
L’orientamento del Pd
nei confronti del Fiscal Compact?
3. Una sfida
Il PD deve chiedere
che i giovani europei possano sperimentare un servizio civile continentale, che
le normative sul lavoro vadano progressivamente integrandosi, che gli scambi
studenteschi e universitari siano ulteriormente implementati. Il PD deve
chiedere che ci sia una voce unitaria nella politica estera, un’attenzione non
saltuaria alle emergenze umanitarie, alle guerre civili, ai conflitti
dimenticati. Il PD deve chiedere all’Europa di considerare il Mediterraneo
davvero il Mare Nostrum e dialogare con le sponde africane con un linguaggio
nuovo di cooperazione ma anche di potenziale sviluppo, come è accaduto negli
anni Novanta con l’Adriatico durante la crisi umanitaria in Albania, Paese che adesso
speriamo di accogliere quanto prima nell’Unione Europea. Solo che ti serve la
politica. Non puoi lasciare tutti i problemi sulle spalle dei sindaci
coraggiosi o dei volontari della Caritas. Ecco perché occorre la politica.
“deve, deve, deve,
deve e deve”? Perché sempre si
parla “deve” e mai fatto? Che significa
“ecco perchè occorre la politica?” Fino ad oggi non occorreva? Bho!
4. No alla tecnocrazia
Se l’Italia fa
l’Italia, se l’Italia fa il suo mestiere, l’Europa trae giovamento. E
rottamiamo anche l’idea di Istituzioni che si pongono soltanto come guardiano
dei conti altrui.
L’Italia “sa” per
“fa”? O “fa” per “sa”? “Rottamiamo
l’idea”? Come? Come si fa rottamare
l’idea?
Le politiche di
euro-austerity hanno dimostrato il fiato corto e si sono rivelate inidonee e a
rilanciare la ripresa.
Solo “le polemiche” o
le azioni e resultati? I dati con
nomi numeri, per favore!
Il PD deve cambiare verso a questa discussione assicurando
l’impegno italiano per rimettere a posto i conti.
Che significa “l’impegno
italiano”? Per citare uno dovrebbe esistere l’altro per paragonarlo, no?
Non rimettiamo a
posto i conti perché ce lo chiedono le cancellerie europee: rimettiamo a posto
i conti perchè ce lo chiede la serietà verso il destino dei nostri figli e dei
nostri nipoti.
Solo il futuro lo
richiede? Chi non ha risposto a questa
necessità e perché? I nomi, per favore!
A Firenze i conti pubblici sono a posto? Esiste
la differenza tra lavoro politico e quello amministrativo? Non si sente nell’imbarazzo con le due cariche e due stipendi come i dirigenti degli ex partiti comunista nei paesi dell’Est negli anni novanta?
Ma il PD che cambia
verso all’Italia
Prego? “ cambia verso
all’Italia”? Dove era girato il partito di prima?
ha tutti i titoli per chiedere all’Europa di modificare il
proprio approccio tecnocratico, che non risolve i problemi di crescita.
“crescita”? E la
crisi? Sono già fatte le richieste per chiarire o intende il futuro?
Per competere nel mercato globale, l’Europa ha bisogno di
noi.
Ma non siamo noi
l’Europa? Non siamo noi i fondatori? Chi non ha capito questo e perché?
L’Europa non può
essere semplicemente il guardiano dei conti, l’Europa non è può essere un
estratto conto.
Perché no? Se noi siamo l’Europa è giusto che facciamo i
conti ma con gli scontrini? Ci sono?
L’Europa è un organismo complesso, fatto di persone, storie
di vita, istituzioni locali, culture e territori.
Davvero? Se l’Europa è organismo, l’Unione che cosa
è? Se l’Europa è “istituzioni locali”
quali sono gli istituzioni europei?
Non basta fissare qualche percentuale per
governare questo organismo complesso, serve conoscere il suo passato e definire
il suo futuro.
Che cosa? Bho!
I conti non sono un
fine a sè, sono un mezzo; un mezzo per definire saldamente il futuro di una
comunità.
Che centra adesso il
conto e l’umanità? Il mezzo e lo strumento? Un pasticcio della terminologia usata senza l’ordine e chiarezza!
Sacrosanto è lo sforzo al risanamento pubblico e alla
riduzione del peso del debito.
Riduzione “del peso”
o del debito?
Ma una nuova Europa
non può non accorgersi che la cura può uccidere il malato, che con la
recessione in casa serve un grande piano espansivo di investimenti che faccia
ripartire il mercato interno e l’economia.
Perché il vicino di
casa deve curare mio marito quando il dovere di farlo è mio?!
5. Superare il tre per cento
Superare l’austerity
come religione e i conti come fine è il primo passo per costruire una Europa
politica che sappia scegliere e non solo amministrare.
Usare il Mac non
basta! Cercare la semplicità significa proprio contrario: percorrere la strada
della tecnica e quella estetica!
Amministrare si deve e come! Credere si deve e come! Fidare si deve a chi ti sta VICVINO! “L’austerity” messa accanto alla “religione”
suona come “ amare” senza i vocali;)
Cambiare l’Europa è una sfida che possiamo vincere. Per
farlo, però, abbiamo bisogno anzitutto di cambiare verso all’Italia. Solo
cambiando, l’Italia può acquistare la forza e la credibilità necessarie per
chiedere all’Europa di cambiare le sue regole e perfino i suoi paletti.
O dio mio! Crozza, vieni qui, aiutooo! “cambiare” per “vincere” (SOLO?) ; “ per
farlo bisogna cambiare verso l’Italia” MA COME e da dove tornare, girare?); “solo cambiando, l’Italia può acquistare la forza e la credibilità”(
CHE COSA e perché solo quella cosa?); “per
chiedere all’Europa di cambiare le sue
regole”(SOLO LORO regole, e nostre?) e
“per fino i suoi paletti” (Quali e perché “perfino” ?)
A partire dal parametro del 3% nel rapporto deficit/pil; un
parametro anacronistico. Siamo noi che dobbiamo chiedere all’Europa di
cambiare, ma prima di farlo, iniziamo a realizzare in casa le riforme che
rinviamo da troppo tempo. Il 3%, infatti, deriva matematicamente da un
obiettivo (stabilizzare il debito alla media Ue dell’epoca, il 60%) e da
un’ipotesi/speranza (che il Pil crescesse in media del 3% l’anno). Entrambe le
cose nel 1992 erano vere e realistiche. E ora non lo sono più: la media del
debito nell’area euro è il 90%, e il tasso di crescita medio è molto più basso
del 3% (anche a causa delle economie emergenti). In più il 3% soffre problemi
di credibilità…quando nel 2003 l’hanno violato Francia e Germania, si è
preferito sospendere il Patto di Stabilità piuttosto che applicare la sanzione.
Significa un “tana libera tutti”? No, specialmente per un paese come il nostro
che ha un debito (132% del Pil) superiore sia alla media Ue del 1992 che a
quella di oggi. Significa invece disegnare un nuovo e credibile sistema di
vincoli che sia al passo coi tempi, che permetta di risanare i bilanci
realisticamente (senza uccidere il malato) e che possa essere rispettato da
tutti.
Esatto! I nomi e
cognomi! Perché non è fatto? Quanti
suicidi? Ci sono i responsabili?
Se iniziamo a
cambiare verso all’Italia, poi abbiamo le carte in regole per chiedere che
cambi verso l’Europa.
“Verso all’Italia”,
“verso l’Europa”? Per 20 anni dove
eravate? Come si possa cambiare il verso
senza capire chi ha rotto la rotonda, il ponte , la strada? Chi garantisce che
il senso non è l’unico? Chi garantisce che
la strada sia senza l’uscita? Chi garantisce che la strada (senza i segnali
precisi e concordati) è quella giusta?
CONCLUSIONI
Per realizzare un progetto così ampio,
Quale progetto?
per vincere una sfida così difficile
Quale sfida?
avremo bisogno di
tanto coraggio
Adesso avete paura?
Vi manca questo coraggio?
ma non basterà il nostro coraggio.
Perché?
Avremo bisogno di
studiare tanto, ma non basterà il nostro studio.
Non avete ancora studiato?
E se manca come possa bastare?
Avremo bisogno di
libertà, ma non basterà la nostra libertà.
Vi manca la libertà?
Perché non dovrebbe bastare? Quanto dovrebbe essere? Esiste un limite adesso?
Se si, chi l’ha creato? I nomi!
Perché avremo bisogno anche e soprattutto di tutto il nostro
entusiasmo.
A…a…a! “entusiasmo”!
Avevo dimenticato che qualcuno punta sulle emozioni prima del sociale? Bho!
Fare politica oggi è
un rischio.
Perché rischio?
Una scommessa. Un
azzardo, forse.
Scommessa? Azzardo? Forse?
La condizionale o la domanda retorica sono la tendina della rovina, usati nei
pensieri politici poco chiari! La storia della Stampa italiana del dopoguerra
1943-1972ci da tanti esempi! Il gioco dell’azzardo è di sinistra? Non
credo! Bho!
Sarebbe più comodo ritirarsi da parte, aspettando che passi
lo scontento, la rabbia, la stanchezza.
Come vuole! Ma come
l’inizio prova rinunciare almeno uno stipendio, quello del sindaco, per
esempio! Così aumenta la sua comodità, diminuisce la sua stanchezza e non ci saranno gli
scontenti per l’esistenza delle doppie cariche al pagamento. No?
Ma pensiamo che
tocchi a noi cambiare l’Italia, senza lamentarsi di chi non vuol farlo e
mettendosi in gioco.
Pensare che tocca
voi? Ma non state governando voi? Per 20 anni avete governato
anche voi. Il gioco continua…i capi sono cambiati ma i giocatori sono sempre
gli stessi! I giovani PD hanno cambiato il look ma è rimasto il pudore e dolore
del passato. La debolezza è confermata con la facilità di offendersi.
Perché questo accada, non basta avere buone idee, bisogna
avere la voglia e la forza di concretizzarle coinvolgendo gli italiani,
suscitandone speranze, alimentandone i sogni.
La vita e dura? In
Italia ci sono disoccupati? In Italia ci sono i poveri? Più di questa
concretezza EVIDENTE? Bho! Per 20 anni
gli italiani hanno visto troppo balli, pacchi e pentole TV! E’ difficile accendere le speranze con un
nuovo cuoco che è andato pure in America per imparare i gesti!!! Ma è finita la pasta italiana! Tutto made in
Cina. E allora? Ci servono le idee NUOVE
dalle persone nuove e come!
Ecco perché abbiamo
bisogno di entusiasmo, di speranza, di fiducia. Ecco perché tutto quello che
abbiamo scritto sta in piedi
“lo scritto sta in
piedi”? E l’azione dove è? Sostantivare
l’azione è peggiore del blocco sovietico!
solo con lo sforzo personale di chi non si arrende, di chi
non si rassegna, di chi ha voglia ancora di alzarsi e di provarci. Non è
possibile cambiare verso senza liberare tutto l’entusiasmo che abbiamo.
Il vostro entusiasmo?
Con le tasche piene? Con i privilegi? Votare “entusiasmatico” con 2 euro per il capo
carismatico? Grazie!
Per cambiare verso propone per la guida del PD, proponiamo
Matteo Renzi, 38 anni, sindaco di Firenze dal 2009.
Allora non è nuovo? Anche
prima faceva la politica, raccontava lui!
Matteo è molto
conosciuto per i suoi slogan,
Si! Molto slogan!
Troppo! Solo slogan! Visti anche nei salotti TV! Sempre per il futuro! Anche se, diciamo la verità, Renzi ancora non
abbia raggiunto la quantità degli slogan
di Stalin;) La qualità è da discutere;)
ma il suo slogan migliore è la concretezza delle cose
realizzate da amministratore.
La concretezza delle
cose o le cose realizzate?
Tra le sue iniziative
in Comune: ha abbassato le tasse riducendo l’addizionale Irpef,
Quando, come? Numeri,
per favore! E’ importante!
raddoppiato spazi e utenti delle biblioteche, approvato il
primo piano strutturale a mattoni zero di una grande città italiano,
pedonalizzato 12 ettari di centro storico attraverso quattro diverse
operazioni, ridotto del 90% le liste d’attesa degli asili nido, aumentato gli
investimenti su sociale, e scuola nonostante la crisi, dimezzato il numero
degli assessori della giunta, dove le donne sono in maggioranza rispetto agli
uomini, venduto le auto blu, portato la differenziata dal 36 a più del 50%,
salvato il teatro della pergola e inaugurato il teatro dell’opera. abbassato
del 13% il costo del personale del comune che in 4 anni è passato da 199
milioni l’anno a 174 milioni e molto altro che potrete trovare su
www.matteorenzi.it.Niente di speciale, sia chiaro: ha fatto solo il proprio
dovere. Lo pagano per questo. Ma il piccolo elenco è dedicato a chi dice che
gli amministratori del PD sanno solo parlare.
Attenzione, al congresso si racconta per i politici nei
settori diversi? Dove sono i dati? Tutto questo lo fanno quasi tutti i sindaci.
Ci mancherebbe altro? Anche i piccoli comuni lavorano e hanno costruito non
solo i pisti ciclabili!
Invece fare è possibile. Basta cambiare verso.
Possibile? Non è ancora reale? Quanto tempo possa continuare
il possibile?
Voi avete capito le
idee di Renzi? . Io no! Credetemi, non è
un problema mio;(
rso politico di Renzi descritto dai giornali e la TV, come
una cosa GRANDISSIMA! La mia curiosità
non finisce mai! E’ vero che questo discorso è bello? E’ vero che ci sono le
idee nuove? E’ vero che è un discorso mai fatto? Per capire ho letto tre volte tutto il discorso. Vi avviso: è una fatica grande! Credetemi, il problema non è mio;) E’ facile criticare
uno che usa lingua italiana come seconda, mentre chi critica conosce solo una
lingua! E poi, come posso comprendere
più facile “La distinzione” di Pierre Bourdieu che il discorso di Renzi? Chi ha
letto il libro chi cito sa cosa vuol dire questo. C’è qualcosa che non va! Non
ho le pretese linguistiche ma la voglia di capire le idee di Renzi annunciate? Leggendo
il discorso suo, mi perdevo nel labirinto immenso. Altro che labirinto antico
greco, cretese;) Affrontare le parole senza
un senso o con lo stile poco chiaro non è una cosa facile! E se è vero che uno lavora come parla? Ho scoperto uno stile tutto particolare: per
esempio, la parola “semplicità” si usa decine di volte e tutto finisce là. Pure
la parola rimane isolata. Mi domando: avere le idee o ripetere la parola
“semplicità”? Diventa una “semplicità
semplificata” o cerchi di complicare la “complessità
complessa”?;)))))))
PS: Con i caratteri in grassetto ho inserito le mie domande e commenti che
mi venivano spontaneamente nel corso della lettura!
27 gennaio 2014
Idee | Matteo Renzi
La copertina della
mozione congressuale 2013 di Matteo Renzi
Essendo il tempo il bene più prezioso che ci sia dato,
perché il meno recuperabile, l’idea del tempo eventualmente perduto provoca in
noi una costante inquietudine. Perduto sarebbe il tempo in cui non avessimo
vissuto da uomini, non avessimo fatto delle esperienze, non avessimo imparato,
operato, goduto, sofferto. Tempo perduto è il tempo non pieno, il tempo vuoto.
(Dietrich Bonhoeffer)”
Il vostro tempo è già
finito! Anche lei ha fatto solo la
politica e per tanti anni…
“Chi fa un uso
pessimo del tempo che gli è stato messo a disposizione spesso è tra coloro che
si lamentano di avere poco tempo", Jean de la Bruyere
PREMESSA
La fotografia di
queste ore ci consegna l’immagine di un’Italia stanca, impaurita, rassegnata.
Sembra che il nostro tempo migliore sia alle spalle e che cambiare sia uno
sforzo più impossibile che difficile. Non è così.
E come è?
Chi crede nella politica, nel valore e nella dignità della
politica, sa che non è così, non può essere così. Ci meritiamo di più.
Chi e quanto di
più? Ha due stipendi e vuole ancora?
E tocca a noi cambiare verso.
Voi chi? Che litigate
ogni volta per ogni cosa?
Dobbiamo affrontare la paura con il coraggio, la stanchezza
con l’entusiasmo, la rassegnazione con la tenacia. E dobbiamo sapere che la
crisi che stiamo vivendo, crisi economica, finanziaria, occupazionale, certo,
ma anche crisi di un modello di valori che va finalmente cambiato, è la più
grande opportunità che noi abbiamo per restituire il futuro all’Italia. Questa
crisi non va sprecata, noi non vogliamo sprecarla. È una crisi destinata a
cambiare il senso di parole come benessere, lavoro, appartenenza. La sinistra
vince solo quando costruisce il futuro, non quando si chiude sul presente.
Dobbiamo, dobbiamo e
dobbiamo? Fino a quando? Per 20 anni tutti i partiti dicevano la
stessa cosa! Mica è una novità?! (la crisi del luglio 1964, discorsi di Bettino
Craxi)
Nel 2013 il
centrosinistra ha perso l’occasione più straordinaria per iniziare a cambiare
l’Italia, perdendo elezioni politiche che sembravano già vinte. Inutile
recriminare ormai.
Abbiamo bisogno di una lettura sincera, però, delle cause di
quella sconfitta. O di quella non vittoria, come la chiama qualcuno. Abbiamo
bisogno cioè di capire dove abbiamo sbagliato, non per attribuire giudizi o
dare pagelle: più banalmente perché non succeda di nuovo.
Dai, dai,
fatelo! Ci vuole un po’ di pulizia? Tu
come sei messo con la giustizia? Sei
condannato o no?
Vogliamo cambiare
verso a questo anno cambiando radicalmente non solo il gruppo dirigente che ha
prodotto questa sconfitta, ma anche – e soprattutto – le idee che non hanno
funzionato, le scelte che hanno fallito, i metodi che ci hanno impedito di
parlare a tutti.
Quale gruppo
dirigente? I nomi, per favore! Quale sconfitta? Quali idee non hanno funzionato
e perché? Quali scelte hanno fallito e perché?
Questo è grave se è vero?!
Quali metodi vi hanno
impedito di parlare a tutti? Parlare o
fare? Spiegati bene! Ci vuole un quadro
descrittivo per il metodo del lavoro politico! Se si sotto linea un problema ci
vuole anche una spiegazione. Se no, come si possono prendere le decisioni nuove?
E vogliamo costruire
un PD che sia in grado di concretizzare la speranza.
“…concretizzare la speranza”? Concretizzare un’emozione è un lavoro troppo
specialistico? Domanda il suo psicologo?! Se no, per me rimane un ricordo dei
discorsi politici del sistema comunista
nei paesi dell’Est o come una preghiera ”Una fede da concretizzare”, (
03/12/2011, don Luciano Mendez).
Il PDL è in tutt’altre faccende affaccendato…
Doveva dirlo al suo
interlocutore condannato! Perché l’hai incontrato se il suo partito “ è in
tutt’altre faccende affaccendato”?
i CinqueStelle hanno
scelto di rifiutare qualsiasi collaborazione.
Un capo del partito
possa fare le bugie!? Non è vero che ilM5S rifiuta “qualsiasi
collaborazione” e lei lo sa! Le offerte e gli inviti si fanno in modo ufficiale
e se il problema tocca La Costituzione le domande e proposte si fanno nelle commissione parlamentare.
“purtroppo o per fortuna, solo il PD può in questo momento
cambiare l’Italia. Il congresso e le primarie che ci aspettano sono dunque
l’occasione più bella per restituire fiducia all’Italia. Avvertiamo il peso e
l’onore di tutto questo.
Ma è sicuro che solo
il PD possa cambiare l’Italia? Per 20 anni non è mai successo! Come mai? Lei personalmente dove c’era per tutti questi
anni? Che cosa ha fatto per cambiare il suo partito? “Avvertiamo” davvero “il
peso e l’onore di tutto questo!”
Vogliamo vivere
questo tempo ispirati dalla curiosità, non dalla nostalgia.
Sì alla “curiosità” e no alla “nostalgia”!? Che significa? Spiegati
meglio!
E abbiamo bisogno di discutere, di confrontarci, anche di
litigare. Ma sulle idee, non sulle simpatie personali. Sulle proposte, non sui
pregiudizi. Per questo invitiamo a leggere questo documento. A dialogare, a
criticare, a proporre.
Il caso Cuperlo : si
dice una cosa e poi si fa un’altra.
coinvolgere quante più persone possibile nelle primarie
dell’8 dicembre. Perché tutti quelli che dicono che questo congresso ha un
risultato già scontato vogliono allontanare la nostra arma più preziosa: la
partecipazione.
Le parole non si
debbano lasciare nei salotti TV!
1 – NOI POSSIAMO CAMBIARE VERSO AL PD
Come? Adesso siete il contrario?
Il PD ha perso iscritti e voti
E’ vero! E non è per la prima volta! Nelle prime primarie hai perso lei!
Nelle seconde ha perso la sinistra!
Gli iscritti al PD
sono 250 mila, ma erano oltre ottocentomila nel 2009. Avevamo detto di
dimezzare i parlamentari, non di dimezzare gli iscritti.
Che cosa di concreto
ha fatto lei per il suo partito? Come
aveva aiutato negli anni precedenti ai dirigenti del suo partito per
raggiungere questo resultato? Tanto oggi dice che si possa fare il doppio
lavoro: del Sindaco e del funzionario politico! Nei tempi precedenti non faceva
parte della dirigenza ma aveva possibilità di aiutare, come per esempio, fanno oggi il M5S.
I dirigenti centrali che spiegavano come fosse meglio un
partito pesante rispetto a quello leggero hanno finito con il lasciarci un
partito gassoso… che ha visto l’evaporazione degli iscritti.
Seguendo i suoi
discorsi politici mi sembra che lei sia bravo caricatore gassoso e fumoso;(
Ogni discorso e vuoto dei contenuti e ogni tema è spezzata dai manifesti
generalizzati. Niente di concreto, di nuovo e di chiaro. Lei sta perdendo senza
accorgersi! Nella politica non
esiste la velocità olimpica! Dirigere nella politica non c’entra nulla con
l’Armata rossa!
Li abbiamo lasciati
andare, li abbiamo lasciati soli.
Ma perché? Lei dove è
stato? Se oggi vuole dimostrarci che è
così bravo, perché non è uscito dal
BOSCO prima?
E intanto abbiamo perso oltre due milioni di
voti. I 12 milioni di voti del 2008 sembrano il miraggio di una stagione
lontana. Dobbiamo tornare a credere che la dimensione del PD sia quella di un
partito grande, ampio, vincente. Può vincere solo un partito che sa convincere
e coinvolgere. Noi non l’abbiamo fatto. Gli italiani ci hanno visto come una
parte del problema, non come la soluzione.
Convincere e
coinvolgere? Comincia da se stesso: rinunci uno dei due stipendi che
prende!
Se no, lei conferma
l’opinione pubblica, incluso la mia, che siete una grande parte del problema!
2. Gli italiani vogliono cambiare. Più di votare Beppe
Grillo che devono fare?
Gli italiani vogliono
cambiare, ma cambiare davvero. Hanno votato persino Beppe Grillo per farcelo
capire.
Un dirigente serio di
un Partito, al congresso politico, non
descriverebbe mai un personaggio come Grillo in questo modo! Tutto il mondo segue Grillo e lo apprezza per
la sua lotta continua per la trasparenza dell’informazione! Nove milioni hanno votato perché sono
informati e sanno chi è Beppe Grillo!
E oggi che l’esperienza dei Cinque Stelle mostra tutti i
limiti tipici della demagogia e del populismo, a noi il compito di recuperarne
i consensi: chiedere più trasparenza alla politica non è antipolitica, ma buona
politica.
Tutti i suoi
discorsi, incluso questo, sono le frase generalizzate, demagogiche e
populistiche! Criticare l’unica opposizione nel Parlamento, senza i fatti
concreti, significa un fallimento e una debolezza (sua)! Per me Lei ha già
perso! Un politico giovane non facesse un discorso come questo! Impari, legga i
discorsi dei giovani parlamentari del M5S! Usi come loro la concretezza,
chiarezza e fatti DOCUMENTATI! Allora sì che si coinvolge! Rinunci lo stipendio del Sindaco per favore!
Prima lo diremo con
forza e coerenza noi, prima sgonfieremo la forza del Movimento 5 Stelle che con
i suoi 8 milioni di consensi costituisce la forza più rilevante fuori dal
bipolarismo tradizionale. Per cambiare, però, dobbiamo iniziare a casa nostra,
nel metodo e nel merito.
Bipolarismo tradizionale! Allora lei non vuole il cambiamento! Basta
con la demagogia! E se il suo partito
rimane nella minoranza? Attenzione, con
i discorsi come questo, la direzione è
questa...ma come si possano togliere i partiti e movimenti che hanno più di 8
% i votanti!? La scelta(voto) di un
amministratore non c’entra nulla con la scelta(voto) di un parlamentare!
Si vince recuperando consensi in
tutte le direzioni: centrodestra, Grillo, astensioni
Ma come in
tutte le direzioni? Guidando sull’autostrada
non si segue la corsia! Se fai i giri di qua e giri di là
l’incidente è garantito! Ma che consensi sono questi? I consensi in tutti
i sensi! Che ridere:J
Vuoi anche i voti del
centrodestra? Sì. E vuoi i voti di Grillo? Assolutamente sì. Non è uno
scandalo, è logica: se non si ottengono i voti di coloro che non hanno votato
il Partito democratico alle precedenti elezioni, si perde.
L’unica cosa che
dipende da noi! Tranquillo! Dopo i suoi discorsi e nulla concretezza, più
convinti che mai per il voto del M5S!
Tra di noi abbiamo
spesso dato l’idea di essere interessati a parlare soprattutto a chi c’era già:
non basta più, se mai è bastato. Non parliamo solo ai gloriosi reduci di lunghe
stagioni del passato. Vogliamo parlare a chi c’era, e coinvolgerlo. Ma anche a
chi non c’era, a chi ci sarà, a chi ci potrebbe essere se solo fossimo capaci
di generare apertura e di lasciarci ispirati dalla curiosità.
E vai! La sua
stagione politica è abbastanza LUNGA! LunghinaJ
Basta con questa curiosità! Che c’entra adesso la curiosità? O almeno per una
volta spiegaci meglio: la curiosità per che cosa? Come?
Il PD deve accogliere le speranze tradite di chi ha creduto
in un progetto – diverso dal nostro, certo – e che poi ha fallito:
Per quale
progetto? Se è quello del suo partito
Margherita, mi viene subito in mente il
caso Lusi!
le speranze delle
persone non hanno bollini, non hanno etichette.
I cittadini non hanno
bisogno dalle parolone gonfiate o di etichette: fino ad adesso ogni frase del
discorso suo è un manifesto puro!
Hanno bisogno di risposte.
Esatto! Ma perché lei
non si è preparato per questo evento importante con le risposte e proposte concrete?
l PD deve essere
spalancato alla curiosità, non rinchiuso nelle proprie certezze.
Ancora! La speranza!
Che tautologia! Ma per dare la speranza oggi ci vuole l’onestà politica e
trasparenza; gli esempi positivi dei politici: ma è così difficile di
rinunciare il finanziamento pubblico del partito? A lei non basta solo uno stipendio ?
Siamo stati bravi a
farci del male. Abbiamo respinto ai seggi persone, uomini e donne che, armati
della propria passione, erano usciti di casa per esprimere un voto, una scelta
per noi. Abbiamo escluso chi voleva
partecipare. Cosa c’è di più sbagliato, se non arroccare un partito? Nel voto,
nelle idee.
Dobbiamo fare
l’esatto contrario, andare casa per casa …
(“Scopri perché i Testimoni
di Geova bussano alla tua porta. È questo che Gesù ha detto ai cristiani di
fare?”, sulla rete)
a convincere, far uscire la nostra gente di casa e
riportarla a partecipare, a scegliere insieme, a stabilire relazioni, a parlare
di politica, a costruire l’idea che il partito ha del mondo. I tanti, non i
pochi.
Questa è bella e
lunga ma senza un sensoJ
4. Il PD deve essere un luogo bello per la formazione
politica
Solo per questo? Allora è un’Accademia? Nuovo CEPU? J
Nei paesi dell’Est c’erano e dopo l’anno 1989 le hanno chiuse.
Cambiare verso
significa riconoscerci bisognosi di imparare sempre. Specie noi addetti ai
lavori: un partito che non faccia formazione politica è un partito di plastica,
finto, inutile. Formare alla politica è una cosa bella, perché la politica è
dignità con buona pace di chi ci insulta per questo.
Chi insulta per questo? La bellezza la lasciamo alla natura e facciamo la politica con l’ONESTA’ ! La
bella politica è quella onesta! . Ma è
così difficile per voi parlare per l’onestà POLITICA? La speranza la lasciate per noi e voi
abbracciate l’onestà politica! Poi parliamo per i compromessi. Basta con
inciuci! Non siamo fessi!
Costruire chi siamo, cosa vogliamo per il nostro Paese e
qual è il nostro sguardo sul mondo.
Doveva scriverlo lei:
perché non si è mai capito chi siete; perché parlate una cosa e votate l’altra?
Perché non si è mai capito che cosa volete? Perché per 20 anni non avete fatto,
per esempio, una legge elettorale NORMALE?
Perché mentre il
partito era impegnato a guardarsi l’ombelico si è dimenticato di formare il suo
stesso futuro.
Caro Renzi, lei dove è stato per questi anni? Perché non
aveva scritto almeno qualcosa al livello nazionale sui giornali? Perché per
questi 20 anni non ha fatto qualcosa di concreto per farci sapere che le cose
nel suo partito non andavano bene?
Raccontaci per il suo partito Margherita? Informaci con qualcosa di concreto! Dimostra
la sua lotta in passato? O meglio: se si era addormentato e si é svegliato appena , lo dica per favore, non debba
vergognarsi! Meglio dirci la verità che
raccontarci le palle, con tutto il rispetto!
Chi si affaccia alla
politica non può essere lasciato solo o considerato terra di conquista.
Chi si è affacciato
alla politica? Chi è lasciato da solo e perché?
Quale “terra di conquista”? Alla faccia della chiarezza! Non mi dica che
sono straniera e ho problemi con la lingua! La mia risposta è già pronta!
Perciò attenzione con la palla! Pensaci bene! E’ utile per la politica! Mi
creda!
Il PD deve parlargli
di persona. Deve dargli del tu e offrire un percorso di cambiamento alla nuova
classe dirigente.
Ma come? Consultarsi con Giuliano Amato, ex Presidente
dell'Istituto dell’ Enciclopedia Italiana Treccani ( fino all’anno 2013 aveva
pure questa carica). Non tutti siano d'accordo con l'abolizione del Lei? Se anche questa è una metafora allora il suo
discorso non è politico ma metaforico?!
Allo stesso modo chi
sta in Parlamento come nel consiglio comunale del municipio più piccolo ha
bisogno di essere aiutato a studiare: come si scrive un’interrogazione e una
delibera, certo.
Ma di che cosa sta
parlando? Nella sua comune non facevate i concorsi pubblici? Ma lei sta dicendo che i comuni non sono
competenti? E se il problema è altro? Ha
mai sentito parlare per la semplificazione del linguaggio amministrativo? Ha mai sentito parlare per la trasparenza dei
concorsi pubblici nell’amministrazione comunale, provinciale o regionale?
Ma anche come si va in tv e per dire cosa, come si sta sui
social network, come si interviene in pubblico.
La comunicazione in
politica è la cosa importante ma non una comunicazione con lo stile del
bar; le chiedo scusa ma il suo stile non
è quello di un politico! Il suo stile si avvicina di quello di Giorgio
Mastrota, il noto venditore televisivo.
Grillo per 20 anni coinvolge con la satira politica e convince con i fatti
PROVATI. Il resultato conferma la sua capacità: è riuscito a fondare il
M5S. I giovani parlamentari hanno conquistato gli italiani con la strategia della trasparenza
dell’informazione e la tattica dell’onestà politica.
E come si studiano –
sui libri e non solo – i fenomeni che stanno modificando ontologicamente la
nostra società. Viviamo un tempo di trasformazioni impressionanti: tutti e
ciascuno abbiamo bisogno di studiare di più, per capire di più. Tutti abbiamo
bisogno di rimetterci in gioco. Tutti dobbiamo farlo
Perché? C’è qualcuno dei
politici che non lo fa? E se di sì restituisca lo stipendio!
5. Il PD e le categorie su cui siamo forti. Il pubblico
impiego, le pensioni, la scuola
A sì? Allora perché
tagliare il deficit riducendo gli investimenti nell’innovazione e
nell’istruzione? Quello che lei ha fatto
a Firenze non è niente di particolare per quelli sodi che prende lei e tutti i
consiglieri comunali!
Siamo il primo
partito nel pubblico impiego e nei pensionati. Il secondo partito tra gli
studenti. Addirittura il terzo tra operai, disoccupati, professionisti,
imprenditori. Vogliamo essere il primo partito in tutte queste categorie.
Poveri pensionati
hanno pagato 2 euro per votare! Vergognoso! Chiedere i soldi nella giornata del
voto! Alla faccia della democrazia e della novità politica!
Ma per farlo dobbiamo cancellare il conservatorismo di chi
vorrebbe fare sempre le stesse cose.
Per l’onestà
personale poteva dire che anche come leiL
Vivacchiare non serve a nulla e a nessuno. Neanche a
mantenere il target su cui il Partito democratico è forte: pensionati e
dipendenti pubblici. Non serve perché è sbagliato. Perché il mondo è cambiato e
sono cambiati i bisogni anche di chi fino ad oggi ha scelto di votare per noi
credendo in un progetto che, se non si rinnova, non è più un progetto.
Quale progetto? Quali idee?
”In dieci anni il bilancio del ministero dei Beni culturali è stato
tagliato del 36,4 per cento, oltre un terzo”
Quando eravamo
piccoli un insegnante o una maestra di asilo, una professoressa o un docente
sentivano su di loro il calore e l’affetto di una comunità che ne riconosceva
il ruolo civile.
Per favore, non
raccontarci per l’educazione scolastica! Ho pretesi perché ho insegnato per
tanti anni e cerco di imparare prima di
insegnare. Se si alzasse Pierre
Bourdieu rispondesse alla sua “emozione” demagogica con un sondaggio chiaro e
concreto per la realtà sociale non per la
critica sociale del gusto.
Intendiamoci, gli stipendi
erano bassi anche allora. Non è solo una questione economica, ma proprio di
autorevolezza sociale. Entrando in un bar, dialogando in una sezione,
discutendo al campo sportivo o al circolo, in parrocchia o in piazza,
l’insegnante era comunque visto come un punto di riferimento. Perché sapevi che
a lui o lei ogni mattina tornavi a consegnare il bene più prezioso:
l’educazione alla libertà di tuo figlio. Oggi non è più così: purtroppo.
Come è oggi? Raccontaci i fatti che confermano la sua
constatazione! Perché non racconta che “nel Parlamento italiano la percentuale
di laureati è scesa dal 91,4 per cento della prima legislatura al 64’8 della
quindicesima . Una flessione di 27 punti percentuali, in controtendenza con le
altre democrazie: negli Stati Uniti i laureati al Congresso superano il 94 per
cento.” Perché per tutti questi anni Lei
non ha discusso nel suo partito per questo? Forse la legge Gelmini non
passava?!
Gli insegnanti sono
stati sostanzialmente messi ai margini, anche dal nostro partito. Abbiamo
permesso che si facessero riforme nella scuola, sulla scuola, con la scuola
senza coinvolgere chi vive la scuola tutti i giorni. Non si tratta solo di un
autogol tattico, visto che comunque il 43% degli insegnanti vota PD. Si tratta
di un errore strategico: abbiamo fatto le riforme della scuola sulla testa di
chi vive la scuola, generando frustrazione e respingendo la speranza di chi
voleva e poteva darci una mano.
Ancora la speranza!
Basta! Dica almeno una cosa concreta! E’
giusto dare i soldi alle scuole private
quando non ci sono i soldi per le scuole pubbliche?
Il PD che noi
vogliamo costruire cambierà verso alla scuola italiana, partendo dagli
insegnanti, togliendo alibi a chi si sente lasciato ai margini, offrendo
ascolto alle buone idee, parlando di educazione nei luoghi in cui si prova a
viverla tutti i giorni, non solo nelle polverose stanze delle burocrazie
centrali.
Che sta dicendo?
Quale polvere? Ma che c’entra questo?
Casa per casa, comune
per comune, scuola per scuola, da gennaio 2014 i nostri insegnanti, i nostri
assessori alla scuola, i nostri circoli, i nostri ragazzi saranno chiamati alla
più grande campagna di ascolto mai lanciata da un partito a livello europeo,
sul doppio binario di una piattaforma tecnologica dedicata e di un rapporto
personale, vis a vis.
Alla scuola non serve
la politica! Alla scuola serve la carta igienica per i bambini! La scuola non ha bisogno del calore del suo discorso ma dal calore del
riscaldamento J
Chiameremo il Governo, il Ministro, i suoi collaboratori a
confrontarsi sulle proposte e sulle idee. E daremo risposte alle proposte degli
insegnanti, non lasciandoli soli a subire le riforme, ma chiedendo loro di
collaborare a costruire il domani della scuola.
Perché avete tagliato tanto all’istruzione per tutti
questi anni? Perché non chieda la responsabilità del suo partito per quello che
dice?!
È solo un esempio,
sia chiaro, di quello che faremo. Perché non consideriamo il nostro elettorato
più forte conquistato per sempre. Al tempo della società liquida un partito
politico deve conquistarsi il consenso ogni giorno.
Ma che sta dicendo?
Bho!
6. La proposta sul lavoro
I nostri convegni, i
nostri discorsi, le nostre mozioni danno spesso grande spazio alla parola
“lavoro”. Ci piace discuterne. Ci rassicura sapere che la priorità è il lavoro.
Ci emoziona pensare che la Costituzione – che pure vedeva la presenza di
culture ben diverse tra loro – abbia messo il lavoro al primo posto, in cima
agli articoli. Ne parliamo tanto, ma dobbiamo fare di più. Perché il lavoro è
considerato un’emergenza solo a parole.
E poi? Che cosa vuole
dirci? Questo lo sa anche la mia nipotina! Non ha niente di dirci per il
lavoro? Abbiamo capito che avete parlato e avete usato spesso la parola
“lavoro”. E subito dopo ci dice che
dovete fare di più! Che cosa dovete fare
di più? Di parlare di più o di usare di più la parola ”lavoro”? Perché il lavoro debba essere l’emergenza?
Questo è il nostro diritto! Ma di che cosa stiamo parlando?
Ma oggi dobbiamo
avere il coraggio di dire che, a parte il pubblico impiego,
Il pubblico impiego è
tutto “vostro” e tutto detto bene? Vuole dirci questo?
noi non riusciamo a
incrociare le preferenze di chi lavora e nemmeno di chi sognerebbe un lavoro
come i nostri concittadini disoccupati.
Che cosa ha fatto con
i centri d’impiego a Firenze? Quanti posti siete riusciti a creare? E se no,
perché non ha fatto qualcosa per cambiare questa struttura? Aspettavate che il M5S decidesse il problema,
come spesso ci dimostrano: con i numeri e con i documenti.
È imbarazzante sapere che il partito della sinistra
italiana,
“sinistra italiana”?
E’ sicuro?
autore di alcuni tra
i convegni più interessanti sull’operaismo, è il terzo partito tra gli operai.
Le fabbriche non ci votano, ne siamo consapevoli?
Siete sicuri? Dove
sono rimasti le fabbriche? Ci sono ancora? Siete sicuri?
I disoccupati non affidano a noi la speranza di stare
meglio, ci è chiaro? Chi crea posti di lavoro, investendo sulle aziende e non
sulla finanza, non si fida ancora di noi, lo sappiamo?
Lei lo sa? E se di
sì, spiegaci come stanno le cose?
Ecco perché dobbiamo
cambiare verso.
Perché, per che cosa?
Il verso di ragione? Lei vuole
persuadere? Quali sono gli interessi del cittadino?
Anche al modo di affrontare l’emergenza lavoro, in un Paese
in cui qualcuno aveva proposto di creare un milione di posti di lavoro, ma alla
fine di quella storia il milione di posti di lavoro è in meno, non in più.
Perché l’ha
incontrato? Perché deve incontrare un capo del partito condannato? Perché deve
incontrare un partito dove non sia un altro dirigente politico che possa
mettere la faccia?
Se toccherà a noi
guidare il PD proponiamo di cambiare verso a questa discussione in modo molto
netto.
Chi siete questi
“noi”?
Vanno cambiati i centri per l’impiego, in un Paese dove si
continua a trovare lavoro più perché si conosce qualcuno che perché si conosce
qualcosa: la raccomandazione più che il merito. E qualcosa vorrà pur dire se i
centri per l’impiego in Italia danno lavoro a 3 utenti su 100 contro quelli
svedesi che arrivano a 41 su 100 o quelli inglesi che raggiungono la cifra di
33 su 100.
Perché non ha
cominciato a farlo nella sua comune? Perché non ha cambiato questa struttura?
Perché non ha presentato un suo progetto diverso nel suo partito o nei
ministeri che si occupavano per anni con questi centri? Aspettava il M5S?
Abbiamo bisogno di una rivoluzione nel sistema della
formazione professionale, che troppo spesso risolve più i bisogni dei formatori
che di chi cerca lavoro: e dobbiamo avere il coraggio di dire che sono state
scritte pagine indecorose da alcune amministrazioni locali – persino vicine al
nostro partito – nella gestione della formazione professionale.
Poteva citare almeno
un’amministrazione locale!
Dobbiamo semplificare le regole del gioco: sono troppe
duemila norme, con dodici riviste di diritto del lavoro, con un numero di
sindacati e sindacalisti che non ha eguali in nessun paese occidentale.
A Firenze sono già
cambiate le cose? Il consiglio comunale
aveva già approvato le norme diverse per il cambiamento del sistema
lavoro? Possa giungere a saldare le
esperienze del suo mandato, consegnando al suo partito i modelli già
realizzati? Se ci sono, ovviamente? O
aspettava il M5S?
La funzione insostituibile del sindacato va difesa dagli
eccessi e garantita attraverso la legge sulla rappresentanza e una rigorosa
certificazione dei bilanci di ogni organizzazione sindacale, così come la
dignità della politica va difesa dagli sprechi di alcuni politici e della
casta.
Quali politici? Se
non si discute con i nomi e cognomi al vostro congresso, dove si fa? Lei non fa parte della casta? E’ d’accordo
con le due cariche e con i due stipendi?
Perché non segue la volontà di
rinnovamento delle nuove generazioni
dando l’esempio personale e politico! Perché non rinunci uno dei due
stipendi che prende? La speranza sì ma
anche togliere i privilegi nella politica!
Le associazioni degli imprenditori e dei datori di lavoro –
che tante indicazioni danno in occasioni delle proprie assemblee annuali –
debbono essere chiamate a una precisa rendicontazione dei vari contributi che
ricevono le aziende socie: diminuire i contributi a pioggia che ricevono alcune
aziende per abbassare le tasse a tutte le aziende.
Lei aveva già
informato il suo partito per il lavoro delle associazioni degli imprenditori e dei datori di lavoro a
Firenze? Quali sono i resultati e possa
citare il miglioramento in base dei contributi che ricevevano le aziende
socie?
Attenzione ai nuovi settori: Internet ha creato 700.000
posti di lavoro negli ultimi 15 anni, ma sembra ancora un settore riservato
agli addetti ai lavori. E un piano per il lavoro da presentare al Paese prima
del prossimo Primo Maggio per raccontare che idee abbiamo noi del lavoro, dalla
possibilità di assunzioni a tempo indeterminato per i giovani con sgravio
fiscale nelle aziende per i primi tre anni fino all’investimento necessario per
chi si trova senza lavoro all’improvviso a cinquant’anni.
Che sta dicendo?
Basta applicare l’art. 36 della Costituzione:
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
7. Il PD come partito di amministratori, di circoli, di
parlamentari
Sono tre le basi del
nostro PD. I circoli, aperti, entusiasti, appassionati. Fatti dai militanti che
meritano la nostra attenzione, la nostra gratitudine, il nostro rispetto. Che
ci mettono la faccia sempre, anche quando costa fatica. Che fanno iniziative e
feste, approfondimenti e volantinaggi. Che conoscono ancora il gusto di
attaccare i manifesti e non meritano di essere costretti a serate batticuore
come nelle ultime elezioni. I circoli però non devono essere solo il luogo dove
trovare braccia quando c’è da lavorare, devono essere la sede naturale del
confronto con i cittadini.
“ I circoli, aperti, entusiasti, appassionati
“. Chiedo scusa, mi trovo nell'imbarazzo totale: un circolo possa provare le
emozioni? Ma non è un luogo per le slot
machine? Chi paga le spese di tutti questi circoli ?
Gli amministratori. Che sono abituati a decidere, che non
possono permettersi di tentennare in un tempo in cui la parola d’ordine sembra
essere sempre rinviare, che sanno assumersi le proprie responsabilità. E che
spesso sono lasciati soli.
Parla per se stesso? Si spiega meglio? Non è facile dividere le
doppie cariche che ha;(
I fiorentini
raccontano anche questo: “ Il sindaco Renzi senza un regolare concorso ha
assunto ben 100 persone a chiamata diretta. Anche questa operazione ha un costo
per noi cittadini: ben 25/ 30 milioni di euro che si sommano alle ‘spese di
rappresentanza’ pari a 20 milioni e ai 9 milioni dati ai giornali e tv locali.
Se arrotondiamo per eccesso tutta questa storia ci è costata 60 milioni di
euro.” E’ vero?, fonte: infiltrato.it
E poi i parlamentari, che devono avere sempre di più la
consapevolezza di essere maggioranza in Parlamento. Il PD deve dettare
l’agenda, non subirla: e questo anche nel tempo delle grandi intese, a maggior
ragione dopo. Negli ultimi 20 anni abbiamo subito l’agenda degli altri:
cambiamo verso!
Nomi e cognomi!? Chi
sono i responsabili per l’incapacità politica governativa e opposizionale per
tutti questi 20 anni?
Nel PD che faremo
conteranno di più i territori e di meno i dipartimenti centrali. Rottameremo
innanzitutto le correnti, perché le buone idee non sono monopolio di qualcuno e
non ci possiamo permettere un segretario che sia semplicemente punto di
equilibrio tra gruppi diversi.
Vuole fare Berlusconi
bis nel suo partito? Lei rifiuta il suo
ruolo di equilibrio tra gruppi diversi nel partito? Vuole comandare o dirigere? Quale è la
differenza tra un dirigente POLITICO e un dirigente amministrativo?
Il partito è di amministratori, di circoli, di
parlamentari: di tutti insomma.
No, questo non è un
partito, è un Movimento! PD è un partito o un Movimento?
Poi ha bisogno, al centro come in periferia, di avere dei
punti di riferimento.
Lei sta dicendo che
per 20 anni nel PD ( centro e periferia) non esistevano i punti di riferimento?
Qualcuno tra noi ritiene che la parola leader sia una
parolaccia.
Chi ha detto questo?
Nome e cognome?!
Ogni squadra ha un capitano. Se gioca bene il capitano,
gioca meglio la squadra; se gioca bene la squadra, è più semplice il lavoro del
capitano. La foga con cui una parte del nostro mondo cerca di distruggere i
propri capitani è incomprensibile e dannosa: non abbiamo perso perché avevamo
leader troppo forti, ma perché gli italiani non hanno considerato
sufficientemente forti i nostri leader. Che è una cosa ben diversa.
E’ forte questa!
Capisco la sua volontà di fare un bravo comunicatore. Non c’è niente di male. Lei
si dimentica della tradizione del suo partito e delle memorie di queste
tradizioni! Costruire una grande forza politica come la descrive lei, è già da 20 anni nel Parlamento! Il “capitano”
troppo forte è una strategia già sperimentata , una specie di “eredità anticipata” o la riconversione del capitale sociale della
famiglia con un ricco matrimonio, o ancora, il fatto di indirizzarsi verso
mercati meno tesi, in cui la produttività del capitale economico, culturale e
sociale è maggiore (come, un tempo, nelle colonie o la chiesa, in cui l’accesso
non era subordinato al possesso di capitale economico, e neppure al possesso di
capitale culturale)
8. Custodi del bipolarismo
Chiediamo soprattutto
a questo congresso di pronunciarci sul modello di partito che vogliamo offrire
agli italiani. Noi crediamo nel bipolarismo e nell’alternanza. Pensiamo che le
larghe intese siano una faticosa eccezione, non la regola. Vogliamo un
bipolarismo gentile ma netto. Gentile nel senso che non sopportiamo più la
violenza verbale riservata agli avversari nei talk-show e sui giornali
(talvolta non solo agli avversari:
Lei invasa
i salotti TV? Non le sembra che parla una cosa e fa l’latra?
garantiamo che noi
rispetteremo sempre i nostri compagni di strada e competitor interni, non ci
sono ‘fascistoidi’ nel nostro partito!). Gli stessi che si scontrano all’arma
bianca nei talk poi votano lo stesso governo alla Camera dei Deputati. Maggiore
gentilezza dunque, ma nettezza inequivocabile sul sistema di governo.
Non ho capito nulla?
Aiutoooo! Nomi e cognomi?
La legge elettorale che proponiamo ai cittadini nelle
primarie dell’8 dicembre è una legge che sia chiara, che faccia sapere subito
chi ha vinto e chi ha perso, che garantisca a chi ha vinto di poter fare, a chi
ha perso di controllare e soprattutto ai cittadini di giudicare. Una legge
elettorale che tolga gli alibi a chi governa “non mi hanno fatto lavorare” e
che restituisca ai cittadini il sacrosanto diritto di scegliere a chi affidare
i propri sogni, le proprie speranze, i propri progetti. Pensiamo che il PD
abbia il dovere di fare la prima mossa sulla legge elettorale partendo dalla
Camera di Deputati dove già adesso ci sono i numeri per modificare il sistema
autorevolmente ribattezzato “Porcellum” dagli stessi ideatori della norma.
Ma lei si rende conto
che non è stato mai eletto in parlamento? Berlusconi è stato cacciato in quanto delinquente o no? E voi due dovresti decidere a nome di milioni di italiani in che modo
votare? Ma di che cosa stiamo parlando?
9. Comunicazione e trasparenza
Un partito che sappia
comunicare bene. Perché la parola comunicazione non deve fare paura.
Chi è spaventato?
Nome e cognome per favore!
Chi non comunica è
perduto.
Quanti perduti ci
sono ? Complicare è facile, semplificare è difficile.
Saper usare la comunicazione è una priorità per la madre che
insegna a parlare al bambino,
Solo la madre?
per l’innamorato che
vuole esprimere il proprio sentimento alla persona che ama,
E gli occhi? Che ne
dice per il linguaggio degli occhi?;)
per il lavoratore che deve confrontarsi con i colleghi,
Dirigere in modo non autoritario!
per i nonni che
vogliono entrare in rapporto con i nipoti.
Il rapporto nonno e
nipote è vincente! Tranquillo! Basta che il politico non fa lo psicologo!!!
Senza comunicazione non c’è vita.
Comunicare l'un
l'altro, scambiarsi informazioni è natura! A me non basta che un politico parla
troppo ma CHE COSA parla? A nessuno non
piacciono i discorsi estremamente
formali con molte informazioni dettagliate dove ognuno si possa perdere, ma
questo non significa che il discorso deve saltare sulla strada tecnica e quella
estetica! Dove è lo spazio sociale?
In questi anni abbiamo finto di pensare che la comunicazione
fosse patrimonio della destra e che chi tra noi parlava di comunicazione in
realtà fosse un potenziale traditore, un infiltrato del nemico.
Chi si è comportato
in questo modo? Qualcuno del suo partito? Nomi e cognomi!
Recuperare una dimensione pulita e semplice di comunicazione
partendo da un più accorto uso degli strumenti di proprietà del PD e dialogando
con le realtà editoriali ad esso collegati sarà una nostra priorità. Inizieremo
con l’obiettivo di spendere meno in comunicazione rispetto agli ultimi anni.
Parlare poco ma usare
il linguaggio chiaro e corretto! Le parole giuste valgono molto e costano poco!
Spendere meno, ma
spendere meglio. E rendicontare tutto, ogni centesimo, attraverso la totale
trasparenza delle spese.
Per 20 anni chi non
ha fatto questo? Perché lei non chiede un rende conto a ognuno dei
parlamentari?
Se inizieremo noi, poi saranno costretti a farlo tutti.
Basta seguire
l’esempio positivo del M5S! Per loro la trasparenza è fondamentale.
Inizieremo dai soldi raccolti con le primarie che a
differenza del passato dovranno avere una destinazione e un utilizzo chiaro.
Tutta la rendicontazione la metteremo su Internet, accessibile a tutti.
La situazione nella
città di Firenze com’è? Quando possa
continuare la sua indifferenza dell’opinione pubblica per la sua condanna? E’
vero questo? :
“ Matteo Renzi in
città sta avendo un calo dei consensi. Oltre il centro, il resto della città è
in malora, c’è degrado e violenza e lui, a parte l’inaugurazione di qualche
fontanino o giù di lì, non fa molto. Firenze ha bisogno di essere amministrata
24 ore su 24: il sindaco della città non può andare via per tre mesi in giro per
l’Italia perché impegnato nelle primarie e continuare a riscuotere denaro
pubblico. Se lo fa deve dimettersi per correttezza e trasparenza. Per fino il
suo assessore Fantoni preoccupato dei conti del Comune ha deciso di dimettersi
dalla giunta accusando Renzi di usare Firenze per far carriera. E pensi che
alla fine ha chiamato noi dipendenti comunali dei “fantozzi”, fonte:
infiltrato.it
Il PD non è l’obiettivo, è lo strumento. Noi non vogliamo
chiudere le sedi del PD, anzi vogliamo spalancarle. Vogliamo cambiare l’Italia
e il PD è lo strumento per questo.
Che sta dicendo?
Vuole una nuova forma partito? Un partito che garantisce il “buon” governo,
guidato da lei? Si spiega meglio, per
favore! Troppe volte nei suoi discorsi lei confonde l’obiettivo con lo strumento! Diventare segretario del PD è stato un
obiettivo o uno strumento per lei? Fare
il sindaco è un obiettivo o uno strumento! Lei non è un po’timido intellettualmente nel
campo delle scienze politiche dell’amministrazione e del Sistema dei partiti e
dei sindacati nell'età contemporanea, con tutto il rispetto?
2 – IL PD DEVE CAMBIARE VERSO ALL’ITALIA
Tutti devono cambiare
Lei usa terza persona plurale? Come mai?
Abbiamo il coraggio
di dirci la verità.
E’ una domanda? Lei
ha coraggio di rispondere a Alessandro
Maiorano che dice:” Renzi ha speso 60 milioni di soldi pubblici
tra cene, viaggi e prebende”.
I numeri sono impietosi, drammatici. L’Italia è ferma da
vent’anni, non cresce, perde posizioni. Il prodotto interno lordo non può
essere l’unico indicatore dello stato di salute di una comunità, lo sappiamo.
Ma dai disoccupati ai consumi interni il segno meno è davanti a tutte le
graduatorie, export escluso. Occorre cambiare verso, dunque.
Anche i bambini nella
scuola elementare stanno studiando questo!
E allora? Pratichiamo il Pop come oggetto della filosofia? “ La moda, la
pubblicità, i telefilm, i fumetti, il calcio…li travestiamo con la stessa
dignità dei classici del pensiero? Da
dove arriva la sua battaglia delle idee? Dal pensiero critico politico o dal
pensiero sociale del gusto: dalla fiction al fashion, dalla filosofia
dell’avvenire alla chiacchierata in bar?
Perché il paradosso è che l’Italia ha risorse per farcela.
Fossimo un altro Paese,
“altro Paese”? Forse?
probabilmente, dovremmo gestire la crisi e abbassare il
livello delle nostre ambizioni.
Per 20 anni chi non
l’ha fatto? Perché? Se ci sono,
cita troppo ambiziosi nel PD!
Ma il felice
paradosso è che noi abbiamo le possibilità e le potenzialità per uscirne
rafforzati.
Lei intende “Il
paradosso di Easterlin” o c.d. “paradosso della felicità” (California)? Collegando la felicità con il reddito,
secondo R.Eastrelin,” la felicità umana
aumenta fino ad un certo punto, poi comincia a diminuire, seguendo una curva ad
U rovesciata.” Le chiedo scusa per la domanda,
lei è più felice quando prende due stipendi o sente già
il rovesciamento???
Ci manca la volontà politica di operare un netto
cambiamento. All’Italia non bastano piccoli aggiustamenti, ma serve una
rivoluzione radicale.
Mi suona molto
conosciuto! E’ Marx, “La rivoluzione
radicale nasce dalla lotta di classe”? Ha ha ha!
Quale sarebbe l’altra
classe che sia considerata responsabile di tuti i mali della società stessa(italiana)?
Il PD deve essere il partito della svolta, non quello che
perpetua lo status quo, dove continuano a fare e disfare i soliti noti.
Usciremo dalla crisi solo se metteremo finalmente mano alle riforme strutturali
di cui tutti parlano da decenni e che invece stiamo ancora aspettando.
Lei non fa parte di
tutti quelli che parlano da decenni?
L’Italia non può più
aspettare perché ha già perso vent’anni e sta pagando il fallimento di
un’intera classe dirigente.
Lei gode di grande
successo come il sindaco di Firenze?
“ Un uomo è come una frazione il cui
numeratore è quello che è, e il cui denominatore quello che pensa di sé. Più
grande è il denominatore, minore la frazione.”( Lev Tolstoj )
Cambiare tutto non sarà facile, cambiare tutti qualcosa però
sarà un dovere. Il nostro dovere.
Cambiare tutti? Chi?
Come? Lei come si cambierà? Secondo me
meglio non cambiare mai e cambiare tutti i giorni!
Chi dice: vanno bene le cose così come sono, va bene il
partito così com’è, può non votare per noi.
Perché gli italiani
continuano a votare un uomo corrotto?
2. Semplicità
Davanti alla
complessità della crisi fa bella figura chi dimostra di saper elaborare
complicati concetti, profonde discussioni, dettagliate analisi. Sono temi che
ci stanno a cuore e che è bello sviscerare. Compito di un partito politico,
però, è saper offrire risposte semplici. Non semplicistiche, non semplificate:
semplicemente semplici.
Avete sentito? “semplicemente semplici”… che complessità
della semplicità!
L’Italia deve riscoprire la semplicità. Ovunque. In un
sistema fiscale incomprensibile persino per gli addetti ai lavori. In un
sistema amministrativo dove orientarsi è impossibile persino per i più scafati
capi di gabinetto. In un sistema normativo dove abbiamo una produzione
legislativa che affolla le aule di tribunale per i ricorsi. Semplicità,
chiarezza, trasparenza. Sono concetti abusati nel dibattito, poco usati nella
pratica. La rivoluzione digitale e l’accessibilità alla rete possono essere una
parte della soluzione, solo a condizione di modificare la mentalità dei
dirigenti pubblici. Mettere online tutte le spese dello Stato e di tutte le
amministrazioni locali consente un controllo costante dell’opinione pubblica. Per
essere credibili, però, dobbiamo iniziare da noi stessi. Dai nostri comuni,
dalle nostre amministrazioni.
Faccia pure anche
lei!
Inseguire la
semplicità significa che il PD proporrà progetti di riforma sul fisco, sulla
giustizia e sulla pubblica amministrazione, discussi in tempi certi con i
circoli, con gli amministratori, con i parlamentari e aperti alla discussione
tramite vecchi canali e nuove tecnologie. Partendo dal presupposto di uno Stato
che cerca di lasciare liberi i cittadini. Di rispettare i tempi delle persone,
per esempio non chiedendo più di produrre un documento di cui sia in possesso
un’altra amministrazione pubblica. E consentendo alle aziende straniere di
poter investire in Italia, perché oggi la confusione normativa, burocratica,
fiscale e i ritardi biblici della giustizia costituiscono il primo ostacolo a
investimenti stranieri e quindi alla creazione di nuovi posti di lavoro. In un
mondo globale, il problema non è se l’imprenditore è italiano o straniero, ma
se crea valore alle aziende oppure no, se crea posti di lavoro oppure no.
L’italianità da difendere non è il passaporto dell’azionista, ma la qualità dei
prodotti, l’investimento e l’occupazione.
Avete capito:
“semplicemente semplici”! Mi ricorda questo: “ semplicemente complicato
complicare semplici complicità!”(sulla rete). Sospetto che la differenza stia
proprio nel fatto che mentre Lei vorrebbe un discorso semplice nel senso del
contrario di complicato, una teoria della linguistica è semplice nel senso che
ha ridotto il complesso ( le regole della comunicazione). Parla di meno per favore e così faccia meno
danni al PD!
Non vogliamo essere
il partito delle tasse. Non dobbiamo più consentire a nessuno di definirci il
partito delle tasse. Perché non lo siamo.
Sì? Quale è la
verità? Che cosa sta facendo il Governo del suo partito? Lei è già responsabile
per i lavori governativi! Se cade il Governo, lei ha pensato di
dimettersi?
E perché chi lo dice in questi anni non ha ridotto la
pressione fiscale. Strumenti veri per combattere l’evasione fiscale, aiutare le
aziende rendendo l’Agenzia delle Entrate non il nemico ma il partner, che prova
ad aiutarti prima che a sanzionare, investire sulle fatturazioni digitali ma
anche sul pagamento oltre il contante che ancora rappresenta una nicchia di
mercato troppo piccola, anche per l’eccessivo costo imposto dal sistema
bancario.
In Italia ci sono le
condizioni per la realizzazione dell’agenda digitale? La criminalità
informatica è aumentata o no? Non esiste il rischio di un calo della fiducia
nelle reti? Ci sono gli investimenti nelle reti o mancano? E’ sufficiente l’impegno del suo Governo (del
suo partito) nella ricerca e nell’innovazione?
Il Governo e il suo partito è riuscito a rispondere in tempo ai problemi
della società italiana?
3. Contro i nostri tabù
Vogliamo utilizzare
il Congresso per discutere sul serio, sfatando alcuni tabù anche nel nostro
campo. Tutto ciò che otterremo dal recupero dell’evasione fiscale dovrà essere
utilizzato soltanto per riduzione delle tasse, non producendo ulteriore spesa. Tutto ciò che otterremo dalla dismissione di
patrimonio dovrà essere utilizzato soltanto per ridurre il debito, non
producendo ulteriore spesa. Il PD non sarà mai subalterno al mercato, che deve
regolare
Vorrei una legge
sulla responsabilità giuridica dei partiti per le spese fatte con i soldi
pubblici per 20 anni;( Il partito non possa chiedere la responsabilità
pe il fallimento politico!
. Ma proprio per questo la politica non può interferire con
operazioni economiche e finanziarie che devono essere garantite da leggi chiare
e non modificabili in corso d’opera. Proprio perché non siamo subalterni non ci
interessano le avventure dei capitani coraggiosi o dei patrioti che nel corso
dell’ultimo ventennio hanno alimentato un modello di capitalismo all’italiana
più basato sulle relazioni che sui capitali. E vogliamo dire parole chiare
sulle banche, che devono fare le banche e prestare a chi ha idee e bisogno, non
a chi specula in nome di “operazioni di sistema”. In Italia le banche sono
ovunque, nelle proprietà dei giornali come nella gestione delle aziende, tranne
dove devono stare davvero: a dare una mano alle famiglie, alle piccole imprese,
agli artigiani, al cuore pulsante dell’economia italiana. Ogni grande
operazione – voluta dalla politica o difesa dalla politica – che fallisce o va
in sofferenza, riduce in modo esponenziale la possibilità di dare credito a chi
ne avrebbe bisogno, a chi potrebbe investire, a chi potrebbe crescere con le
proprie gambe e non con il sostegno di amici degli amici.
Poche regole chiare per consentire ai players dell’economia
di giocare a carte scoperte, tutti con le stesse opportunità. Garantire
l’uguaglianza, insomma. Senza che nessuno sia più uguale degli altri.
Quali sono i rapporti
suoi con: Vaticano, Rai, banche e la diplomazia?
4. Il partito dei diritti…
Il PD che noi vogliamo è il partito dei diritti. La nostra
Italia è uno spazio accogliente per tutti, costruisce sul talento di ciascuno,
consente a ognuno di perseguire il proprio progetto di vita. Costruire una
società veramente rispettosa e inclusiva è un’operazione possibile e
vantaggiosa per la società intera. C’è uno spazio nel quale la libertà di ogni
persona di compiere le proprie scelte, anche le più intime e fondamentali
decisioni della vita, può convivere in armonia con la libertà di ciascuno di
vivere liberamente le proprie convinzioni. E’ in quello spazio che è possibile
costruire un Paese avanzato sul tema dei diritti civili, senza alcuna paura di
cancellare la nostra identità e le nostre radici culturali. L’espansione dei
diritti delle persone non può essere un’operazione a somma zero, in cui
qualcuno vince e qualcuno perde: deve essere al contrario un modo per far
crescere l’intero Paese. L’altra faccia della medaglia dello sviluppo
economico, infatti, è rappresentato da quello civile. L’Italia deve costruire
una cultura dell’inclusione. La scuola, le famiglie, i media, le associazioni –
ma questo è un compito che spetta individualmente anche a ciascuno di noi –
devono diventare parte della costruzione di un paese più rispettoso, più
inclusivo, più incline a comprendere che le differenze sono una ricchezza, una
straordinaria opportunità per il nostro Paese. Negli ultimi mesi si sono fatti
essenziali passi avanti: il Parlamento ha approvato un fondamentale
provvedimento di legge volto a contrastare le violenza contro le donne e si è
avviato alla Camera il percorso che condurrà a una legge contro l’omofobia e la
transfobia. Passi importanti, ma non sufficienti. Le norme penali non possono
essere l’unico strumento per limitare questi fenomeni inaccettabili: ciò che
dobbiamo costruire è l’educazione di tutti a un rapporto più gentile tra le
persone.
Questa parte del suo
discorso è politico, secondo lei? Lei è capace di riconoscere il proprio limite
radicale del partito democratico? Il
caso Cuperlo come lo definisce?
5. …e il partito dei doveri
Ma proprio perché ci
candidiamo a essere il partito dei diritti vogliamo essere anche il partito dei
doveri. Della legalità, che è un valore sempre, per tutti non solo contro uno.
Essere il partito della legalità significa combattere una battaglia non solo
verbale contro una criminalità organizzata che uccide meno di prima e in modo
meno evidente ma che è sempre più presente nel tessuto economico, nelle
botteghe delle città, nelle aziende del nord costrette all’usura e poi a vendere,
nel commercio di cocaina. Ricordare i martiri dello Stato è dovere civile per
ciascuno di noi. Ma combattere la criminalità con strumenti efficaci e moderni
è il vero modo per non disperderne la testimonianza, per non ignorarne il
martirio. Essere il partito della legalità significa chiedere una riforma della
giustizia civile, amministrativa, penale. E affrontare la scandalosa questione
delle condizioni di vita nelle carceri, passando dalla porta giusta: la riforma
della Bossi-Fini e della Giovanardi, la riforma della custodia cautelare dove
autentiche vergogne per il Paese vengono messe in evidenza dai media (e meno
male almeno in questi casi accade) solo quando ci sono personalità importanti,
l’implementazione di sistemi alternativi alla detenzione. Pensare di affrontare
il problema dello svuotamento delle carceri con un provvedimento di clemenza
sette anni dopo l’ultimo indulto trasformerebbe questo strumento eccezionale in
una sorta di condono mascherato, risolvendo l’emergenza carceraria soltanto per
qualche mese e senza garantire ai territori e ai comuni di impostare progetti
di reinserimento per evitare la recidiva.
Garantire
l’uguaglianza è un imperativo della nostra carta costituzionale. Ma spesso la
Costituzione si cita in piazza e si dimentica nella quotidianità. Si difende la
Costituzione, solo se si attacca la rendita. Pensiamo che l’uguaglianza
sostanziale di cui all’articolo 3 sia attuabile solo se rimuoviamo gli
ostacoli. Ma l’uguaglianza non significa ugualitarismo. Non significa uccidere
il merito: significa che chiunque può giocarsela.
Chi oggi dice che non
si può toccare la spesa pubblica si pone dalla parte di chi vuole conservare
l’esistente, cioè un sistema ingiusto e inefficiente. Modificare la spesa
pubblica, garantendo più diritti a chi non ne ha, è un’assoluta priorità per il
nostro welfare tutto incentrato sulla difesa di alcune categorie e non di
altre. Possibile non chiedere un contributo di solidarietà a chi riceve
pensioni d’oro? Possibile non modificare il sistema degli assegni sociali,
dando di più a chi più bisogno, ed eliminando le contraddizioni del meccanismo
attualmente vigente?
“Davvero il rispetto
dei diritti è il banco di prova dell'incontro tra le diverse correnti del
nostro umanesimo?” I correnti nel nostro umanesimo sì e per i correnti nel
nostro partito no?!
6. Territorio
Il PD che vogliamo è
un partito che sa ripartire dai territori e riesce a disseppellire i tesori
sepolti dalla pessima gestione dei nostri beni comuni. Se vogliamo creare
lavoro e benessere, dobbiamo riuscire a far incontrare il meglio delle nostre
vocazioni – la bellezza delle città e del paesaggio, il ricco e dinamico
sistema di imprese locali, lo spirito di impresa e la sfida della creatività
che ha fatto grande il Made in Italy. L’Italia è il 72° paese come estensione,
come numero di abitanti siamo meno dell’1%, lo 0,89% della popolazione
mondiale. Nonostante questo nel mondo ‘è una grande attenzione verso l’Italia,
c’è voglia di Italia. Voglia di visitare l’Italia, voglia di mangiare italiano,
voglia di vestire italiano. Ci sono imprenditori bravissimi che sono riusciti a
portare l’Italia nel mondo e far crescere il desiderio di Italia. Noi dobbiamo
solo aiutarli a non essere penalizzati, dobbiamo aiutarli se nel mondo si
affermano prodotti alimentari che di italiano hanno solo il nome. Per il
turismo non ha senso che ogni regione si muova autonomamente, così si attrae
meno e si spende di più. A questo proposito occorre aprire una discussione
sulla riforma del titolo V° della Costituzione, che ha dato troppi poteri alle
Regioni. La promozione del territorio è importante, mentre la tutela ambientale
è fondamentale. 5 miliardi è in media il costo annuo dei disastri ambientali,
un costo che potrebbe essere drasticamente ridotto se decidessimo di investire
in prevenzione. Basta scaricare le responsabilità e ridurre i territori a
discariche del disimpegno della politica. Basta con l’Italia peggiore che fa il
giro del mondo mostrando un insopportabile degrado con i casi Ilva a Taranto,
per i veleni sotterrati dalla camorra in Campania, per l’acqua che non arriva
in casa e i fiumi inquinati perchè mancano fognature e depuratori, per i
rifiuti ammassati per strada o trasferiti via mare in altri Paesi che è come
ignorare il tema e rinviare le scelte che sono un dovere della politica e della
pubblica amministrazione.
Perché attacca “in
modo volgare, violento e offensivo un’oncologa che critica i termovalorizzatori
con dati alla mano.” ? Le chiedo ancora una volta la scusa, ma lei legge queste
ricerche scientifiche? Noi cittadini
abbiamo bisogno di essere informati. Le emozioni le lasciamo a casa.
7. Sud come opportunità
Per il sud dobbiamo
farci promotori di una strategia fondata su investimenti mirati, non a pioggia,
e concentrata sui fattori di lungo termine della crescita: infrastrutture
materiali e immateriali, istruzione, ricerca, efficace controllo del territorio
contro l’illegalità diffusa e la criminalità organizzata, apertura dei mercati
chiusi, superamento del carattere categoriale del Welfare , concentrando gli
interventi sulle famiglie povere con minori.
Insomma: non
soluzioni alla ricerca di un problema-come è accaduto con la Banca del sud di
Berlusconi e Tremonti, ma sistematica strategia di riduzione degli ostacoli che
ostruiscono la strada della crescita. Sapendo che il divario di sviluppo accumulato dal Sud rispetto al Nord è così
ampio e le potenzialità inespresse così grandi-da consentirci di affermare che
il successo di questa strategia-esplicitamente rivolta a cambiare la struttura
stessa degli incentivi che sono alla base dell’attività economica, nel suo
rapporto con la politica-potrà favorire un ritmo di crescita, al Sud,
significativamente più elevato rispetto a quello del Centro-Nord.
Il suo partito che
cosa ha fatto per il sud? Il nord del
paese cosa ha fatto per il sud?
8. Terzo settore, anzi primo
Ci sono cinque
milioni di italiani che ogni giorno fanno qualcosa per gli altri tramite
l’associazionismo, il volontariato, il no profit.
Lo chiamano terzo
settore, ma in realtà è il primo. Perché dà il senso dei valori in cui
crediamo: è il mondo del volontariato generoso, delle cooperative sociali,
dell’assistenza solida e solidale. Occupa 1 milione di lavoratori, ma
soprattutto aiuta il paese a non cadere nel vittimismo. Il PD che faremo starà
a fianco di questo mondo con entusiasmo e rispetto.
Basta la carità! Ci
vuole la giustizia!
3 – L’ITALIA PUO’ CAMBIARE VERSO ALL’EUROPA
1. Ce lo chiede l’Europa?
Non è in crisi
l’Italia.
Che cosa? Allora
confermi quello che dice Letta?
O meglio, non è in crisi solo l’Italia.
Dovremo stare sereni
? I bar sono pieni ancora?
È in crisi l’Europa che si scopre a fatica non più cuore
economico del mondo.
E che è? Il fegato
bruciato?
Il sogno e la visione
dei padri costituenti dell’Europa di fare del nostro continente sempre più un
luogo di pace ha visto una progressiva realizzazione. I nostri nonni affrontavano
i francesi e i tedeschi sui campi di guerra, noi abbiamo la fortuna di essere
divenuti la generazione Erasmus.
Che c’entra adesso
l’Europa con Erasmus? Per 20 anni avete tagliato il deficit riducendo gli
investimenti nell’istruzione? Bho!
Mai prima di oggi si era registrata una stagione di pace
cosi intensa e bella.
Dove? Come? Io vorrei
solo la PACE! L’intensità e la bellezza
le lasciamo per altre cose! Se
c’è “bella pace” come è quella brutta?
Ci sono state delle pagine vergognose che non vogliamo dimenticare
mai, da Srebrenica al mercato di Sarajevo. Ma l’Europa come occasione per
garantire la pace nei confini interni ha funzionato. È arrivato il momento di
dire con forza che quel sogno così bello e rilevante non può bastare più. E il
ritornello “Ce lo chiede l’Europa” ci ha stancato. Le cose che dobbiamo fare le
vogliamo fare per noi, non per i burocrati di Bruxelles.
Quali burocrati? I
nomi e cognomi?
Ci interessa adesso che la politica italiana inizi a dire
cosa chiediamo noi all’Europa. E vogliamo che il PD sia protagonista – non solo
alle Europee – di una campagna per raccontare che tipo di idea di Europa
abbiamo in testa e di una battaglia per realizzare un’Europa dei cittadini e
non solo dei tecnici.
Nella seconda metà
del 2014 l’Italia guiderà il semestre europeo. Si tratta di un appuntamento
molto atteso, che il PD dovrà riempire dei propri contenuti. Basta con il “ce
lo chiede l’Europa”, iniziamo a dire cosa chiediamo noi all’Europa. La sfida è
istituzionale, sociale, economica.
La sfida politica
dove si è persa?
2.Verso gli Stati Uniti d’Europa
E l’autonomia degli Stati?
Si può procedere
nella direzione degli Stati Uniti d’Europa solo a condizione di investire di
più su un’idea di identità europea. Non ci piace l’Europa che ci dice tutto
sulle normative per impacchettare i prodotti tipici ma ci volta le spalle sulla
questione immigrazione. Immaginiamo un’Europa che gradualmente proceda verso
l’unificazione federale, che punti all’esercito europeo, a una diplomazia
comune partendo dalla scuola di diplomazia unitaria.
E per essere coerenti
con questo lungo percorso immaginiamo che le Elezioni Europee – verso le quali
ci avviciniamo in un rapporto di sempre maggiore integrazione con il Partito
Socialista Europeo – non siano un test per capire lo stato di salute dei
partiti in Italia o magari l’occasione per vedere se c’è spazio per qualche
nuovo partitino. Sarebbe un’occasione persa, sarebbe un errore imperdonabile.
Proviamo a segnare la differenza: più potere per il Parlamento europeo, risorse
certe ed autonome per il bilancio UE, elezione diretta del Presidente Europeo e
poteri esecutivi per la Commissione, la progressiva equiparazione della Banca
Centrale Europea a vero e proprio custode della moneta unica, sul modello della
Federal Reserve negli Stati Uniti. L’Europa ha bisogno di essere governata dai
rappresentanti dei cittadini non da un’oscura burocrazia. Perché non basta
l’unione monetaria: il futuro è l’unione politica.
L’orientamento del Pd
nei confronti del Fiscal Compact?
3. Una sfida
Il PD deve chiedere
che i giovani europei possano sperimentare un servizio civile continentale, che
le normative sul lavoro vadano progressivamente integrandosi, che gli scambi
studenteschi e universitari siano ulteriormente implementati. Il PD deve
chiedere che ci sia una voce unitaria nella politica estera, un’attenzione non
saltuaria alle emergenze umanitarie, alle guerre civili, ai conflitti
dimenticati. Il PD deve chiedere all’Europa di considerare il Mediterraneo
davvero il Mare Nostrum e dialogare con le sponde africane con un linguaggio
nuovo di cooperazione ma anche di potenziale sviluppo, come è accaduto negli
anni Novanta con l’Adriatico durante la crisi umanitaria in Albania, Paese che adesso
speriamo di accogliere quanto prima nell’Unione Europea. Solo che ti serve la
politica. Non puoi lasciare tutti i problemi sulle spalle dei sindaci
coraggiosi o dei volontari della Caritas. Ecco perché occorre la politica.
“deve, deve, deve,
deve e deve”? Perché sempre si
parla “deve” e mai fatto? Che significa
“ecco perchè occorre la politica?” Fino ad oggi non occorreva? Bho!
4. No alla tecnocrazia
Se l’Italia fa
l’Italia, se l’Italia fa il suo mestiere, l’Europa trae giovamento. E
rottamiamo anche l’idea di Istituzioni che si pongono soltanto come guardiano
dei conti altrui.
L’Italia “sa” per
“fa”? O “fa” per “sa”? “Rottamiamo
l’idea”? Come? Come si fa rottamare
l’idea?
Le politiche di
euro-austerity hanno dimostrato il fiato corto e si sono rivelate inidonee e a
rilanciare la ripresa.
Solo “le polemiche” o
le azioni e resultati? I dati con
nomi numeri, per favore!
Il PD deve cambiare verso a questa discussione assicurando
l’impegno italiano per rimettere a posto i conti.
Che significa “l’impegno
italiano”? Per citare uno dovrebbe esistere l’altro per paragonarlo, no?
Non rimettiamo a
posto i conti perché ce lo chiedono le cancellerie europee: rimettiamo a posto
i conti perchè ce lo chiede la serietà verso il destino dei nostri figli e dei
nostri nipoti.
Solo il futuro lo
richiede? Chi non ha risposto a questa
necessità e perché? I nomi, per favore!
A Firenze i conti pubblici sono a posto? Esiste
la differenza tra lavoro politico e quello amministrativo? Non si sente nell’imbarazzo con le due cariche e due stipendi come i dirigenti degli ex partiti comunista nei paesi dell’Est negli anni novanta?
Ma il PD che cambia
verso all’Italia
Prego? “ cambia verso
all’Italia”? Dove era girato il partito di prima?
ha tutti i titoli per chiedere all’Europa di modificare il
proprio approccio tecnocratico, che non risolve i problemi di crescita.
“crescita”? E la
crisi? Sono già fatte le richieste per chiarire o intende il futuro?
Per competere nel mercato globale, l’Europa ha bisogno di
noi.
Ma non siamo noi
l’Europa? Non siamo noi i fondatori? Chi non ha capito questo e perché?
L’Europa non può
essere semplicemente il guardiano dei conti, l’Europa non è può essere un
estratto conto.
Perché no? Se noi siamo l’Europa è giusto che facciamo i
conti ma con gli scontrini? Ci sono?
L’Europa è un organismo complesso, fatto di persone, storie
di vita, istituzioni locali, culture e territori.
Davvero? Se l’Europa è organismo, l’Unione che cosa
è? Se l’Europa è “istituzioni locali”
quali sono gli istituzioni europei?
Non basta fissare qualche percentuale per
governare questo organismo complesso, serve conoscere il suo passato e definire
il suo futuro.
Che cosa? Bho!
I conti non sono un
fine a sè, sono un mezzo; un mezzo per definire saldamente il futuro di una
comunità.
Che centra adesso il
conto e l’umanità? Il mezzo e lo strumento? Un pasticcio della terminologia usata senza l’ordine e chiarezza!
Sacrosanto è lo sforzo al risanamento pubblico e alla
riduzione del peso del debito.
Riduzione “del peso”
o del debito?
Ma una nuova Europa
non può non accorgersi che la cura può uccidere il malato, che con la
recessione in casa serve un grande piano espansivo di investimenti che faccia
ripartire il mercato interno e l’economia.
Perché il vicino di
casa deve curare mio marito quando il dovere di farlo è mio?!
5. Superare il tre per cento
Superare l’austerity
come religione e i conti come fine è il primo passo per costruire una Europa
politica che sappia scegliere e non solo amministrare.
Usare il Mac non
basta! Cercare la semplicità significa proprio contrario: percorrere la strada
della tecnica e quella estetica!
Amministrare si deve e come! Credere si deve e come! Fidare si deve a chi ti sta VICVINO! “L’austerity” messa accanto alla “religione”
suona come “ amare” senza i vocali;)
Cambiare l’Europa è una sfida che possiamo vincere. Per
farlo, però, abbiamo bisogno anzitutto di cambiare verso all’Italia. Solo
cambiando, l’Italia può acquistare la forza e la credibilità necessarie per
chiedere all’Europa di cambiare le sue regole e perfino i suoi paletti.
O dio mio! Crozza, vieni qui, aiutooo! “cambiare” per “vincere” (SOLO?) ; “ per
farlo bisogna cambiare verso l’Italia” MA COME e da dove tornare, girare?); “solo cambiando, l’Italia può acquistare la forza e la credibilità”(
CHE COSA e perché solo quella cosa?); “per
chiedere all’Europa di cambiare le sue
regole”(SOLO LORO regole, e nostre?) e
“per fino i suoi paletti” (Quali e perché “perfino” ?)
A partire dal parametro del 3% nel rapporto deficit/pil; un
parametro anacronistico. Siamo noi che dobbiamo chiedere all’Europa di
cambiare, ma prima di farlo, iniziamo a realizzare in casa le riforme che
rinviamo da troppo tempo. Il 3%, infatti, deriva matematicamente da un
obiettivo (stabilizzare il debito alla media Ue dell’epoca, il 60%) e da
un’ipotesi/speranza (che il Pil crescesse in media del 3% l’anno). Entrambe le
cose nel 1992 erano vere e realistiche. E ora non lo sono più: la media del
debito nell’area euro è il 90%, e il tasso di crescita medio è molto più basso
del 3% (anche a causa delle economie emergenti). In più il 3% soffre problemi
di credibilità…quando nel 2003 l’hanno violato Francia e Germania, si è
preferito sospendere il Patto di Stabilità piuttosto che applicare la sanzione.
Significa un “tana libera tutti”? No, specialmente per un paese come il nostro
che ha un debito (132% del Pil) superiore sia alla media Ue del 1992 che a
quella di oggi. Significa invece disegnare un nuovo e credibile sistema di
vincoli che sia al passo coi tempi, che permetta di risanare i bilanci
realisticamente (senza uccidere il malato) e che possa essere rispettato da
tutti.
Esatto! I nomi e
cognomi! Perché non è fatto? Quanti
suicidi? Ci sono i responsabili?
Se iniziamo a
cambiare verso all’Italia, poi abbiamo le carte in regole per chiedere che
cambi verso l’Europa.
“Verso all’Italia”,
“verso l’Europa”? Per 20 anni dove
eravate? Come si possa cambiare il verso
senza capire chi ha rotto la rotonda, il ponte , la strada? Chi garantisce che
il senso non è l’unico? Chi garantisce che
la strada sia senza l’uscita? Chi garantisce che la strada (senza i segnali
precisi e concordati) è quella giusta?
CONCLUSIONI
Per realizzare un progetto così ampio,
Quale progetto?
per vincere una sfida così difficile
Quale sfida?
avremo bisogno di
tanto coraggio
Adesso avete paura?
Vi manca questo coraggio?
ma non basterà il nostro coraggio.
Perché?
Avremo bisogno di
studiare tanto, ma non basterà il nostro studio.
Non avete ancora studiato?
E se manca come possa bastare?
Avremo bisogno di
libertà, ma non basterà la nostra libertà.
Vi manca la libertà?
Perché non dovrebbe bastare? Quanto dovrebbe essere? Esiste un limite adesso?
Se si, chi l’ha creato? I nomi!
Perché avremo bisogno anche e soprattutto di tutto il nostro
entusiasmo.
A…a…a! “entusiasmo”!
Avevo dimenticato che qualcuno punta sulle emozioni prima del sociale? Bho!
Fare politica oggi è
un rischio.
Perché rischio?
Una scommessa. Un
azzardo, forse.
Scommessa? Azzardo? Forse?
La condizionale o la domanda retorica sono la tendina della rovina, usati nei
pensieri politici poco chiari! La storia della Stampa italiana del dopoguerra
1943-1972ci da tanti esempi! Il gioco dell’azzardo è di sinistra? Non
credo! Bho!
Sarebbe più comodo ritirarsi da parte, aspettando che passi
lo scontento, la rabbia, la stanchezza.
Come vuole! Ma come
l’inizio prova rinunciare almeno uno stipendio, quello del sindaco, per
esempio! Così aumenta la sua comodità, diminuisce la sua stanchezza e non ci saranno gli
scontenti per l’esistenza delle doppie cariche al pagamento. No?
Ma pensiamo che
tocchi a noi cambiare l’Italia, senza lamentarsi di chi non vuol farlo e
mettendosi in gioco.
Pensare che tocca
voi? Ma non state governando voi? Per 20 anni avete governato
anche voi. Il gioco continua…i capi sono cambiati ma i giocatori sono sempre
gli stessi! I giovani PD hanno cambiato il look ma è rimasto il pudore e dolore
del passato. La debolezza è confermata con la facilità di offendersi.
Perché questo accada, non basta avere buone idee, bisogna
avere la voglia e la forza di concretizzarle coinvolgendo gli italiani,
suscitandone speranze, alimentandone i sogni.
La vita e dura? In
Italia ci sono disoccupati? In Italia ci sono i poveri? Più di questa
concretezza EVIDENTE? Bho! Per 20 anni
gli italiani hanno visto troppo balli, pacchi e pentole TV! E’ difficile accendere le speranze con un
nuovo cuoco che è andato pure in America per imparare i gesti!!! Ma è finita la pasta italiana! Tutto made in
Cina. E allora? Ci servono le idee NUOVE
dalle persone nuove e come!
Ecco perché abbiamo
bisogno di entusiasmo, di speranza, di fiducia. Ecco perché tutto quello che
abbiamo scritto sta in piedi
“lo scritto sta in
piedi”? E l’azione dove è? Sostantivare
l’azione è peggiore del blocco sovietico!
solo con lo sforzo personale di chi non si arrende, di chi
non si rassegna, di chi ha voglia ancora di alzarsi e di provarci. Non è
possibile cambiare verso senza liberare tutto l’entusiasmo che abbiamo.
Il vostro entusiasmo?
Con le tasche piene? Con i privilegi? Votare “entusiasmatico” con 2 euro per il capo
carismatico? Grazie!
Per cambiare verso propone per la guida del PD, proponiamo
Matteo Renzi, 38 anni, sindaco di Firenze dal 2009.
Allora non è nuovo? Anche
prima faceva la politica, raccontava lui!
Matteo è molto
conosciuto per i suoi slogan,
Si! Molto slogan!
Troppo! Solo slogan! Visti anche nei salotti TV! Sempre per il futuro! Anche se, diciamo la verità, Renzi ancora non
abbia raggiunto la quantità degli slogan
di Stalin;) La qualità è da discutere;)
ma il suo slogan migliore è la concretezza delle cose
realizzate da amministratore.
La concretezza delle
cose o le cose realizzate?
Tra le sue iniziative
in Comune: ha abbassato le tasse riducendo l’addizionale Irpef,
Quando, come? Numeri,
per favore! E’ importante!
raddoppiato spazi e utenti delle biblioteche, approvato il
primo piano strutturale a mattoni zero di una grande città italiano,
pedonalizzato 12 ettari di centro storico attraverso quattro diverse
operazioni, ridotto del 90% le liste d’attesa degli asili nido, aumentato gli
investimenti su sociale, e scuola nonostante la crisi, dimezzato il numero
degli assessori della giunta, dove le donne sono in maggioranza rispetto agli
uomini, venduto le auto blu, portato la differenziata dal 36 a più del 50%,
salvato il teatro della pergola e inaugurato il teatro dell’opera. abbassato
del 13% il costo del personale del comune che in 4 anni è passato da 199
milioni l’anno a 174 milioni e molto altro che potrete trovare su
www.matteorenzi.it.Niente di speciale, sia chiaro: ha fatto solo il proprio
dovere. Lo pagano per questo. Ma il piccolo elenco è dedicato a chi dice che
gli amministratori del PD sanno solo parlare.
Attenzione, al congresso si racconta per i politici nei
settori diversi? Dove sono i dati? Tutto questo lo fanno quasi tutti i sindaci.
Ci mancherebbe altro? Anche i piccoli comuni lavorano e hanno costruito non
solo i pisti ciclabili!
Invece fare è possibile. Basta cambiare verso.
Possibile? Non è ancora reale? Quanto tempo possa continuare
il possibile?
Voi avete capito le
idee di Renzi? . Io no! Credetemi, non è
un problema mio;(